Il Mini Idroelettrico e il Green Deal della UE – Di Paolo Farinati
La moderna tecnologia ora lo rende possibile e l'Unione Europea lo consiglia, anche all'Italia e quindi anche al Trentino

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Cronaca di questi giorni: energia pulita dalla forza del fiume Arno.
Proseguono i lavori di ripristino di 13 briglie sul tratto del fiume posto in provincia di Firenze. Si prevede sia la sistemazione dei manufatti esistenti, sia la realizzazione di 12 mini impianti idroelettrici ad acqua fluente.
Ad oggi sono già operativi i primi sei impianti, mentre entro l’anno ne verranno completati altri quattro. Il progetto è realizzato con un investimento di circa 100 milioni di euro.
Una volta a regime, gli impianti garantiranno una produzione annua di 55 GWh, pari al fabbisogno di circa 20 mila famiglie, con una conseguente riduzione delle emissioni di 25 mila tonnellate all’anno di CO2.
Aggiungiamo che in questi giorni assai critici per la Toscana, stante l’ingrossamento dell’Arno, queste nuove tecnologie hanno saputo calmierare il grande rischio di inondazioni.
È un progetto in linea con i precisi obiettivi dell’Europa, che in materia di fonti di energia rinnovabile ha nell’EREF, European Renewable Energies Federation, il proprio soggetto di riferimento. Per il prossimo 8 aprile EREF ha organizzato «La Giornata Idroelettrica di Bruxelles 2025».
L’utilizzo responsabile e sostenibile della forza dell’acqua per produrre energia pulita è un modus operandi assai antico per l’uomo, ma che oggigiorno ha a sua disposizione soluzioni tecnologiche assai affidabili sotto tutti i punti di vista, in primis quello ambientale. L’EREF da parecchi anni affianca la Commissione europea sui provvedimenti inerenti la salvaguardia dell’ambiente, la crisi climatica, la produzione di energia elettrica sostenibile.
Nel capitolo dedicato al piccolo idroelettrico, EREF, composto anche dalle associazioni nazionali dedite alla produzione di energia idroelettrica da piccoli impianti, promuove i vantaggi e le opportunità del piccolo idroelettrico a livello dell'UE, per garantire e migliorare il mix energetico da fonti rinnovabili e per creare opportunità di sviluppo per le numerose piccole e medie imprese in tutta l’Unione.
Sono molte, quindi, le raccomandazioni di EREF per la prossima agenda strategica dell’UE sul come promuovere efficacemente la produzione sostenibile di energia.
Ma torniamo al concetto di mini idroelettrico e della moderna tecnologia che lo rende possibile.
La produzione di energia idroelettrica di piccole dimensioni ha una bassa variabilità e un'elevata prevedibilità. Inoltre, ha una capacità di modulazione in termini di bilanciamento della potenza e controllo della tensione, conferendo maggior flessibilità all’intero sistema elettrico, con una quota crescente di fonti energetiche rinnovabili, variabili e integrate nelle reti elettriche.
La piccola produzione idroelettrica ha un'elevata efficienza globale, fino ad oltre l'85%.
Può rispondere immediatamente alle fluttuazioni della domanda di elettricità, soddisfacendo sia la domanda di carico di base che quella di picco e contribuisce al controllo della tensione.
Non inquina l'aria né produce rifiuti durante il funzionamento ed è una soluzione senza emissioni di CO2.
Le piccole centrali idroelettriche sono ottimizzate per ridurre al minimo l'impatto sugli ecosistemi, poiché sono costruite e gestite in conformità a norme molto rigide.
Il settore delle piccole centrali idroelettriche conosce crescenti investimenti in tutta l’UE, anche perché garantisce soluzioni rispettose della fauna ittica e mantiene e sviluppa la biodiversità nei diversi habitat.
Perché l’Unione Europea ha bisogno dei piccoli impianti idroelettrici? Nei 27 Stati membri sono circa 25 mila gli impianti idroelettrici di piccole dimensioni, ovvero di potenza installata inferiore ai 10 MW, che forniscono energia elettrica ad oltre 13 milioni di persone e contribuiscono in maniera assai significativa al processo di de-carbonizzazione dell’Unione.
Sono impianti molto flessibili, che aumentano la protezione dai rischi idrogeologici, che mitigano gli effetti della siccità se collegati a bacini di stoccaggio dell’acqua, riducono le emissioni di gas serra, causa primaria, queste ultime, dell’innalzamento della temperatura media sulla Terra e, quindi, dell’ormai accertato cambiamento climatico.
Le mini centrali idroelettriche concorreranno con certezza all’autosufficienza energetica dell’UE, rendendola sempre più indipendente verso le produzioni da fonti fossili sempre più costose e la cui disponibilità sappiamo quanto possa dipendere dai conflitti in essere.
I mini impianti idroelettrici ad acqua fluente sono ideali per i nostri fiumi.
La tecnologia oggi ne produce di svariate dimensioni, a seconda della grandezza del fiume stesso e della portata d’acqua di cui è capace.
Corsi d’acqua quali il Danubio, il Reno, l’Inn già da anni producono entità importanti di energia idroelettrica.
Ma pure fiumi di più ridotte dimensioni sul territorio europeo producono energia preziosa e più che mai rispettosa dell’ambiente.
Le oltre 200 mila medio - piccole centrali idroelettriche presenti nell’UE, se fatte oggetto di un opportuno repowering ed efficientamento con le più moderne e affidabili tecnologie, potrebbero portare ad un incremento di 80TWh di elettricità verde, nel rispetto dei necessari e giusti vincoli ambientali.
Ovvero il 7,5% in più di energia generata da fonti rinnovabili nell’UE, già oggi oltre il 40% dell’energia totale prodotta. Il settore del mini idroelettrico nell’UE conta circa 4.500 medio piccole imprese e oltre 60 mila professionisti.
Un settore, quindi, dalle grandi potenzialità anche occupazionali, che può portare il nostro continente ad essere leader nel mondo nella costruzione di tali impianti.
Se a questo aggiungiamo che gli Stati dell’UE hanno concordato di ridurre del 55% le emissioni di gas serra entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 e di raggiungere lo zero netto entro il 2050, sono facilmente intuibili le potenzialità del settore.
L’Italia anche qui ha molte chance da giocarsi con intelligenza, responsabilità e determinazione.
I nostri fiumi e la morfologia del nostro territorio, leggasi Alpi e Appennino, si prestano a condividere una saggia politica che privilegi anche il mini idroelettrico.
Fermandoci nel nostro Trentino, certamente l’idroelettrico ha già ora una presenza significativa, che però potrebbe essere ottimizzata con le nuove tecnologie e pensando a «sfruttare» rispettosamente lo scorrere dei nostri fiumi, senza alterarlo, partendo evidentemente dall’Adige, che potrebbe essere reso lungo il suo percorso anche meno pericoloso e dannoso in caso di forti precipitazioni.
E qui, come spesso accade, è sempre questione di avere un’ampia, rispettosa e responsabile visione a medio-lungo termine, di saper dialogare e condividere con i territori senza pregiudizi, al fine di rendere l’habitat che ci circonda con nostra immensa fortuna, ancora più sicuro e godibile.
Paolo Farinati