Giorgetti: «Rigore e riforme sfide complesse, ma teniamo la rotta»

Il Consiglio dei ministri ha approvato il Documento di economia e finanza 2025: Pil rivisto al ribasso (+0,6%), deficit al 3,3% e debito in lieve calo

Il Consiglio dei ministri ha approvato il 9 aprile scorso il nuovo Documento di economia e finanza per il 2025, tracciando una rotta prudente in un contesto globale segnato da incertezze geopolitiche e turbolenze finanziarie.
Le previsioni di crescita vengono riviste al ribasso: il PIL italiano salirà appena dello 0,6% nel 2025 (la metà di quanto stimato inizialmente), per poi stabilizzarsi allo 0,8% nel biennio successivo.
 
Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, riconosce le difficoltà di una congiuntura sfidante, ma ribadisce l’impegno a contenere il deficit – previsto al 3,3% – e a gestire un debito pubblico ancora pesante, seppur in lieve calo (136,6% del Pil).
Sul fronte fiscale, arriva la proroga della delega fino a fine 2025, con nuove misure per rafforzare l’equità e l’efficienza del sistema, inclusa l’estensione della transazione fiscale agli enti locali.
 
 Difesa, Pnrr e agroalimentare completano il quadro: si conferma l’obiettivo 

Nato del 2% del PIL per la spesa militare, ma con attenzione alla sostenibilità delle finanze pubbliche.
Prosegue anche la riorganizzazione dei fondi europei, con il «piano B» del ministro Fitto per salvaguardare i progetti del Pnrr.
 
Sul versante agricolo, varata una stretta contro le frodi alimentari con l’introduzione del reato di «agropirateria».
Infine, via libera alla riforma della Farnesina, per rendere la diplomazia italiana più agile e preparata alle nuove sfide internazionali. In sintesi: poche illusioni su una crescita robusta, ma il governo punta su rigore, riforme e strategia per tenere la barra dritta in acque agitate.
 
 Giorgetti: «Rispettate le previsioni nonostante il taglio delle stime sulla crescita» 

Illustrando il nuovo Def approvato dal Consiglio dei ministri, e ribattezzato provvisoriamente Documento di finanza pubblica (Dfp), il ministro dell'economia Giancarlo Giorgetti ha sottolineato che «il documento è stato adottato in una situazione molto complessa sotto l'aspetto economico globale con rilessi per l'economia nazionale e tutto ciò rende molto molto complicate e difficili, perfino aleatorie, le previsioni non solo di lunghissimo termine ma anche quello a breve».
 
 «Non si poteva andare oltre» 

«Ahimè l'economia ci riserva delle sorprese, mi chiedete di pianificare a tre anni, in Parlamento qualcuno ha fatto una battaglia per il 2028, ma di cosa stiamo parlando?
«Parliamoci onestamente, se riesco ad azzeccare il 2025 sono già un mago.»
Non ci sono contenuti programmatici, ma sono già ricomprese delle dinamiche a legislazione vigente.
Non si tiene conto dell'impatto diretto della crisi dei dazi, ma «abbiamo ridimensionato la previsioni di crescita rispetto ai documenti di qualche giorno fa».
 
Durante la conferenza stampa piomba l'annuncio del presidente americano Donald Trump di una pausa di 90 giorni sulla politica dei dazi.
La notizia che può cambiare tutto, ancora una volta.
«Prendo atto di questa iniziativa di Trump, che apprezzo, – si limita a rispondere nell'immediato, poi ci ritorna. – Nel 2024 è andata meglio, questo vuol dire che, se non succedeva tutto questo casino, nel 2025 andavamo sotto il 3%, incredibile, uscendo dalla procedura di debito eccessivo anticipatamente.»