Precisazione del Comune di Trento sui terreni inquinati

Il terreno utilizzabile per i progetti di ripristino ambientale è solo quello rientrante nelle caratteristiche della «colonna A»

Non c’è alcuna possibilità di stoccaggio di terre inquinate nelle cave della città.
Il terreno utilizzabile per i progetti di ripristino ambientale che da tempo attendono di essere avviati o conclusi è sempre e solo quello rientrante nelle caratteristiche della «colonna A», dicitura tecnica che sta a indicare il terreno pulito, di miglior qualità, idoneo per esempio per aree residenziali, parchi e bonifiche agrarie.
 
La lettura delle norme urbanistiche che è stata fatta dal comunicato stampa diffuso oggi da Onda civica è dunque del tutto fuorviante a causa di deduzioni e inferenze completamente slegate dalla realtà dei fatti oltre che dalle prescrizioni del piano regolatore.
La variante tecnica appena adottata dal commissario stabilisce che la destinazione delle cave dismesse sia a bosco. Come dice lo stesso nome, quella di cui stiamo parlando è una variante che aveva uno scopo «tecnico», ovvero il ridisegno del Prg sul Catasto reale e il recepimento della legenda standard provinciale.
 
Gli obiettivi della variante strategica vanno oltre e prendono atto del fatto che molte delle cave ad oggi in via di dismissione sono tuttora in attività perché lavorano materiali puliti (di colonna A) provenienti da altri siti. Per questo gli obiettivi della futura variante evidenziano l’esigenza di analizzare nel merito le varie situazioni e, anche alla luce di quanto prevede la Carta del paesaggio, di valutare se ci sono le condizioni per consentire che le cave in questione, una volta esaurite, continuino nelle lavorazioni già in essere.
 
In definitiva: gli obiettivi della variante non stabiliscono «che si possano utilizzare per usi produttivi aree immerse nel bosco», ma semmai consentono la prosecuzione di attività produttive già esistenti nelle cave in questione. Non c’è dunque alcun rischio di «permettere il conferimento di materiali non puliti in aree incontaminate». E il fatto che i terreni provengano da cantieri di opere pubbliche non autorizza alcuna eccezione.