Storie di donne, letteratura di genere/ 574 – Di Luciana Grillo

«Ora d’aria», una serie di racconti che rivelano stati d’animo assai diversi di guardare, ricordare, scrivere e sempre il desiderio di riconquistare la libertà

Titolo: Ora d'aria - Racconti
Curatrice: Silvia Granata
Prefazione: Giorgio Leggieri,
Introduzione: Marco Balzamo

Editore
: Mimesis, 2024
Pagine: 142, Brossura
Prezzo di copertina: € 10

 
Un libro piccolo e intenso raccoglie i racconti dei detenuti del carcere di Bollate: nella prefazione il direttore Leggieri sottolinea che questa operazione culturale rafforza «il modello di un carcere che garantisca l’integrità della dignità e identità personale dei suoi ospiti e che non ne mortifichi e azzeri le potenzialità, ma le esalti…»; nell’introduzione Marco Balzano, insegnante e scrittore, sottolinea che per tutti gli uomini e le donne «costrette» «uno dei più preziosi momenti di libertà si rivela il tempo della lettura e della scrittura» e che i testi da loro prodotti «escono dalle vite degli autori e parlano… di segreti tenuti per troppo tempo nascosti… del bisogno di rimanere alla finestra a guardare la luce del sole di Milano…».
 
Il primo racconto – «Ingresso in carcere» – descrive le prime ore di detenzione di un individuo, l’esperienza della cella e dei compagni con cui condividere spazi angusti, la sollecitazione dello psichiatra ad assumere farmaci, la visita della psicologa, il disinteresse nascosto di tutti, la difficoltà di dormire mentre «la tua mente è ancora là fuori, tra la gente del tuo mondo chiuso a chiave».
 
«L’ultima notte di luna» racconta l’esperienza di Galeazzo Ciano, «un tempo il suo seguace più fedele, il prediletto, l’esecutore dei suoi ordini… ho venduto l’anima per il potere… Sono un uomo imperfetto che ha sbagliato per gran parte della sua vita… Alto tradimento. Di questo mi hanno chiamato a rispondere. E mi hanno condannato a morte…».
L’autore ripercorre la vita di Ciano, il matrimonio con Edda Mussolini, l’incarico a Shanghai, l’incontro con Wallis Simpson, l’interesse manifestato da Claretta, le lettere scritte alla moglie e ai figli, fino a quest’ultima notte di vita. «È un cerchio che si chiude. E forse, ciò che importa, è solo smettere di essere».
 
In «Viaggi e viaggiatori» l’autore ricorda la sua infanzia in collegio, la vita con suo padre e il loro primo viaggio in macchina verso la Sicilia: «Ogni viaggio diventa un’esperienza profonda, destinata a essere rivissuta e reinterpretata innumerevoli volte nel corso della vita».
 
«Doppio turno» è la descrizione della vita «dall’altra parte» di un’assistente carceraria che ogni giorno rivede le detenute, quelle che litigano, quelle che chiedono autorizzazioni, quelle che fingono crisi epilettiche: «tutte con la stessa faccia da galera, un misto di noia, tristezza, grettezza, disgusto e cinismo. In quel momento le disprezzava tutte», mentre quando le vedeva in fila al momento della distribuzione dei farmaci, «il disprezzo si velava allora di un moto di pena, per quelle vite disperse, che nessun farmaco avrebbe mai potuto curare».
 
«Non avrei mai voluto trovarmi in questa situazione; avrei desiderato rispettarmi di più, evitando così di sprofondare in una mediocrità morale» confessa Etoile Jade nel racconto «Il dolore di Alex», «Desidero che, almeno una volta, quel coraggio di cui tanto si parla, emerga veramente, per permettermi di dare un taglio netto e decisivo a questo tormento che attanaglia la mia esistenza», e continua ancora, fino a chiedere alla sua mano di non esitare, di stringere quel sacchetto…
 
C’è invece chi evade con la mente e con il cuore, c’è Tiziana M. che ricorda la casa dei nonni restaurata dal papà, rifugio che le fa ritrovare la sua infanzia, il luogo sul lago in cui portava i suoi bambini e i cani «per contemplare tramonti infuocati e albe che colorano il cielo».
 
«Elpis - La Nave» è un racconto originalissimo, immagina un’Italia da cui sono andati via i migranti, «nessuno li aveva visti. Nessuno li conosceva veramente… Tornarono a percorrere i sentieri di montagna da dove erano arrivati anni prima… i centri di accoglienza e orientamento e le bandiere italiane e una copia della appena rinnovata costituzione in Italia rimasero vuoti, con i volontari del Patto degli Italiani a chiacchierare tutto il giorno».
Poi, improvvisamente, fu intercettata la nave, «Elpis» - la speranza - ,si tentò di entrare in contatto con i «fratelli sconosciuti» che forse erano nella sua pancia, si discusse su come accogliere questi nuovi ospiti, si prepararono magliette colorate, collegamenti televisivi, bandierine da sventolare, si riportò il dottor Ruggeri sull’isola, che nel frattempo era diventata una base militare, lo si accompagnò sulla nave che trovò piena zeppa di scatoloni che contenevano infinite confezioni di farmaci scaduti, «precisamente 13.439 tonnellate… per anni, decenni, il mondo occidentale, il nord del mondo ha scaricato tre cose nel continente africano: rifiuti troppo tossici per essere smaltiti da voi…e poi armi, tantissime armi… e farmaci. Fingendo di aiutarci».
 
«Sabato primo aprile 2023» è la data in cui Elton, costretto nel carcere di Bollate, può iniziare a lavorare nel ristorante. La notizia lo emoziona, quella mattina è in ansia, «fissare quella porta blindata, a un passo dalla libertà, mi procurava paura…Anche se ti privano della libertà, non smetti mai di bramarla…».
 
L’ultimo racconto di questa antologia è «Buongiorno Milano», anche qui l’autore segna la data - 15 giugno - e descrive il cielo azzurro che vede dalla finestra della sua cella, ripercorre con la mente le strade di Milano, il castello Sforzesco, il parco Sempione, dove ha baciato per la prima volta una ragazza…poi scende in cortile per l’ora d’aria e i murales gli ricordano tanti personaggi noti che in comune con lui hanno l’esperienza del carcere, da Caravaggio a Gramsci, da Giordano Bruno a Nelson Mandela, fino al Presidente Pertini.
E quando rientra in cella, rivede il cielo ancora azzurro, conta gli anni, i mesi, i giorni, i minuti e i secondi che lo separano dalla libertà e ripensa alle persone care che non potrà più incontrare.
 
Tutti questi racconti rivelano stati d’animo assai diversi, un modo tutto personale di guardare, ricordare, scrivere e sempre il desiderio di riconquistare la libertà.
 
Luciana Grillo - [email protected]

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