Presenza orsi e grandi predatori, incontro coi sindaci trentini

De Carlo: «Fenomeno che va gestito. Basta con la propaganda anti-agricoltura»

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Oltre 110 orsi nel territorio della sola Provincia di Trento, un tasso di crescita annua del 10-11%, una specie sempre più confidente che causa problemi alla sicurezza e all'economia: questi i temi presentati da venticinque sindaci del Trentino, dalla Val di Non e Val di Sole, che questa mattina hanno incontrato a Roma il senatore Luca De Carlo, presidente della IX Commissione Senato - Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare.
 
Il focus centrale dell'incontro, promosso dal deputato di Fratelli d'Italia Alessandro Urzì, è stato la sensibilizzazione del mondo politico – nella giornata di lunedì i sindaci hanno incontrato anche il sottosegretario all'Ambiente Claudio Barbaro – sulla necessità di politiche di contenimento dei grandi predatori; una necessità che De Carlo – che viene dalla terra bellunese dove ormai lupi e orsi sono di casa, già sindaco di Calalzo di Cadore – conosce bene e condivide: «Si tratta di un fenomeno che va assolutamente gestito; stiamo pagando ora tutti quegli anni in cui si è scelto di non occuparsi di queste cose, lasciando che la situazione degenerasse. Paghiamo anche anni di propaganda contro l'agricoltura “inquinatrice”; di pseudo-ambientalisti che vogliono la montagna come parco giochi personale e non come luogo di vita, di comunità e di lavoro per le persone che là hanno le proprie radici; di politiche ideologizzate che non si sposano con le esigenze degli agricoltori e delle popolazioni montane», spiega De Carlo, che la prossima settimana lancerà un ciclo di incontri nazionale proprio sulla corretta comunicazione dell'agricoltura e del suo mondo.
 
«Ci troviamo di fronte ad una situazione che non è stata gestita dall'inizio, quando dopo il rilascio dei primi esemplari il ripopolamento stava andando oltre i numeri previsti, e che ha portato ad una preoccupante confidenza dei grandi predatori, gli orsi in particolare, nei confronti dei luoghi antropizzati; è una convivenza impossibile, e per questo è necessario intervenire per rimuovere e contenere la problematica. Parliamo di territori che fanno dell'agricoltura e del turismo all'aria aperta una fetta importante della loro economia, senza parlare della questione di sicurezza: per questo credo che la politica ora debba prendere seriamente in mano la questione e prendere decisioni fondate su basi scientifiche, non solo per la tutela del mondo agricolo ma considerandolo come un vero e proprio tema di salute e sicurezza pubblica», conclude De Carlo.