Roberto Codroico in mostra a Riva – Di Daniela Larentis
Venerdì 21 marzo, alla Sala Civica «G. Craffonara», l’inaugurazione della personale di uno dei più apprezzati artisti dell’arte trentina contemporanea

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Venerdì 21 marzo 2025, alle ore 18.00, presso la Sala Civica «G. Craffonara» di Riva del Garda, Giardini di Porta Orientale, avrà luogo l’inaugurazione della mostra personale di Roberto Codroico dal titolo «Interpretare l'Arte, il diritto di interpretare», con presentazione critica di Nicoletta Tamanini.
L’esposizione resterà aperta fino al 2 aprile 2025 con ingresso gratuito nei seguenti orari di visita: dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.30. Esposte una cinquantina di opere, realizzate fra il 2000 e il 2025.
Il percorso artistico di Codroico si caratterizza per una continua evoluzione stilistica.
Nei primi anni della sua carriera, negli anni ’60, l’artista si dedica alla pittura figurativa, con una produzione che include ritratti di teste e nudi femminili, oltre a opere che spaziano tra crocifissioni, nature morte e paesaggi.
Con il passare del tempo, il suo linguaggio si trasforma, abbracciando forme astratte, curvilinee e ricche di colore.
Determinanti nel suo percorso sono le influenze di figure chiave del Novecento, tra cui Hans Richter, fondatore del movimento Dada, e le interazioni con artisti del calibro di Vlado Kristi, Kurt Kren e Otto Muehl. Questi incontri contribuiscono a un progressivo distacco dalla figurazione, guidandolo verso un’espressione sempre più essenziale e concettuale.
Negli anni ’60, Codroico si reca da Richter per approfondire lo studio della «quarta dimensione della pittura».
La sua ricerca si traduce in un minimalismo rigoroso, in cui la purezza delle linee diventa cifra stilistica di un’indagine sull’essenzialità.
Tra le opere esposte a Riva del Garda figurano anche le celebri scatole, box o teatrini, piccole architetture artistiche che l’artista descrive come «spazi in cui può succedere di tutto». Questi oggetti, concepiti per essere aperti, chiusi e manipolati, rappresentano una riflessione sull’arte come esperienza intima e personale.
Roberto Codroico, Il lavoro, 2000, acrilico su carta, cm 100x70.
Nicoletta Tamanini, nel suo contributo critico in catalogo, evidenzia il legame tra Codroico e il territorio trentino:
«Roberto Codroico, per alcuni decenni responsabile della tutela e del restauro dei principali monumenti e centri storici del Trentino, relatore e autore di innumerevoli saggi sull’argomento, docente universitario, studioso e storico dell’arte, è da sempre anche appassionato fotografo, inesauribile creativo e sperimentatore, e, sin dalla più tenera età, fine e apprezzato pittore.
«Per quelle incredibili, fortuite circostanze che il destino riserva a noi tutti nei momenti più strani delle nostre esistenze, Codroico ritorna oggi, vigoroso ottantenne, in veste di artista e pittore a pochi passi dal luogo ove allora, giovane architetto, ebbe modo di seguire il suo primo importante incarico professionale: il restauro dell’antica Rocca di Riva del Garda.»
Codroico stesso, nel testo in catalogo, rievoca il restauro della Rocca, ricostruendo il complesso intreccio storico e architettonico dell’edificio: «Costruita dai Rivani su concessione del principe vescovo di Trento, ampliata da Odorico Panceria d’Arco fu degli scaligeri, dei milanesi e dai veneziani per ritornare nel 1509 al vescovo di Trento.
«Bernardo Cles vi si rifugiò durante la “rivolta dei rustici”, e dopo un lungo periodo quale sede del capitano vescovile e passata agli austriaci fu adattata a caserma militare prima austroungarica poi italiana per passare da ultimo al Comune di Riva del Garda.»
«L’idea centrale per il recupero filologico dell’edificio fu quella di liberare all’interno il «mastio» dalle molte strutture addossate, senza manomettere il volume esterno.
«Furono così tagliati e demoliti parzialmente i solai e un grosso muro addossato allo stesso.
«Chiuso con una lastra di vetro il primo livello, mentre gli altri solai disposti ad imbuto rimasero liberi attorno al mastio, il tutto realizzato con l’uso di travi d’acciaio e di cemento armato lasciati a vista a formare intrecci di linee oblique.»
E aggiunge: «I lavori presero un rapido avvio, tanto che già nel 1980 alcune sale furono aperte al pubblico alla presenza dell’allora assessore alla cultura, e del sindaco di Riva, Mario Matteotti.
«Il cantiere fu seguito con molto interesse dall’opinione pubblica e dai giornali, fu meta di curiosi ma anche di personalità illustri quali il presidente del Baden Wuerttemberg, e dell'architetto Luciano Baldessari.»
Roberto Codroico, Uomini e donne, 2022, acrilico su carta, cm 100x70.
Cenni biografici
Nato a Kassel, in Germania, Codroico trascorre l’adolescenza a Padova, per poi laurearsi in Architettura a Venezia. Inizialmente docente di Storia dell’Arte e Disegno per l’Istituto Magistrale, dal 1977 in Trentino in qualità di Funzionario dei Beni Culturali e autore di numerosi interventi di restauro di alcuni tra i più importanti edifici, fra i quali Il Castello del Buonconsiglio, il Palazzo delle Albere, le chiese di Santa Maria Maggiore e della Santissima Trinità, e il complesso intervento di restauro lapideo della Cattedrale di Trento, e ancora il restauro della Rocca di Riva del Garda, del Castello di Fornace e di Castel Romano nelle Valli Giudicarie.
È stato membro della Commissione Beni Culturali, delle Commissioni per la Tutela del Paesaggio, del Comitato Tecnico del Castello del Buonconsiglio. Docente universitario presso le Facoltà di Ingegneria e Lettere, studioso e storico dell’arte, autore di oltre duecento saggi sull’argomento. Come pittore, fotografo e creativo, Roberto Codroico è stato protagonista di numerose e importanti esposizioni sia in Italia che all’estero.
La mostra di Riva del Garda rappresenta dunque un’importante occasione per riscoprire il percorso di un artista che, attraverso forma e colore, ha saputo costruire un linguaggio unico, capace di dialogare con la storia e la contemporaneità.
Una narrazione artistica che continua a interrogare il tempo e lo spazio, lasciando un segno indelebile nel panorama contemporaneo.
Daniela Larentis – [email protected]