«Quando il contadino se ne va, la montagna muore»

Manifestazione ambientalista in Bondone: lettera aperta del presidente della Pro Loco Marco Conotter

In un mondo ideale non ci sarebbe bisogno di discutere di come tutelare la montagna. L’inverno sarebbe pieno di neve, l’estate serena e fresca, gli alloggi sarebbero calibrati e in armonia con il paesaggio.
Ma nella realtà i temi vanno affrontati. Chi ha a cuore un luogo se ne occupa quotidianamente. Mettendo in atto proposte per tenerlo vivo.
Pensando in prospettiva. Facendo delle scelte. Tutto con un’ottica precisa: trovare un equilibrio tra salvaguardia del territorio e presenza umana.
 
Perché se pensiamo alla montagna, pensiamo a questo: una montagna curata e vissuta.
Nel caso del Monte Bondone, pensiamo ai prati delle Viote sfalciati, alle strade forestali mantenute, al verde estivo delle piste da sci, agli edifici dignitosi, bar, ristoranti, malghe aperti e alberghi accoglienti che danno servizio e presenza. Persino la vista dello splendido panorama non sarebbe possibile senza una costante selvicoltura.
Questo è possibile quando l’uomo vive, lavora e presidia la montagna, e le aziende sono in salute e l’economia locale è florida e frizzante.
 
Al contrario sappiamo tutti quali sono le cose che non ci piacciono: gli alberghi abbandonati e decadenti, gli esercizi commerciali chiusi, i boschi non mantenuti con schianti e dissesto, i sentieri degradati ed impercorribili, le e caserme austroungariche in parte crollate, e così via.
Tutte quelle situazioni il cui paradigma è: l’uomo si fermi, sia la natura a riprendersi i territori.
 
In un contesto come il Monte Bondone, dove negli ultimi anni una sempre maggiore attenzione è stata posta alla salvaguardia dell’ambiente, con un numero crescente di aree tutelate come i SIC (siti di interesse comunitario, dove sono precluse attività antropiche), la riserva integrale delle Tre cime dove un tempo c’erano impianti di risalita, e consumo di suolo da anni in negativo (meno case più prati), la polemica sull’aumento delle aree sciabili è francamente incomprensibile. Se negli anni 80 non fossero stati installati i primi cannoni per la neve programmata, negli anni 90 non si sarebbe sciato.
 
Così come se all’inizio degli anni 2000 non si fosse fatto il bacino a Mezavia ora non staremmo sciando. E dunque, se oggi non viene realizzato un invaso in quota (come in moltissime altre le località dell’arco alpino europeo spesso prese come esempio di tutela del territorio) certamente sarà difficile mantenere sul Bondone i benefici in termini di aziende e persone che presidiano e mantengono il territorio (il nostro «contadino») portati dallo sci (sci che in Bondone tutti possono praticare, anche grazie alle politiche di sostegno alle famiglie con basso reddito).
 
Questo lo posso dire serenamente con terzietà da presidente della Pro Loco Monte Bondone, un soggetto apartitico, nato dal basso, composto da cittadini che da anni, in modo del tutto gratuito, si prendono cura del loro territorio, del suo presente e soprattutto del suo futuro.
E lo fanno interloquendo con le amministrazioni, le forze economiche, il tessuto associativo e i cittadini, con l’unico obiettivo di dare concretezza a quella auspicata armonia tra territorio e presenza umana.
 
Chi si interessa veramente del destino di un territorio, infatti, non si limita a slogan per il «non fare», ma si rimbocca le maniche e cerca di fare il meglio con consapevolezza, lungimiranza e senso di responsabilità. Come?
Ad esempio, ragionando con le amministrazioni sui sistemi di costruzione sostenibili. Sul pretendere in anticipo un progetto di demolizione e riutilizzo dei materiali a fine vita della struttura. Sull’accantonare in un fondo le risorse per il ripristino allo status quo ante operam.
 
Sul dare priorità all’utilizzo dell'acqua a fini antincendio o di sicurezza o irrigazione, mitigazione paesaggistica e così via. Vale a dire utilizzando tutti quei criteri DNSH (Do No Significant Harm) che garantiscono la tutela dell’ecosistema garantendo che gli investimenti siano realizzati senza pregiudicare le risorse ambientali.
E non dimentichiamo che proprio sul Bondone è nato il primo cristallo della Comunità Energetica (TECER), di cui la Pro Loco è tra i promotori, che poi si è accresciuto sulla città e della quale farà parte anche Trento Funivie.
 
Dal macro al micro, l’attenzione alla sostenibilità passa anche per la miriade di iniziative piccole e grandi che la Pro Loco organizza durante tutto l’anno sul Monte Bondone a beneficio della socialità e del turismo.
Iniziative che puntano sempre alla neutralità carbonica, senza uso di microplastiche, ed operando la separazione dei rifiuti con precisione maniacale, acquistando prodotti locali e così via.
 
Un’attenzione che viene coronata dalle giornate Green Day, dedicate alla raccolta di rifiuti. Un’occasione per dare un piccolo ma importante contributo alla salvaguardia del nostro amatissimo Monte Bondone, a cui chiunque, da vicino ma anche da lontano, abbia a cuore questi temi è caldamente invitato (comprese le 24 sigle che si riuniranno il prossimo fine settimana).
Su prolocomontebondone.it le prossime date.
 
Marco Conotter, Presidente Pro Loco Monte Bondone

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