È scattata la guerra dei dazi tra USA, Messico, Canada e Cina

E dal primo di aprile entreranno in funzione quelli che riguardano l’Europa. Ma non ci guadagnerà nessuno: l’inflazione andrà alle stelle e il Pil crollerà

Tra poche ore il presidente USA Donald Trump terrà un discorso importante alle Camere riunite in sessione congiunta.
Non è il cosiddetto «Stato dell’Unione» perché questo è il primo discorso del presidente, ma in questo momento ha praticamente lo stesso valore.
I portavoce della Casa Bianca hanno anticipato che il discorso punterà sul «rinnovo del sogno americano».
Secondo gli osservatori, sarà un «discorso di guerra», perché Trump in sostanza annuncerà di aver dato il via alla guerra dei dazi, che ha quantidicato in 1.500 miliardi di dollari.
 
Eppure c’è poco da vantarsi di operazioni che costano agli USA almeno quanto agli stati colpiti da questi provvedimenti.
Canada, Messico e Cina non hanno perso un minuto ad attivare le contromisure.
Il primo ministro canadese Justin Trudeau ha ribadito che «nulla giustifica queste misure americane» e che «è una guerra che non vedrà vincitori e che farà male alle famiglie statunitensi».
Il Canada risponderà a partire da mezzanotte applicando dazi del 25% su 107 miliardi di dollari di merci statunitensi.
E anche il premier della Provincia canadese dell’Ontario, Doug Ford, ha dichiarato che gli impianti automobilistici del Michigan probabilmente chiuderanno entro una settimana perché fermerà le spedizioni di nichel e la trasmissione transfrontaliera di elettricità agli Stati Uniti.
 
Il Messico aveva evitato la prima bordata di dazi grazie a un accordo dell'ultimo minuto per l'invio di migliaia di truppe al confine settentrionale, ma in realtà a Trump non è bastato.
Rispetto al Canada, la presidente messicana Claudia Sheinbaum ha annunciato che risponderà con iniziative ponderate, che avrebbe già delineato.
La presidente messicana attende la telefonata prevista per giovedì con Trump per trovare una soluzione a breve dei dazi entrati oggi in vigore.
Secondo gli analisti economicim con i dazi al Messico gli Stati Uniti hanno solo da perdere, soprattutto sulla competitività a livello globale.
 
La Cina, dal canto suo, aumenta dazi su pollo, maiali, grano e cotone made in Usa.
Lo ha annunciato il ministero del Commercio cinese che ha promesso l’inasprimento fra il 10 e il 15% dei dazi a seconda dei beni importati dall’America.
Ma in più la Cina ha già presentato un ricorso all'Organizzazione mondiale del commercio (Wto), perché «l'ultimo aumento delle tariffe della Casa Bianca viola gravemente le regole del Wto e mina le basi per la cooperazione economica e commerciale tra Cina e Stati Uniti».
Finora, peraltro, il meccanismo del Wto per la risoluzione delle controversie commerciali è di fatto inoperativo sin dal primo mandato del presidente Trump. Ma ha un forte significato istituzionale.
 
Trump ha poi dichiarato che entro il primo di aprile introdurrà i dazi sui prodotti europei, nella misura generica del 25% su acciaio, alluminio, automobili, chip, farmaci e generi alimentari.
Nel suo elegante modo di parlare, Trump ha detto che «L’Europa è nata per fotterci [to fuck – NdR]. E ha fatto un buon lavoro in questo, ma ora ci sono io alla presidenza».
Che l’Unione Europea sia nata per fregare gli Usa, è una pietosa scusa che si è inventato Trump, perché sono ben altre le motivazioni che hanno portato i Paesi Europei a fondare la UE.
Secondo Confcooperative, l’eventuale imposizione di dazi sull’alimentare prodotto dalla cooperazione potrebbe comportare da solo un minore fatturato italiano per 2 miliardi. Ma il pericolo maggiore sarebbe dato dalla crescita di produttori di merci simili a quelli italiani.
Nella tarda giornata di oggi, Trump ha precisato che tratterà caso per caso sui prodotti da penalizzare.
 
In tutti i casi, la guerra dei dazi potrebbe far aumentare l’inflazione del 10% e far calare il PIL mondiale del 3%.
E il danno è già cominciato in tempo reale: sono crollate le borse di tutto il mondo.
Wall Street perde l’1,60%, il peggior calo dallo scorso dicembre.
Le borse europee hanno perso in media il 3%. Già bruciati quei 1.500 miliardi che Trump voleva portare al sogno americano proprio con i dazi.
Se il buon giorno si vede dal mattino…