Trento, Giorno del Ricordo 2025
L'intervento del sindaco Franco Ianeselli: «Un affettuoso ringraziamento alle associazioni degli esuli qui presenti oggi»
Care cittadine e cari cittadini,
gentile Commissario di Governo, gentili Onorevoli e autorità tutte.
Vorrei iniziare questa commemorazione con uno sguardo a quello che sta accadendo in questo 2025 al confine orientale dell’Italia, un tempo teatro di massacri e deportazioni. Di qua da quella linea oggi invisibile che è la frontiera c’è Gorizia, di là Nuova Gorica: per anni sono state divise da un muro, il primo muro europeo del secondo dopoguerra, costruito ben prima di quello più noto di Berlino.
Da gennaio, insieme, queste due metà di un intero sono diventate «Capitale europea della cultura». Hanno messo da parte diffidenza e vecchi rancori per celebrare le reciproche storie, per riparare le fratture e riannodare i fili spezzati nei terribili anni Quaranta del secolo scorso.
I mille progetti di collaborazione transfrontaliera avviati grazie a questa Capitale condivisa non cancellano certo il passato, ma lo spingono oltre il calcolo dei torti e delle ragioni, oltre il «verbale della storia», sulla strada del reciproco riconoscimento.
A consolidare questa prospettiva di riconciliazione sono stati il presidente italiano Sergio Mattarella e quello sloveno Borut Pahor il 13 luglio 2020, giornata storica in cui, prendendosi per mano, i due Capi di Stato si sono soffermati in raccoglimento davanti al monumento che ricorda le vittime del massacro della foiba di Basovizza.
Le foibe, la caccia all’italiano da parte delle milizie comuniste di Tito, l’esodo dopo il 1943 sono crimini che nessuno di noi può dimenticare. Crimini di una crudeltà raggelante, se pensiamo che a volte, nelle fenditure del Carso, i condannati venivano gettati vivi, in certi casi legati al cadavere di un giustiziato, per rendere la loro sorte ancora più atroce.
Drammatica è stata pure l’emigrazione forzata, che peraltro richiama immagini viste di recente: un fiume di profughi, con i pochi ricordi della vita precedente pigiati in una valigia di cartone, furono costretti a lasciare le loro terre nella regione giuliano dalmata per passare il confine.
Italiani, furono accolti dall’Italia con indifferenza, per ragioni di opportunità politica e anche perché, come ben sappiano, agli esuli bisognosi di tutto difficilmente si aprono volentieri le porte.
Il Male non va mai in prescrizione, ci ricorda lo scrittore Claudio Magris. Ma i rapporti di amicizia che oggi ci legano alla Slovenia e a tutti gli Stati della regione balcanica ci dicono che i conflitti più sanguinosi, gli odi più radicati, le lacerazioni più profonde possono essere ricomposti purché i reciproci torti vengano riconosciuti, purché le sofferenze non vengano negate.
Questa è una lezione più che mai attuale, che dovremmo fare nostra per onorare davvero il ricordo delle vittime. E per prendere le distanze da quei populisti della storia che purtroppo soffiano ancora sulle braci ormai spente delle contrapposizioni con l’intento chiaro di riportare indietro l’orologio della storia, al tempo in cui le ragioni etniche ed ideologiche potevano giustificare qualsiasi crimine.
Chi imbratta le lapidi commemorative, chi nega le foibe, chi le ridimensiona o le legittima, fa male non solo alla memoria dei morti, ma anche alla cultura della riconciliazione che non può prescindere da un’onesta ricostruzione storica, dall’attribuzione delle responsabilità e dunque dalla costruzione di una memoria condivisa. Sulla cultura della riconciliazione è nata la stessa democrazia europea: per questo è importante non perderla mai di vista.
Concludo con un affettuoso ringraziamento alle associazioni degli esuli qui presenti oggi per aver impedito, in anni in cui il disinteresse era generale, la rimozione dei fatti riguardanti i massacri e l’esodo forzato degli italiani d’Istria, di Fiume e della Dalmazia.
L’aver trasformato i vostri dolorosi ricordi familiari in memoria pubblica ha posto le premesse al presente di dialogo e di pace che oggi siamo tutti impegnati a difendere.
Buon giorno del Ricordo a tutti