Intervista a Marcello Carli, candidato Consigliere Campobase

Servizio sponsorizzato per le elezioni al Consiglio Comunale di Trento del 4 maggio

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Oggi intervistiamo Marcello Carli, candidato al Consiglio Comunale di Trento per Campobase, il partito di centrosinistra che sostiene il sindaco uscente Franco Ianeselli.
Nella sua presentazione diamo solo i dati principali perché, nonostante la sua giovane età, i cittadini lo hanno eletto sia in Consiglio provinciale che in Consiglio comunale.
Nato a Trento nel 1968, è laureato in Economia Politica. Parla bene inglese, olandese, tedesco e spagnolo. È stato un imprenditore nel campo immobiliare con varie società, anche fuori dal Trentino, ed oggi opera come Agente in Attività finanziaria.
Ha ricoperto molti incarichi istituzionali presso società a partecipazione pubblica e ha realizzato diverse pubblicazioni di carattere economico e finanziario.

 
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Dottor Carli, qual è l’obiettivo che mette in testa ai suoi programmi per la città?

«Trento deve anzitutto recuperare il senso della sicurezza percepita, perché nessun'altra qualità di un ambiente urbano può essere colta e apprezzata se l’ambiente non è sicuro o percepito come tale.»
 
Chiarissimo. E in secondo piano?

«Beh, dobbiamo valorizzare il turismo e il commercio della città, che sono il biglietto da visita di ogni luogo ed elementi economici essenziali per lo sviluppo integrato di qualsiasi ambiente urbano.
«Dove vi sono locali e negozi ben distribuiti e di qualità, l’ambente sociale ne gode e si valorizza.
«In quest’ottica, va gestita anche la presenza dell’Università, con i suoi 17.000 studenti.»
 
E, già che parliamo di giovani, cosa ci dice della movida?

«La movida non può essere mala movida. Ma la vera movida deve rimanere sempre, nello spirito per cui è nata; ovvero la socializzazione bella e serena all’aperto, senza disturbo della quiete dei luoghi.»
 
Un giorno il nostro giornale ha lamentato la presenza di troppi turisti con una battuta: «numerosi come le cavallette». Lei che dice in proposito?

«Il turismo va senza dubbio stimolato, ma non aumentando il numero di arrivi, perché congestioneremmo la città. Ma investendo sul turismo di qualità e sulla fascia economica media e medio alta. Perché questo genererebbe un volano virtuoso per tutta l’economia cittadina.»
 
Sappiamo che è favorevole alla funivia Trento-Bondone. Ci dice perché?

«Il Grande impianto per il collegamento con Monte Bondone fa parte della strategia di cui sopra, perché chi verrà a Trento come turista, potrà godersi la montagna della città senza prendere l’auto.
«Potrà anche andare a sciare se lo vorrà, o a godere della magnificenza della conca delle Viote e dei panorami stupendi nelle altre stagioni.
«In auto sarebbe impossibile.»
 
E allora parliamo di traffico. È un tasto dolente?

«Effettivamente il traffico è una componente problematica della città da moltissimi anni, rispetto a cui, finora, nessun sindaco ha saputo trovare una soluzione adeguata.
«Penso che dovremo finalmente fare tre cose: i parcheggi di attestamento (anche affidandone la costruzione e la gestione a privati, in convenzione con il comune), un parcheggio interrato in piazza Venezia, e il bypass sotto il Castello del Buonconsiglio per rendere piazza della Mostra pedonale e recuperare un ulteriore brano di città alla sua piena fruibilità.
«Il bypass potrebbe essere cofinanziato da chi realizzerà il parcheggio di piazza Venezia, nell’ambito di una partnership pubblico-privato. Perché veda, le auto vanno senz’altro limitate (oggi a Trento entrano oltre 100.000 auto al giorno, e dobbiamo sicuramente ridurre questo numero), ma non potranno mai essere eliminate.
«E questo per tre motivi almeno. Il primo perché qualcuno non può che andare in auto per motivi personali legati alla disabilità o all’età. In secondo luogo perché un certo tipo di utenti della città arriva in auto (anche i turisti, per esempio). E in terzo luogo perché vi sono gli utenti veloci che non possono che arrivare in auto (rappresentanti di commercio, artigiani, clienti che debbono effettuare acquisti importanti, ecc…).
«Quindi potenziare i parcheggi pessimi accentro, accanto a quelli di attestamento è essenziale.»

Adesso affrontiamo un tasto ancora più dolente… gli immigrati. A lei la parola.

«Va gestita la presenza dei migranti e dei richiedenti asilo. In questo senso, credo che una partnership fra Comune di Trento, le rappresentanze delle imprese (Confindustria, Confcommercio, Confesercenti, Cooperazione, Confartigianato) e terzo settore per sviluppare un piano di accoglienza e formazione - magari nel quadro di un progetto europeo - potrebbe essere necessario per ridurre la tensione sociale, dare dignità e un profilo professionale a i nuovi arrivati, e dare alle aziende i collaboratori che oggi mancano.»
 
Però il sindaco Ianeselli ha detto più volte al Commissario del Governo: «chi spaccia, chi si vendica col coltello, chi scatena risse non li vogliamo in città». È d’accordo?

«Credo che il tema dell’ordine pubblico sia centrale, perché la sicurezza parte anche dall’ordine pubblico, che è quello che vediamo.
«Una città in cui si consumano risse e si spaccia la droga è insicura.
«Per cui la deterrenza contro i malfattori deve essere forte, e deve avvalersi anche dei cani antidroga e del presidio fisico dei luoghi potenzialmente pericolosi.
«La città deve essere un posto in cui chi vuole delinquere deve sentirsi insicuro e non le persone per bene.»
 
Tornando al Bondone, lei è favorevole anche all’invaso per la riserva d’acqua per lo sci?

«La mia risposta sulla realizzazione del bacino lacustre in quota, magari nella busa dei cavai, è affermativa.
«In Trentino vi sono circa trenta bacini artificiali e l’ambiente naturale mi sembra più che rispettato e valorizzato. I bacini abbelliscono i territori.
«Il no al bacino sul Bondone ha assunto un valore strumentale da parte di chi non lo vuole, ed è sganciato da qualsiasi logica, sia ambientale che funzionale.
«Inoltre, il bacino potrà fungere da riserva idrica per qualsiasi bisogno, dalla prevenzione e lotta agli incendi a riserva idrica per gli animali.»
 
Un’ultima domanda che conseguente alla precedente: è favorevole a un campo da golf a nove buche (9, non 18) alle Viote? Gli invasi avrebbero doppia funzione e la funivia consentirebbe di giocarvi senza usare l’auto, come amano i golfisti.

«Il campo da golf potrebbe integrare efficacemente l’offerta turistica della città e della sua montagna e, realizzato fuori dalle zone protette, potrebbe essere un ulteriore elemento di valorizzazione di un territorio unico.»
 
Guido de Mozzi