Rovereto, la Vallagarina, il Trentino: mai mollare il produttivo!

Dana, una partita che si giocherà a Trento e ancor di più a Roma – Di Paolo Farinati

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L’Italia è una Repubblica fondata sul Lavoro, ci ricorda la nostra amata Costituzione, scritta, non dimentichiamolo mai, nel lontano 1948 da persone di diversi pensieri politici, ma uniti nei valori universali della Democrazia, della Uguaglianza, della Libertà e della Fratellanza. Consapevoli, peraltro, che il Lavoro è ciò che conferisce Dignità, Libertà e Benessere ad ognuno di noi.
Rovereto e la Vallagarina da molti secoli hanno costruito il proprio sviluppo e il proprio benessere sull’impresa produttiva, sia essa industriale che artigianale.
Hanno saputo reagire con determinazione anche ai fisiologici periodi di crisi dell’economia. Peraltro, di un’economia che da locale e nazionale è divenuta via via sempre più internazionale.
 
Il tema del Lavoro per la Politica di Rovereto, della Vallagarina e del Trentino è stato sempre un punto nodale.
Negli Anni '80, innanzi alle gravi chiusure della Pirelli e della Grundig, si è creato il Business Innovation Center di via Zeni.
Nel marzo 2008 la chiusura, dopo oltre 155 anni, della storica Manifattura Tabacchi, portò all’acquisto dei quei preziosi 11 ettari da parte di Trentino Sviluppo, dando vita all’attuale Manifattura Domani.
Sempre nel 2008 il Consiglio comunale di Rovereto approvò la fusione di Dolomiti Energia con Tecnofin Strutture, acquisendo lo strategico controllo delle maggiori centrali idroelettriche trentine.
 
Nel decennio tra il 2010 e il 2020 ha preso sempre più concretezza a Rovereto il Centro Meccatronica, mettendo a proficuo contatto gli studenti dei nostri Istituti tecnologici con più aziende italiane della meccanica.
Accanto al ruolo della Politica non possiamo dimenticare gli investimenti che gli imprenditori privati hanno fatto in una logica di costante innovazione a fronte di una competitività ormai globale.
Ora Rovereto, Arco e il Trentino sono alle prese con un’irreversibile decisione di una realtà multinazionale.
 
DANA Group, tra le realtà leader nel mondo nei sistemi di trasmissione e di propulsione elettrica, ha deciso di vendere i propri stabilimenti in Italia.
DANA, sorta nel 1904 nel New Jersey, oggi ha la sede centrale a Maumee in Ohio.
Sono 42mila i dipendenti occupati in stabilimenti presenti in 32 Nazioni di tutti i continenti.
Il fatturato mondiale nel 2024 è stato di circa 10 mld e 200 mil di US dollari.
In Italia i dipendenti di DANA sono circa duemila e il valore della produzione del Gruppo nel nostro Paese è stato lo scorso anno di circa 1 mld e 200 mil di euro.
 
In Italia il Gruppo DANA ha 12 centri di produzione e di ricerca, di cui due in Trentino, e precisamente ad Arco e a Rovereto.
In questi due stabilimenti lavorano circa 850 persone, tutti altamente professionalizzati e capaci di garantire una qualità e una produttività assai elevate.
I positivi bilanci del Gruppo DANA, sia a livello italiano che mondiale, ce lo confermano da molti anni.
È ufficiale che DANA Corporation ha posto in vendita i rami produttivi del Gruppo siti in Italia, e tra questi i due di Arco e Rovereto, ovvero l’intera divisione offhighway.
 
Per una potente multinazionale le decisioni, una volta prese, sono immediate e irreversibili.
Il nuovo Presidente e Ceo Bruce McDonald di DANA ha deciso di premiare i Soci, facendo cassa e utili dalla cessione dei propri rami aziendali più redditizi.
La questione preoccupa Arco e Rovereto, ma pure il Trentino e l’Italia, stanti anche le numerose aziende medio piccole legate a DANA in un indotto assai importante.
 
Sono in gioco patrimoni aziendali e professionali costruiti con indubbia capacità in molto tempo. Spostare i siti produttivi di DANA dall’Italia, porterebbe ad una notevole crisi occupazionale e depaupererebbe il Trentino di preziose riconosciute competenze lavorative, peraltro assai giovani.
Qui, la partita si giocherà a Trento, ma ancor più a Roma.
L’obiettivo primario ora è trovare un acquirente capace di liquidare DANA e garantire una solida continuità agli stabilimenti di DANA di Arco e Rovereto.
 
Il settore produttivo è chiaramente il motore per mantenere positivi i dati economici relativi anche al settore terziario, del commercio e dei servizi in primis.  
La produzione locale deve essere competitiva, laddove la competizione si è allargata e le regole e le leggi dei mercati sono cambiate, sia in Italia che in Europa e nel mondo.
Anche il lavoro è cambiato, le normative che lo regolano sono diverse da Stato a Stato, si pensi solo tra Europa e Cina, nel mentre la tecnologia evolve a ritmi sconosciuti fino a pochi anni fa.
Innanzi a tutto questo, come può il Trentino mantenersi competitiva e dare garanzie solide a chi qui lavora?
 
Richiamo qui la Teoria delle 3T che il professor Richard Florida, noto studioso americano, pone alla base di un percorso di costruzione e di mantenimento del benessere.
Le 3T stanno per Talento, Tecnologia e Tolleranza.
La prima T è per l’appunto il Talento: ogni comunità deve saper attirare e mantenere in sé persone di riconosciuto talento, giovani e meno giovani, capaci di leggere il presente e il futuro con una visione “talentuosa”.
Qui il Trentino c’è: pensiamo all’Università di Trento, ai centri di ricerca quali FBK, Università e Fondazione Mach, ai vari BIC e a Manifattura Domani.
Su questo terreno dobbiamo continuare ad investire.
 
La seconda T è la Tecnologia: ovvero la propensione a innovare, a misurarsi con gli strumenti della conoscenza scientifica e tecnologica verso una ricerca continua e un’applicazione industriale e produttiva proficua.
La dimensione medio-piccola delle aziende trentine qui non ci aiuta e, quindi, la Politica, collaborando con il privato, deve e può fare di più.
La terza T è la Tolleranza: una comunità deve saper costruire e mantenere al proprio interno un clima di solidale rispetto, riconoscendo e premiando il Merito e il Talento.
 
Se DANA vende, il Trentino deve sapersi proporre ad un’altra credibile realtà industriale.
Abbiamo le competenze e le risorse finanziarie per essere attrattivi come territorio. I nostri industriali e artigiani hanno la visione e le capacità giuste, i nostri sindacati sanno valorizzare le professionalità e i diritti dei nostri lavoratori.
Alla Politica spetta il dovere e la responsabilità di «costruire squadra», unendo questi importanti insostituibili protagonisti. Questa è la vera sfida che ci aspetta, non semplice, ma che possiamo vincere.

Paolo Farinati