Inaugurata «Geometrie dello spirito» – Di Daniela Larentis

L’antologica dedicata all’artista di origini friulane Romano Perusini, scomparso a Trento nel 2024, sarà visitabile a Palazzo Trentini fino al 2 marzo prossimo

Romano Perusini, Metacronos, La partenza di Ulisse, 1989.

Con l'inaugurazione della mostra «Geometrie dello spirito», avvenuta venerdì 24 gennaio a Palazzo Trentini, Trento celebra l'arte di Romano Perusini.
Originario del Friuli e scomparso nel 2024 nella città trentina, l'artista viene omaggiato con un'esposizione che ne ripercorre il talento e la visione.
A introdurre l’evento è stato il presidente del Consiglio provinciale, Claudio Soini, che ha sottolineato l’importanza di questa nuova proposta culturale per la comunità trentina.
Soini ha espresso entusiasmo per questa iniziativa, sottolineando l’importanza di aprire «la casa dei trentini» a progetti che promuovono riflessione e crescita culturale.
 
«Questa mostra – scrive il presidente nel catalogo – trasforma gli spazi espositivi in un luogo di elevazione culturale e spirituale. Ne abbiamo bisogno come l’aria; ne abbiamo bisogno come cittadini e, ancor di più, come rappresentanti istituzionali».
La presentazione si è svolta nell’affollata Sala Aurora, dove Carlo Chelodi, ideatore della rassegna, ha manifestato commozione e gratitudine, in particolare verso Annamaria Marchionne Perusini, per il suo entusiasmo e la sua professionalità nel sostenere il progetto.
 
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La conferenza di presentazione.

 
Il percorso espositivo propone una quarantina di opere, esemplificative del cammino artistico di Perusini. Come evidenziato dal curatore Gabriele Salvaterra, l’artista, naturalizzato trentino, ha attraversato oltre quarant’anni di produzione, evolvendo dal linguaggio astratto al metafisico, sempre con un forte impegno spirituale e sociale.
Salvaterra ha spiegato come le opere testimonino un passaggio dall’arte della serenità a rappresentazioni più interrogative, capaci di indagare le crisi e le paure dell’uomo contemporaneo.
 
«Perusini – ha aggiunto Salvaterra – è stato un intellettuale del nostro tempo, capace di coniugare vita e ricerca incessante, trasformando il pensiero e l’immaginazione in arte. Le sue opere sono una finestra reale aperta su un orizzonte spirituale».
Fra gli interventi, quello di Giuseppe Calliari, autore di un contributo critico in catalogo, il quale ha sottolineato il legame tra le tappe evolutive dell’artista e la storia sociale del territorio.
Monsignor Lodovico Maule, amico personale di Perusini e decano del Capitolo del Duomo di Trento, ha invece delineato i tratti fondamentali dell’uomo attraverso quattro parole: silenzio, pensiero, luce e ordine.
Il catalogo della mostra, ricco di contributi critici firmati da Carlo Chelodi, Toni Toniato, Gabriele Salvaterra e Giuseppe Calliari, include anche un testo in cui l'artista racconta se stesso, liberamente tratto dal video «Romano Perusini metafisico» (2013).
 
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Romano Perusini, Saranno le città rifugio, 1989.

 
Spiega lo stesso artista, nel testo autobiografico (catalogo, pag.35):
«Sono sempre partito nel mio lavoro da un’idea, un’idea razionale, e mi sono sempre preoccupato di mettere in forma quest’idea.
«Nel mio modo di pensare e di dar senso alla mia ricerca sono sempre stato guidato dalla convinzione che l’arte è semplicemente una modalità particolare per esprimere un pensiero, per dar forma sensibile a un’idea immateriale.
«Ogni opera in fondo si propone come una finestra reale aperta su un orizzonte sovrasensibile, spirituale. Questo è peraltro un modo di pensare antico, già enunciato da Aristotele e Platone, e sviluppato nel tempo dai più significativi filosofi, scienziati e poeti […].
«Entrare in un orizzonte metafisico, tentando di razionalizzarlo in un processo di sintesi razionale, ha in qualche modo condizionato la mia ricerca a una sorta di ricreazione, nella doppia valenza del termine.
«Come rimessa in ordine del creato, del mondo così com’è, come lo concepisco, come lo vivo. Ridare nuovo ordinamento concettuale e formale alle mie intuizioni estetiche secondo il mio sentire di contemporaneo. E insieme abbandonarmi a una sorta di contemplazione degli esiti raggiunti.
«Mi ha aiutato in questo la scelta di un approccio tecnico essenziale, ottenuto dal semplice dialogo del rilievo materico con l’adeguata incidenza della luce. Luce reale, che diventa elemento fondamentale nella costruzione dell’opera, entro un rigoroso ordine compositivo. Basandomi esclusivamente sulla materia e sulla luce.
«Opere che si propongono secondo la tradizionale regola dell’arte, aliene alle suggestioni tecnologiche ottico-cinetiche e allergiche alla banalità dell’evento, effimero vuoto a perdere di tante improvvisazioni operative e critiche contemporanee.
«Penso sempre che l’arte non è soltanto un fatto puramente individuale, ma ha delle consistenze, dei rapporti con quello che si sviluppa nella società che ci circonda […].»
 
Una mostra da non perdere: «Geometrie dello spirito» rappresenta un’occasione unica per scoprire l’evoluzione creativa di Perusini, rendendo omaggio a un grande artista capace di trasformare la sua visione del mondo in un’eredità culturale e spirituale di grande impatto.
 
Daniela Larentis - [email protected]


Romano Perusini.
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