Pronto Intervento Sociale, un seminario per fare il punto

Il PrInS è attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7, su richiesta delle Forze dell’Ordine o dei Servizi Sociali territoriali

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Entrato a regime lo scorso gennaio, il Servizio di Pronto Intervento Sociale (PrInS) è uno strumento finanziato dalla Provincia autonoma di Trento a partire dall'estate 2023 che offre un supporto specialistico in situazioni di emergenza sociale.
Due infatti sono le sue funzioni principali: assicurare un intervento immediato in situazioni di emergenza sociale per persone o nuclei in difficoltà nel fronteggiare bisogni urgenti e indifferibili, rappresentare anche un osservatorio sociale grazie alla raccolta e all'analisi dei dati per individuare le vulnerabilità del territorio e orientare la programmazione di interventi mirati.
 
Oggi a Trento, presso l'aula magna del Dipartimento Istruzione della Provincia in via Gilli, un seminario che ha coinvolto assistenti sociali, forze dell'ordine e operatori degli Enti del Terzo Settore, ha fatto il punto sul progetto e illustrato i prossimi passaggi.
In apertura dei lavori l'assessore provinciale alla salute ha spiegato come la Provincia autonoma di Trento si sia distinta in questi anni per la sua attenzione alle fragilità, una vicinanza che non va mai data per scontata, ma che deve essere ribadita e concretizzata, anche attraverso strumenti come questo, capaci di mettere in rete competenze, istituzioni e sensibilità.
 
L'assessore ha anche ricordato il ruolo centrale di Trento, con il quale in questo anno e mezzo non sono mancati momenti di confronto e condivisione per dare risposte tempestive, come confermato anche dai dati. Temi come questi, ha proseguito, stanno diventando sempre più centrali nell’agenda politica e sociale. Il ringraziamento va a tutti coloro che ogni giorno rendono possibile questo servizio: assistenti sociali, operatori, volontari, enti del Terzo Settore. È grazie al loro impegno che tante persone hanno trovato ascolto e sostegno: progetti come questo raccontano un Trentino che non lascia indietro nessuno, che investe nella solidarietà e che riconosce il valore del volontariato. Ma serve anche una politica presente, capace di accompagnare questi percorsi con risorse adeguate e con uno sguardo attento ai bisogni reali delle persone.
 
Quindi il dirigente generale del Dipartimento salute e politiche sociali, Antonio D'Urso ha spiegato come la strada intrapresa con il Pronto Intervento Sociale sia quella giusta «perché solo conoscendo a fondo le situazioni siamo davvero in grado di orientare i servizi. Le condizioni di fragilità si possono accompagnare solo se si comprende a fondo il fenomeno e il patrimonio più importante di questa esperienza è proprio la conoscenza. Il Dipartimento è fortemente impegnato, ma questo non è un lavoro solo della Provincia: c’è una vera convergenza tra Terzo Settore, cooperative, forze dell’ordine, Comune di Trento e molti altri attori che, insieme, rendono possibile questo intervento», ha concluso D'Urso.
 
Nei saluti iniziali sono intervenuti anche Antonia Sacino, in rappresentanza del viceprefetto aggiunto Vincenzo Russo, che ha espresso apprezzamento per questo progetto, per le sue caratteristiche innovative e la sinergia con le forze dell'ordine. L'assessore con delega in materia di welfare di comunità del Comune di Trento ha spiegato come il PrInS si è dimostrato uno strumento prezioso, contribuendo in modo determinante alla gestione di situazioni complesse e come sia fondamentale proseguire nell’implementazione del servizio.
 
L'assessore comunale ha concluso con i ringraziamenti a tutti coloro che con impegno e professionalità hanno reso possibile questo percorso e alla Provincia, con la quale si è mantenuto sempre un dialogo deciso, franco e costruttivo. Quindi la dirigente del Servizio politiche sociali della Provincia, Federica Sartori e Desirée Pedulla, del Servizio politiche sociali, hanno illustrato l'evoluzione del PrInS.
 
