Storie di donne, letteratura di genere/ 579 – Di Luciana Grillo
Linda Cottino, «Una parete tutta per sé. Le prime alpiniste: 7 storie vere» – Il primo alpinismo delle donne è una dichiarazione d'indipendenza, un modo di stare al mondo
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Titolo: Una parete tutta per sé. Le prime alpiniste: sette storie vere
Autrice: Linda Cottino
Editore: Bottega Errante Edizioni, 2024
Pagine: 176, Brossura
Prezzo di copertina: € 17
Oggi è normale andare a sciare con un gruppo di amiche…una volta, no. Era necessario che le donne mostrassero grinta da vendere, coraggio, forza fisica per avventurarsi in montagna e anche una certa spregiudicatezza.
Linda Cottino parte dalla nascita del Ladies’ Alpine Club, fondato a Londra nel 1907.
Non che nel secolo precedente le donne non avessero messo piede sui monti, ma all’inizio del 1.800 la prima fu una giovane cameriera che lavorava in una locanda di Chamonix, si chiamava Marie Paradis, non era una fanciulla della buona borghesia, solo una piccola montanara che in tal modo pubblicizzava la località.
Bisogna aspettare trent’anni prima che una nobildonna francese – Henriette d’Angeville – organizzi una spedizione descritta nei Carnets verts, «scoperti» però solo in pieno ‘900.
È poi grazie al Ladies’ Alpine Club che si ha notizia di altre donne di montagna, per esempio ampio spazio è dedicato alle sorelle Pigeon che tra il 1869 e il 1876 «salirono cime di oltre 10.000 piedi e attraversarono 60 passi di oltre 9.000 piedi».
Anna Pigeon ha raccontato le loro avventure, i momenti di difficoltà, la nebbia che le avvolgeva, la fortuna che comunque deve accompagnare chi affronta tali imprese.
Altra donna indimenticabile è Marie Paillon, «Officier de l’Instruction Publique», che organizzava «certi battaglieri presidi davanti alla sala riunioni del Club alpino di Lione per convincere i signori uomini a farci partecipare, noi donne, e ad accettarci come parte attiva del sodalizio».
Forte e determinata, Marie scala montagne su montagne, incoraggiata dalla madre «una donna di qualità molte e diverse, anche contraddittorie, ma tenute insieme con leggiadria e una vena di sense of humour. È lei che fin da piccina mi ha educato… a percorrere la montagna… alla fatica e alla tecnica di salita; prima sui sentieri, poi sulla neve e il ghiaccio, per finire sulla roccia».
Marie racconta le sue avventure, la prima scalata femminile «all’insidiosa Aiguille che nessuna donna ha ancora tentato… Che notte magnifica! Con lanterna e piccozza alla mano, camminiamo da circa un’ora quando ci accorgiamo di aver perso la strada… il sole sorge rosso e superbo, e porta allegria nel silenzio un po’ cupo delle ultime ore della notte; noi camminiamo leggeri e pieni di slancio nella frescura del mattino».
Queste parole trasmettono un coraggioso entusiasmo… allora si arrampicava con la gonna, per l’amica Kate «è una questione di principio: vuole dimostrare che anche con la gonna una donna può fare tutto ciò che vuole in materia di arrampicata».
Quando scoppia la prima guerra mondiale, ovviamente le arrampicate diventano impossibili, le socie del club prestano servizio come infermiere, raccolgono abiti per rifugiati e rimpatriati, si occupano delle mense e persino, benché «donne»… di calcoli sulla portata delle armi.
Finita la guerra, le attività riprendono, le donne scattano foto, collezionano cime, scrivono testimonianze sulle ascensioni, come Nea Morin: «Finalmente da sole!... Abbiamo appena spedito i nostri amici e parenti uomini sul sentiero verso il Requin… È tutta l’estate che aspettiamo il momento buono per fare un’ascensione noi tre da sole, siamo impazienti».
Quante battaglie hanno dovuto affrontare le donne nei secoli, «povere di denaro, povere di tempo e di spazi per se stesse…l’ideale per una donna è salire in testa, con un uomo dietro che porti lo zaino!»
Luciana Grillo - [email protected]
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