Rovereto, dove la canzone unisce generazioni e popoli
Sabato scorso il Coro Bianche Zime in concerto con altri due gruppi sul palco del Teatro Zandonai
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È sabato 7 dicembre, la sera cade umida sulla Città della Pace di Rovereto. Piove, con qualche fiocco di neve. E le cime circostanti si imbiancano, non solo per ricordarci l'atmosfera della Festa di Natale, ma anche per salutare il Coro Bianche Zime.
Anche quest'anno, in una tradizione che porta avanti da moltissimi anni, ha chiamato al suo fianco altri due gruppi sul palco del meraviglioso Teatro «Riccardo Zandonai».
Sono il Coro di bambini «Notemagia» di Lizzana e il gruppo «Zani i Arbnit», con canti e costumi autentici della provincia di Mirdite in Albania.
La bella e lussuosa sala e il magnifico palcoscenico costituiscono un tesoro speciale della ricchezza culturale e storica di questa città. Da quasi 250 anni qui vengono rappresentati oltre 100 spettacoli all'anno e rappresenta lo splendore della cultura italiana.
Assieme agli spettatori italiani ci sono anche molti albanesi che vivono a Rovereto, tra i quali ci sono pure quelli originari della regione di Mirdite, venuti a salutare il gruppo della loro terra. Le luci della sala, come è tradizione dei teatri rinomati, si affievoliscono lentamente, per lasciare il posto all'illuminazione del palco, sul quale compariranno uno dopo l'altro i tre gruppi.
Prima dell'inizio del concerto, un saluto è rivolto al pubblico e ai Cori dalla Sindaca della città, Giulia Robol, che è la prima donna a ricoprire questo importante incarico a Rovereto.
A lei segue la Console albanese Leziana Beltoja, venuta appositamente da Milano per assistere all'evento. Saluta con poche toccanti parole e poi legge una lettera scritta con tanto calore verso la manifestazione, gli organizzatori e i partecipanti, dalla Console generale del Consolato albanese a Milano, Anila Pojani.
Il primo Coro a salire sul palco è il «Notemagia», con oltre 30 ragazzi dai 6 ai 14 anni e con una tradizione trentennale. Cantano e si armonizzano così bene che sembra che la musica sia una componente interna, che scaturisce dai loro cuori e dalle loro voci.
A volte, dal Coro si alza una voce solista, sembra il suono di una sorgente limpida, che poi si scioglie naturalmente e viene inclusa nel flusso del fiume di montagna.
Le Maestre Eleonora Barozzi e Nazarena Raos hanno lavorato con passione, professionalità e amore con i bambini per realizzare questo programma, con canzoni che trasmettono bellissimi messaggi di pace, d'amore e di auguri per una serena Festa di Natale.
Tanta passione e vera dedizione. Una delle loro canzoni è stata composta da Simone Cristicchi, vincitore del Festival di Sanremo, bellissima e tanta emozione.
Il Coro Notemagia lascia il posto ad un'altra generazione di cantori, che compongono il Coro Bianche Zime. Quando si presentano con i loro vestiti, sembra che la brezza delle Alpi entri in scena. Durante l'interpretazione delle loro canzoni, sentiamo questa atmosfera nelle parole, nelle voci e in quell'armonia così bella che sembra che il vento soffi nella sala.
Il Coro è diretto dal Maestro Mattia Grott, tra i più giovani del gruppo.
Quest'anno la Rassegna celebra il 700° anniversario del famoso viaggiatore veneziano Marco Polo e il tema delle loro canzoni è incentrato sul viaggio, sul mare e sulla montagna.
I mari sono stati da sempre luoghi di avventure, viaggi, battaglie, tragedie, ma anche di benessere dei Popoli che vi si affacciano. I mari dividono le coste, ma uniscono i cuori e i Popoli. E le montagne sono luoghi di resistenza e di esistenza della popolazione di queste parti. Questi messaggi sono stati trasmessi con bellezza e con maestria, meritando il caloroso applauso del pubblico.
Poi i colori e l'atmosfera cambiano. Il gruppo albanese «Zani i Arbnit» entra in scena con i coloratissimi costumi popolari della Regione di Mirdite, nota per le sue tradizioni e il ricco folklore, con strumenti musicali di lunga tradizione come la ciftelia e il liuto, che da sempre occupano posti d'onore nelle case di questa Regione.
La canzone «Benvenuto giorno d'albanese», cantata dalla nota Maestra di canto Mrika Trumshi e dalle voci maschili, fa subito capire quale sarà l'atmosfera sul palco.
Al centro del gruppo c'è una donna che indossa il brillante vestito della sposa di Mirdite, sembra uscita da una leggenda e che abbia attraversato molte montagne per arrivare fino alle Alpi per portare questo gioiello dell'etnografia della sua terra.
Accanto a lei c'è una ragazza con il bel costume di Mirdite. Le canzoni si susseguono. Portano frammenti della storia, della cultura e delle tradizioni di questa zona e sono come pezzi di minerali preziosi, che il sottosuolo di Mirdita preserva da millenni. Ci hanno fatto sentire orgogliosi.
Il Coro Bianche Zime ha organizzato pure una cena per gli artisti partecipanti al concerto, che si è trasformata in un secondo concerto improvvisato, dove tutti hanno cantato, alternando canzoni alpine a quelle albanesi, accogliendosi e applaudendosi a vicenda. Anche in questo concerto abbiamo capito come la canzone unisce non solo i cuori, ma anche le generazioni e i Popoli.
Prof. Ndue Lazri
giornalista e già Presidente della FNAI
Federazione Nazionale Albanesi in Italia