Infermiera aggredita all'ospedale di Arco in Medicina
È l’ennesimo episodio, ora è doveroso che le istituzioni intervengano
Ancora una volta dobbiamo constatare l'ennesimo episodio di aggressione di una nostra collega, nei confronti della quale esprimiamo la massima solidarietà e sostegno.
A più riprese abbiamo proposto alle istituzioni politiche ed all'Apss l'attivazione di posti di polizia e vigilantes presenti 24 ore anche negli ospedali periferici, di certo non immuni da questi episodi, ora dalle parole bisogna passare ai fatti, il fenomeno ha assunto una problematica più che rilevante, cosa deve accadere ancora?
Nello specifico, come Nursing up abbiamo espresso grandi perplessità sul progetto di chiusura dei posti letto per acuti nell'Spdc di Arco, il 34% dei posti totali e la sostituzione con 6 posti letto al Centro crisi adolescenti e 8 posti per il Centro di salute mentale aperto 24 ore su 24, che potrebbero non risolvere le criticità. In assenza di alternativa valide ed efficaci nel nostro territorio, dove saranno ricoverati e come saranno assistiti i pazienti con problemi psichiatrici in fase acuta? Il rischio è che vengano ricoverati in reparti strutturalmente inidonei ed assistititi da personale non specificatamente formato, cosa tra l'altro successa nel caso in questione ed anche in altri, prova ne sia che il paziente è poi stato ricoverato nel servizio psichiatrico.
La ricaduta negativa sarebbe poi sui pronti soccorsi o sui servizi Spdc di Trento e Borgo, già sovraccarichi di pazienti! La sicurezza dei professionisti e dei pazienti dovrebbe essere posta al primo posto, invece in molte situazioni i nostri colleghi sono lasciti soli allo sbaraglio, dovendo operare in situazioni di rischio per sé stessi e per i pazienti che assistono, è più che legittima la grande preoccupazione del personale. Nel frattempo, abbiamo chiesto che a livello contrattuale sia previsto in Apss il patrocinio legale gratuito per la difesa legale ed un servizio di supporto psicologico obbligatoriamente fornito.