Il servizio è gestito da un ente del Terzo Settore individuato dal Comune di Trento ed opera sulla base di un accordo di cooperazione tra Provincia e Comune: la Provincia garantisce il coordinamento generale, il soggetto gestore assicura l'operatività quotidiana del PrInS; inoltre la Provincia mantiene il ruolo di programmazione generale, coordinamento e supervisione, mentre la Fondazione Franco Demarchi collabora alle attività di formazione della rete e monitoraggio del servizio.

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Antonio Cristoforetti e Michela Casalini della Fondazione Franco Demarchi hanno presentato i dati relativi al servizio: il PrInS è attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7, su richiesta delle Forze dell’Ordine o dei Servizi Sociali territoriali. Le modalità di intervento variano in base alla zona di intervento, ovvero entro o oltre 25 km da Trento, e all'orario della segnalazione, ovvero feriale diurno, serale, notturno o festivo. L’équipe interviene con valutazione della situazione in emergenza, consulenza e orientamento ai servizi territoriali, attivazione di misure di sicurezza se necessario, coordinamento con le filiere dedicate come nel caso della violenza di genere e collegamento con i servizi locali per garantire la continuità della presa in carico.
 
Durante la fase sperimentale, il servizio ha ricevuto 453 chiamate, con una media di 0,8 segnalazioni al giorno, mentre i segnalanti sono per il 66% le forze dell'ordine e per il 30% i servizi sociali. In totale sono state coinvolte 818 persone, di cui la maggior parte minori.
Le emergenze hanno riguardato principalmente minori soli (37%) e nuclei familiari con bambini in situazione di emarginazione (23%), oltre a interventi a favore di vittime di violenza o abuso (17%).
 
Maschi e femmine sono ugualmente rappresentati anche se in generale l'età media dei maschi è più bassa (16 anni) rispetto alle femmine (24 anni). Il 73% delle segnalazioni proviene da Trento, il 18% da Riva del Garda, il 10% da Rovereto. Nel 77% dei casi è stato necessario attivare misure di protezione in strutture sicure, dimostrando l'importanza del servizio nel rispondere a situazioni di grave vulnerabilità. La messa in sicurezza è stata realizzata nel quasi il 70% delle segnalazioni in strutture socio assistenziali già convenzionate con la Provincia di Trento.
 
Sono stati forniti inoltre alcuni dati che riguardano la tempestività nella gestione degli interventi in emergenza sociale. Il tempo medio di raggiungimento della persona in difficoltà è stato meno di un’ora, per il 50% dei casi mezz'ora, mentre il tempo medio di intervento per la messa in sicurezza delle persone vulnerabili è stato di circa 2 ore. La presa in carico della situazione in emergenza mediamente dura tre giorni e mezzo, nel 75% delle situazioni si conclude entro il 5° giorno. Al termine della presa in carico in emergenza la situazione è orientata verso i servizi ordinari presenti sul territorio. Questi dati confermano l’impatto concreto del servizio nel rispondere a situazioni di grave vulnerabilità e l’importanza della sua integrazione nella rete dei servizi sociali provinciali.
 
Infine si è tenuto un tavolo di confronto fra operatori: sono intervenuti Matteo Rennis, vice ispettore della Divisione Anticrimine della Polizia di Stato, Carlo Coretto, luogotenente dei Carabinieri Compagnia di Trento, Anna Bortolotti del Servizio Welfare e Coesione sociale del Comune di Trento, nonché le assistenti sociali Lorenza Tonelli del Comune di Trento e Francesca Aldrighetti della Comunità Alto Garda e Ledro. A moderare Daniela Borra del Servizio politiche sociali della Provincia.
 
In conclusione è intervenuta anche Elena Bravi, direttrice dell’Integrazione Socio-Sanitaria di APSS, che ha espresso apprezzamento per il percorso avviato dal progetto PrIns, sottolineando l’importanza di un’apertura della rete dei servizi anche verso le strutture dell’Azienda sanitaria; in quest’ottica, la collaborazione tra ambito sociale e sanitario – già avviata in questi mesi – sta ponendo le basi per una sinergia proficua, al fine di favorire una presa in carico integrata della situazione, anche in contesti di emergenza.