La von der Leyen non è in grado di gestire l’Unione Europea
L’idea di «consentire» agli stati di indebitarsi per aumentare le difese armate della UE è inaccettabile
Noi abbiamo sempre sostenuto l’idea che l’Europa debba dotarsi di un esercito suo, operazione che dovrebbe richiedere una decina d’anni prima di poterlo vedere in funzione.
Nel frattempo, ovviamente, sono gli Stati che compongono l’Unione Europea ad aumentare le difese, o meglio adeguarle alle pragmatiche novità che provengono dal resto del mondo.
Trump cerca di estrarsi dalla NATO, con il rischio che anche il sistema visivo satellitare (lo starlink) venga a cadere così come è stato tolto all’Ucraina.
Ovviamente è già partita la corsa europea per sostituire Mask (anche in Ucraina), il cui primo effetto è stato quello di far rialzare in borsa le azioni di Leonardo e dei principali titoli delle aziende europee della difesa.
Bene comunque se ci stiamo muovendo in tal senso.
Ursula von del Leyen ha dichiarato che l’Unione Europea deve investire 800 miliardi di Euro per adeguare tutto il sistema di difesa. Ma, sia ben chiaro, non intende emettere bond per finanziare il programma: si è limitata a «consentire» agli stati membri di sforare i propri bilanci per procedere al ri/armamento.
Il problema era già stato sollevato da Mario Draghi, che aveva quantificato proprio nella stessa cifra di 800 miliardi la necessità finanziaria per procedere a una difesa comune adeguata alla mutevole situazione mondiale.
Ma Draghi aveva precisando anche che la UE doveva fare provvista di denaro attingendolo sul mercato, indebitandosi quanto bastava.
È chiaro che anche i singoli stati dovranno mettere del proprio, ma non più del 20% della cifra indicata come ottimale.
Non è peregrina l’osservazione di Matteo Salvini, che ha detto che l’a UE non ci ha permesso di finanziare settori ben più importanti per la vita quotidiana dei cittadini, per poi invitarci a sfilare dal patto di stabilità la voce destinata alla Difesa.
Non è così che si deve gestire l’Europa. L’idea di demandare ai singoli stati l’onere di indebitarsi per salvaguardare l’Unione è contraria allo spirito stesso col quale si guarda verso un’Europa più sovrana e capace di incidere sulla scena del mondo, perché consolida le singole sovranità.