Richiamo del formaggio «Saporito della Val di Fassa»
Non coinvolge in alcun modo i formaggi del Consorzio Concast – Gruppo Formaggi del Trentino: riguarda una specifica produzione di un singolo caseificio
Il
caso è emerso mercoledì 26 novembre con il richiamo del formaggio
«Saporito della Val di Fassa» da parte delle autorità sanitarie,
collegato al caso di SEU diagnosticato ad una bambina di un anno.
Dopo
alcuni articoli usciti nei giorni scorsi, il Consorzio dei Caseifici
Sociali Trentini, in sigla Concast, pur nella delicatezza del caso e
delle persone coinvolte, prova a fare chiarezza su alcuni aspetti.
Esclusività del richiamo
Nessun
formaggio commercializzato dal Consorzio Concast – Gruppo Formaggi del
Trentino è coinvolto nel problema sopra indicato. Si tratta di due linee
di produzione completamente distinte che, in linea con i principi di
autonomia che ogni caseificio associato può e deve avere, comportano
anche gestioni della filiera differenziate, seppur sottoposte alle
stesse linee guida.
Il rigore dei controlli dei prodotti Concast
Il
Consorzio Concast ribadisce che la propria attività è orientata alla
tutela dei consumatori, attraverso l’applicazione di standard sempre più
elevati di sicurezza e qualità, garantiti da protocolli rigorosi sui
prodotti commercializzati attraverso il Gruppo Formaggi del Trentino.
Tutti
i lotti di formaggi a latte crudo distribuiti da Concast sono
sottoposti a controlli microbiologici completi, che includono:
- Analisi del 100% delle cagliate (in laboratori accreditati), per la ricerca di presenza di Escherichia coli STEC
-
Controlli condotti secondo le linee guida definite in collaborazione
con l’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari (APSS), l’Istituto
Zooprofilattico delle Venezie e la Fondazione Edmund Mach.
La
decisione di analizzare l’intera produzione (e non in base a
campionamenti statistici) è stata presa dal Tavolo Tecnico promosso da
Concast nel marzo 2022.
Durante i lavori del Tavolo Tecnico, si è
evidenziato che in bibliografia non esistevano indicazioni statistiche
sufficienti per definire un campionamento adeguato.
Questo approccio,
unico nel suo genere in Italia, ha portato all’implementazione di un
sistema di controllo che garantisce il massimo livello di sicurezza
attualmente possibile per i consumatori. Il Consorzio verifica che ogni
lotto sia conforme prima della distribuzione.
Negli ultimi 2 anni, è
stato fatto un lavoro molto intenso che ha portato ad un netto
miglioramento nell’individuazione di casi di STEC.
Nuova etichettatura per i prodotti a latte crudo
Tra
i progetti attivati dal Consorzio, ben prima del recente episodio di
cronaca, quello che prevede l’introduzione di una nuova etichettatura
per i prodotti a latte crudo, già in corso.
Questa misura ha
l’obiettivo di sensibilizzare i consumatori sui corretti utilizzi dei
prodotti, evidenziando i potenziali rischi per categorie vulnerabili.
Si
è quindi anche implementata la sezione «Indicazioni di sicurezza» delle
schede tecniche in cui oltre ad altre informazioni si specificano le
seguenti diciture:
- «Prodotto con latte crudo» (obbligo da Reg. CE 853/2004);
-
«I prodotti a latte crudo non sono adatti a persone con sistema
immunitario in formazione o compromesso. Pertanto, è sconsigliato per
soggetti fragili, donne in gravidanza e anziani e altamente sconsigliato
per i bambini sotto i dieci anni».
Questa misura informativa
rappresenta un ulteriore passo per ricercare trasparenza e sicurezza in
linea con l’impegno del Consorzio a tutela del consumatore.
Questo,
come l’aumento dei controlli in filiera già in atto, non può portare ad
una garanzia di sicurezza assoluta (scientificamente impossibile), ma
può portare a migliorare nettamente la prevenzione di episodi in cui
nessuno vuole incorrere.