Piccoli frutti, il punto FEM a Pergine su gestione in campo e difesa

Oggi nella sede periferica di Vigalzano l’incontro tecnico dedicato ai produttori e tecnici

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Dalla gestione in campo alla difesa contro alcuni insetti, in primis la Drosophila Suzukii e l'antonomo della fragola. Sono i temi al centro della 11esima giornata tecnica dei piccoli frutti che si è svolta oggi, a Pergine Valsugana, nella sede periferica della Fondazione Mach dove sono concentrate le attività di ricerca, sperimentazione e consulenza a supporto di questo comparto.
L’evento, organizzato dal Centro Trasferimento Tecnologico, ha visto partecipare in presenza e in diretta streaming un centinaio di produttori e tecnici, e conclude il ciclo di incontri di presentazione dei risultati di monitoraggio e sperimentazione nei vari comparti dell'agricoltura condotti dalla FEM.
 
Nella prima parte dell'incontro, introdotto dal dirigente del Centro Trasferimento Tecnologico, Maurizio Bottura, e moderato da Tommaso Pantezzi, responsabile del Dipartimento Innovazione nelle Produzioni Agrarie e Zootecniche e dell’Unità piccoli frutti, si è illustrato l’andamento della presenza di Drosophila suzukii nella stagione 2024 e l’evoluzione del progetto di lotta biologica per il suo controllo sia a livello locale che nazionale.
Spazio anche all’antonomo della fragola, che rimane un problema approfondito dagli studi condotti da diverse stagioni dai ricercatori della Fondazione Mach, e dalle valutazioni presso il Centro di Sperimentazione Laimburg. Infine, spazio agli sviluppi della ricerca condotta dall’ente di San Michele per migliorare le tecniche di conservazione in funzione anche dei genotipi prodotti dal miglioramento genetico.


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Pantezzi e Grassi.


Nel corso della 11ª giornata tecnica dei piccoli frutti sono stati affrontati diversi argomenti di attualità per il settore dei piccoli frutti. Vediamoli:
 
 Ecologia stagionale di Drosophila suzukii e valutazione di una tecnica attract & kill 

Nel corso della giornata è stata presentata l'evoluzione della infestazione di Drosophila suzukii in provincia. Si è osservato come l’andamento climatico mite dell’inverno influenza l’entità della popolazione iniziale e come già dai primi mesi dell’anno si sono avute elevate ovodeposizioni su bacche ornamentali. In seguito l’evoluzione del volo è stata elevata, tuttavia si è monitorata una crescente presenza di limitatori naturali quali in particolare Leptopilina japonica. Accanto all’utilizzo per il monitoraggio le trappole attrattive possono essere usate per la cattura massale, e si assiste ad una certa evoluzione di questi dispositivi. Le prove condotte nel 2024 con uno degli ultimi dispositivi hanno mostrato una buona attrattività, tuttavia con le popolazioni presenti in provincia non si sono dimostrate sufficienti a contenere il danno sulle colture in cui sono state applicate.
 
 Drosophila suzukii, controllo biologico: aggiornamenti e prospettive 

Il progetto di controllo biologico con il parassitoide specifico Ganaspis Kimorum è proseguito nel 2024 con i rilasci previsti nei luoghi adatti alla sua diffusione sia in Trentino che nelle altre regioni d’Italia. In Trentino rispetto agli anni scorsi si sono avuti maggiori ritrovamenti del parassitoide anche nella fase di pre rilascio, e quindi sembra che possa adattarsi e sopravvivere alle condizioni ambientali del Trentino, anche ad altitudini più elevate come nella val di Sole. Dai monitoraggi eseguiti anche in post rilascio, si è confermata una diffusione crescente di Ganaspis in molti dei siti di rilascio dall'inizio del progetto. Si è inoltre confermato come esista un'elevata specificità di questo parassitoide a Drosophila suzukii che viene attaccata nella frutta ancora in pianta prima di cadere a terra.
 
 Antonomo della fragola, evidenze da sei anni di indagine 

Si è evidenziato il crescente attacco da antonomo della fragola sulle coltivazioni sia in Trentino che in Alto Adige. Le osservazioni condotte nel corso di alcuni anni in un'azienda del basso Trentino hanno evidenziato l’importante ruolo da parte dei parassitoidi nel controllo dell’antonomo, che è stato crescente, fino al massimo raggiunto nel 2023, per poi ridursi nel 2024 già ad inizio stagione. In seguito non sono stati raggiunti valori di parassitizzazione come gli anni precedenti e si è avuto un aumento dei danni.
Dagli studi emerge la conferma della capacità di antonomo di compiere due generazioni nella stagione, favorito dalla continua presenza di boccioli sulle coltivazioni di fragole rifiorenti.
 
 Antonomo della fragola, monitoraggio e metodi di controllo in Alto Adige 

Anche in Alto Adige il danno da antonomo è cresciuto nelle ultime stagioni, con un picco registrato in luglio-agosto 2024. Anche in questo areale il tasso di parassitizzazione osservato è stato modesto, e le prove di efficacia dei prodotti non hanno dato l'esito sperato, tanto che per le varietà di fragola rifiorenti si sono avuti danni importanti, mentre sono risultati più contenuti sulle varietà a ciclo unifero che terminano la raccolta intorno alla fine di giugno, prima del picco della popolazione.
 
 Attività di ricerca in fragolicoltura al Centro di Sperimentazione Laimburg 

La fragolicoltura dell’Alto Adige trova il supporto tecnico e scientifico nelle attività della stazione sperimentale di Laimburg dove sono state condotte prove varietali per venire incontro alla crescente esigenza di valutare varietà rifiorenti maggiormente diffuse anche con la coltivazione fuori suolo. Accanto alle prove varietali sono state presentate delle prove agronomiche su substrati alternativi alla torba in parte contenenti fibre di legno, e per la fragola coltivata in terra alcune tecniche sostenibili come i teli pacciamanti e la consociazione con altre specie.
 
 Conservare la qualità, strategie innovative per i piccoli frutti 

Nell'ultima relazione si è trattato della fase in post raccolta di fragola e piccoli frutti, per i quali, essendo prodotti a ridotta conservabilità, migliorare la durata anche di pochi giorni crea un valore aggiunto. Per le diverse specie di berry sono state individuati gli aspetti su cui lavorare sia dal punto di vista della tecnica con l’utilizzo di lampade per migliore la qualità, che dal punto di vista fisiologico, con l’uso di sostanze che possono inibire lo sviluppo di etilene in conservazione.