Prosecco, un boom inarrestabile – Di Giuseppe Casagrande
Con le tre denominazioni ha raggiunto quota 800 milioni di bottiglie. Aggiunte agli altri 200 milioni di bollicine «tricolori» ecco superata quota un miliardo
La denominazione Prosecco Doc, 660 milioni di bottiglie.
Fine anno, è tempo di brindisi, è tempo di bollicine. L’Osservatorio del Vino Unione Italiana Vini e l'Ismea hanno calcolato che nelle festività di fine anno saranno stappate oltre 350 milioni di bottiglie di spumanti made in Italy con record di bollicine «tricolori» stappate nel mondo: oltre 255 milioni.
Gli spumanti italiani sono la categoria che, in tempi di crisi e di recessione, ha tenuto a galla i bilanci del settore vitivinicolo negli ultimi anni. Gran parte del merito va alla crescita degli spumanti Metodo Classico: dal Trentodoc alla Franciacorta, dall’Alta Langa all’Oltrepò Pavese, per non parlare del recupero di territori storici come l’Asti Spumante o della nascita di molte realtà territoriali con declinazioni e tipologie legate ai vitigni autoctoni o a denominazioni e progetti più giovani, come il Garda Doc o il lancio del «Trabocco», marchio collettivo della spumantistica abruzzese, solo per fare qualche esempio.
Tutte realtà emergenti che certificano il felice momento attraversato dalle bollicine, anche se è fuor di dubbio che il motore che ha spinto la crescita del settore è dovuto al boom della «galassia» Prosecco. Un boom inarrestabile come confermano i numeri, i volumi e il successo comunicativo e commerciale.
Asolo (Villa Soranzo), uno dei borghi più belli d'Italia, con gli splendidi vigneti di Prosecco.
La parte del leone spetta al Prosecco Doc con 660 milioni di bottiglie
La parte del leone, in casa Prosecco, spetta al Prosecco Doc, la denominazione allargata al Veneto e al Friuli Venezia Giulia che dovrebbe chiudere il 2024 con una crescita del 7% rispetto al 2023. Si parla di 660 milioni di bottiglie. E lo stesso discorso vale per la zona storica, quella del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg con le Colline Patrimonio Unesco che anche quest'anno è presente sul mercato con 110 milioni di bottiglie. Incrementi importanti registra anche la denominazione dell’Asolo Prosecco Docg che quest'ano metterà a segno un nuovo storico record, raggiungendo le 30 milioni di bottiglie certificate.
Le colline di Conegliano Valdobbiadene, patrimonio Unesco, con i vigneti Docg.
La zona storica Conegliano Valdobbiadene, patrimonio Unesco: 110 milioni
A questo punto lasciamo parlare le cifre. Se sommiano i 660 milioni di bottiglie della zona Doc ai 110 milioni della zona storica Docg Conegliano-Valdobbiadene e ai 30 milioni Docg Asolo Montello, il Prosecco supera la soglia di 800 milioni di bottiglie e può brindare così al nuovo record storico. Numeri da capogiro che, se aggiungiamo poi le bottiglie (200 milioni) degli altri spumanti italiani, confermano le previsioni di quanti (Gianluca Bisol era di uno di questi) pronosticavano il raggiungimento del traguardo del miliardo di bollicine italiane, gran parte delle quali finisce nei mercati di tutto il mondo.
Il presidene del Consorzio Asolo Prosecco, Michele Noal.
La denominazione Asolo Prosecco, una crescita costante: 30 milioni
Straordinario, 30 milioni di bottiglie, è il risultato conseguito dal Consorzio Asolo Prosecco e dalla denominazione Asolo Montello che mostra di anno in anno una crescita costante non solo quantitativa, ma anche qualitativa, con un progressivo incremento di valore del prodotto.
«Un obiettivo che il Consorzio si è dato da lungo tempo e che continuerà a perseguire» ha ribadito il presidente del Consorzio Asolo Prosecco Michele Noal.
«Siamo orgogliosi del traguardo raggiunto, merito dell’opera dei nostri produttori, che da anni si impegnano per far crescere la denominazione. Un lavoro corale importante - ha ribadito - frutto delle numerose iniziative che nel corso del tempo hanno reso possibile questo risultato. L’Asolo Prosecco infatti ha saputo conquistare l’interesse della critica nazionale e internazionale, che ha assegnato ai nostri vini degli ottimi punteggi grazie all’impegno delle aziende che hanno creduto nei progetti di promozione del territorio e hanno investito sulla qualità.»
Un fattore importante per la crescita della denominazione è il consolidamento e lo sviluppo dei mercati esteri: gli Stati Uniti rimangono il primo Paese per esportazioni, ma le bollicine asolane destano sempre più interesse anche in Giappone, dove il Consorzio ha portato in degustazione le sue etichette lo scorso novembre, nella tappa di Tokyo dello Slow Wine World Tour.
Gianluca Bisol brinda con Matteo Lunelli, presidente della maison Ferrari Trento.
La maison spumantistica trentina Ferrari «Producer of the Year 2024»
Quest'anno - dicevamo - in occasione dei festeggiamenti di Capodanno saranno stappate oltre 350 milioni di bottiglie (di queste 255 nel mondo) secondo i dati dell'Unione Italiana Vini e dell'Ismea. Il merito è anche della diversità che la spumantistica italiana sa offrire, sempre più premiata anche dalla critica internazionale, come dimostrano i risultati conseguiti dall’Italia al Concorso internazionale londinese «Champagne & Sparkling Wine World Championships» 2024 di Tom Stevenson con la maison spumantistica trentina Ferrari «Producer of the Year» per la settima volta nella sua storia e la conquista del primo posto assoluto sul podio del «World Champion Blanc de Noirs trophy» con il Ferrari Perlè Nero.
Tom Stevenson brinda con Cyril Brun, Essi Avellan, Matteo Lunelli e Manuela Savardi.
Il fascino delle terre del Canova, del Palladio e le eccellenze gastronomiche
«Tornando al Consorzio Asolo Montello, i nostri vini - ha sottolineato il presidente Michele Noal – raccontano al mondo un luogo unico, un territorio di cui siamo fieri ambasciatori. Attraverso il calice abbiamo la possibilità di far conoscere uno dei borghi più belli d'Italia, Asolo, con il suo fascino, le meravigliose colline che lo circondano e le eccellenze enogastronomiche dei nostri luoghi. Sono le terre del Canova e del Palladio, nell’Abbazia di S. Eustachio mons. Giovanni Della Casa scrisse il Galateo. Qui nascono anche i vini rossi del Montello e la Recantina, varietà coltivata localmente da secoli e salvata dall’estinzione grazie a un lungo lavoro di ricerca.»
Le attività di protezione delle denominazioni a livello internazionale
Dopo un 2024 all’insegna del cambiamento, con il rinnovo delle cariche istituzionali e la costituzione di tre Commissioni (agronomica, tecnico-giuridica e promozione) il Consorzio Vini Asolo Montello si affaccia al 2025 con fiducia: «Prenderemo parte - ha anticipato il presidente Michele Noal - alle principali fiere di settore (Vinitaly, Vinexpo e ProWein) e allo SloW Wine Tour negli Stati Uniti. Non solo: rafforzeremo le attività di protezione delle denominazioni a livello internazionale e proseguiremo con sempre maggiore incisività nelle azioni di tutela e vigilanza. Senza dimenticare la forte attività di formazione e informazione rivolta agli operatori e alle istituzioni che si occupano di enogastronomia e turismo nel nostro territorio» ha concluso il presidente Noal.
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Giuseppe Casagrande - [email protected]