Storie di donne, letteratura di genere/ 575 – Di Luciana Grillo

Curatrice Sara Rattaro: «Gli eroi della Shoah. Storie dei Giusti tra le nazioni» – Il valore di questo libro è che il rispetto della vita umana non deve avere confini

Titolo: Gli eroi della Shoah – Storie dei Giusti
            Tra Le Nazioni
 
Curatrice: Sara Rattaro
Editore: Morellini ed. 2024
 
Pagine: 256, Brossura
Prezzo di copertina: € 20,00

 
Alla fine di gennaio, ogni anno si ricorda l’arrivo delle truppe militari russe e la scoperta dei campi di concentramento. Solo allora, forse, si capì l’orrore e il baratro in cui era precipitata l’umanità…
Il 28 gennaio, 80 anni dopo quella scoperta, la Giornata della Memoria invita a ripercorrere linee ferroviarie, attraversare cancelli, penetrare nei campi (o in ciò che rimane), perché tutti sappiano e anche i più giovani ricordino.
Il libro dell’editore Morellini si intitola «Gli eroi della Shoah - storie dei Giusti tra le nazioni» , è stato pubblicato pochi giorni fa.
 
È una antologia che comprende 19 storie, scritte da 19 autori, coordinati da Sara Rattaro, valente scrittrice e direttrice della Scuola di scrittura “La fabbrica delle storie” che alcuni di loro hanno frequentato.
La novità di questo testo è data dal fatto che si mettono in luce coloro che si sono adoperati in vario modo per salvare gli Ebrei dalla deportazione nei campi di concentramento.
In tutti è presente una straordinaria generosità; nessuno si astiene da questo compito per paura, eppure tutti rischiano la vita.
 
Finita la guerra, in Israele si è deciso di ricordare tutti questi individui e lo Yad Vashem, Ente nazionale per la Memoria della Shoah, li ha riconosciuti “Giusti fra le Nazioni”.
Nel libro le storie sono molto diverse una dall’altra, sono raccontate le vite di alcuni sacerdoti (padre Marie-Benoit, don Vincenzo Baldoni, don Eugenio Cesare Bussa); le vicende di intere famiglie coinvolte - bambini compresi, - la storia di una donna scozzese, coraggiosa, impiegata in una casa per allieve cattoliche ed ebree a Budapest, che impara l’ungherese, protegge le ospiti e infine, denunciata, viene portata ad Auschwitz, dove muore nel luglio 1944; l’incontro casuale con il Cardinale Roncalli che rievoca un terribile episodio avvenuto in Turchia… «salvò, nel silenzio, circa 30.000 ebrei».
Anni dopo sarebbe diventato Giovanni XXIII che tutti ricordiamo come il «Papa buono».
 
Non potendo parlare di tutte le biografie, ne ho selezionate alcune… a chi leggerà il libro, il piacere e l’emozione di scoprire altri «Giusti».
Connie Bandini ha scritto «Un cuore per ogni bandiera», la storia di una famiglia di Parma – Attilio e Jole Cornini – che ospita nella sua casa una famiglia ebrea, composta da Ettore, ingegnere chimico, sua moglie Golda Mishelsky di origine lituana e i loro figli Licinia, Anna e Nino.
I piccoli Basevi sono più o meno coetanei di Ruggero, il bambino di sette anni attraverso le cui impressioni Bandini racconta la storia. La più piccola del gruppo è Cristina, sorellina di Ruggero.
Naturalmente, dopo un primo momento di timidezza e diffidenza, le due famiglie fraternizzano, i bambini giocano insieme…ma i vicini di casa si insospettiscono e i Basevi devono cambiare rifugio…
 
Nel racconto di Margherita Firpo ci troviamo in Danimarca, nel piccolo villaggio di Gilleleje dove ebbero ospitalità molti ebrei, nascosti in case, chiese e fienili.
Anche qui ci sono bambini che vedono, ascoltano, capiscono…anche in questo caso, gli ebrei andranno via, nella più sicura Svezia, aiutati dagli abitanti. Questo racconto procede per paragrafi in cui si alternano la Luce e il Buio, il titolo è La luce al buio.
Claudio Righenzi, appassionato di lettura e scrittura, si è occupato di finanza per molti anni. Il suo racconto, Essere Carl, ci introduce nel mondo della diplomazia.
 
Carl, svizzero, emigrato negli Stati Uniti, diventa funzionario del servizio consolare svizzero, va prima a Gerusalemme, poi viene trasferito a Budapest.
Dalla capitale ungherese, con autorizzazioni di immigrazione in Palestina – lettere con numerazione ripetuta per non far nascere sospetti – riesce a far partire più di 60.000 persone.
Righenzi sottolinea l’impegno di Carl ma anche l’indifferenza degli svizzeri che gli rimproveravano di aver in qualche modo disturbato la neutralità della Svizzera.
È stato riconosciuto «Giusto» nel 1964, ma soltanto trenta anni dopo il Governo svizzero lo rivaluta. Rivalutazione postuma.
 
Un’altra vicenda molto interessante è quella raccontata da Maura Hary: protagonista è una signora veneziana, Adele Testa, moglie di Antonio Zara e madre di sette figli.
È una persona generosa, frequenta un corso da infermiera per poter aiutare il medico del paese.
Rimasta vedova, si occupa dei suoi figli ed ospita nel palazzo una famiglia ebrea, i Levi, per circa due anni.
Il racconto si intitola «Siora Adei», rende subito l’idea che, con quell’appellativo affettuoso e dialettale, tutti potessero rivolgersi ad Adele, tanto la gente del paese quanto gli ebrei prima e gli alluvionati del Polesine dopo. Il medico, dottor Bonollo, ne racconta la vita e le opere.
 
È stata riconosciuta «Giusta fra le Nazioni», una targa la celebra sia a Oriago, davanti casa, che a Gerusalemme, sulla parete dell’ospedale Alyn.
Un ponte, una scuola e una casa di riposo a Mira portano il suo nome e la ricordano anche a chi allora non era ancora nato.
Come ha scritto Rattaro nella prefazione, «i racconti esplorano non solo le azioni eroiche di questi individui, ma anche le loro paure, i dubbi e le sofferenze che hanno affrontato nel prendere decisioni impossibili… Ognuno di loro, pur provenendo da contesti e culture differenti, condivideva una profonda convinzione: quella che nessuna ideologia, per quanto pervasiva e totalizzante, potesse giustificare la distruzione di vite innocenti».
 
Il valore aggiunto di questo libro è la sua forza, la sua attualità, la capacità di convincere che il rispetto della vita umana non deve avere confini.
 
Luciana Grillo - [email protected]

(Recensioni precedenti)

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