J. D. Vance, 50° Vice presidente degli USA: «Elegia americana»

È il caso editoriale che ha riportato l'attenzione dell'opinione pubblica sui «poveri bianchi» degli Stati Uniti - Ora un film Netflix

Titolo: Elegia americana
Autore: J. D. Vance
 
Traduttore: Roberto Merlini
Editore: Garzanti, 2020
 
Pagine: 272, Brossura
Prezzo di copertina: € 15

 
 Descrizione  

I nonni di J.D. sono sporchi, poveri e innamorati quando emigrano giovanissimi dalle regioni dei monti Appalachi verso l'Ohio nella speranza di una vita migliore.
Ma quel sogno di benessere e riscatto è solo sfiorato, perché prima di diventare uomo il loro nipote lotterà a lungo con la miseria e la violenza domestica: una madre tossicodipendente, patrigni nullafacenti che si susseguono uno dopo l'altro, vicini di casa alcolisti capaci solamente di sopravvivere con i sussidi e lamentarsi del governo, in una regione in cui i tassi di disoccupazione sono sempre più alti e l'abbandono scolastico è alle stelle.
 
Eppure quella che J.D. Vance racconta senza indulgenza ma con un amorevole orgoglio di appartenenza non è l'eccezione ma è la storia, in filigrana, di un Paese intero, di quel proletariato bianco degli Stati Uniti che ha espresso la sua frustrazione portando Donald Trump alla presidenza.  
«Elegia americana» celebra un'America silenziosa e dà voce a quella classe operaia dei bianchi degli Stati Uniti più profondi che un tempo riempiva le chiese, coltivava le terre e faceva funzionare le industrie.
Quel mondo non c'è più, al suo posto solo ruggine e rabbia.
E J.D. Vance diventa così il cantore, brutale e appassionato, dell'implosione di un modello, di un'idea. Di un sogno che è stato a lungo anche il nostro.

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