La politica delle piccole gaffe dell’Europa verso la nuova Siria
La cattiva interpretazione della mancata stretta di mano di Al Jolani alla Baerbock e il messaggino della Kallas sulla missione diplomatica in Siria
I bempensanti si sono scandalizzati quando il leader della Siria Al Jolani non ha stretto la mano alla ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock.
I giornali hanno scritto che, dopo le dichiarazioni di Al Jolani sulla parità di genere che verrà garantita in Siria, il rapporto è cominciato male.
In realtà la gaffe l’abbiamo fatta tutti noi europei.
Se nell’etichetta del Paese ospitante prevede che l’uomo non tocchi mai una donna che non sia sua moglie, la stretta di mano viene sostituita da una mano sul cuore da parte dell’uomo e da un piccolo inchino da parte della donna.
Scambiare un’educazione diversa dalla propria come una «pulsione islamica fondamentalista» è un atto di presunzione.
E, comunque, la Baerbock poteva vestirsi in modo più consono alla dignità della carica istituzionale che rappresentava in veste di ministro. Così in pantaloni e maglietta non era proprio un bell’esempio di rispetto della dignità della situazione.
Ma nell’incontro c’è stato qualcosa di peggio di una gaffe di etichetta.
Il viaggio a sorpresa, volto a «tastare il polso» al nuovo leader Al Jolani, non poteva essere fatto da due ministri degli Esteri di Francia e Germania.
Cos’era, un modo per spiegare che Francia e Germania sono i due stati che contano di più in Europa? Cioè noi siamo noi e gli altri non sono niente?
Ma la ciliegina sulla torta l’ha messa l’Alta rappresentante per la politica estera europea, l'estone Kaja Kallas, quando ha affermato (sulla piattaforma X...) che i due ministri Baerbock e Barrot rappresentavano anche lei. Cioè a nome dell’Unione Europea.
Quindi la carica di rappresentante per la politica estera dell’Europa non è poi così «Alta», se affida ad altri la propria rappresentanza.
Insomma, se si voleva fare un approccio a piccoli passi con la Siria, ci siamo riusciti. Quelle che sono grandi, ahimè, sono le gaffe.