È nato in Trentino il «Distretto Economia Solidale»
Oggi la sottoscrizione dei 32 soggetti che si impegnano nel reinserimento sociale e lavorativo delle persone in esecuzione penale
Oggi, con una cerimonia ospitata presso la Sala Depero, i 32 soggetti firmatari si sono impegnati a dar vita al Distretto dell’Economia Solidale «Per il reinserimento sociale e lavorativo delle persone in esecuzione penale».
Il logo, che raffigura una casa stilizzata aperta verso l’esterno con due tessere colorate, simboleggia le iniziative e i progetti dedicati al reinserimento delle persone.
Un percorso che comprende anche il punto «Spini Pizza» – iniziativa promossa dalla Procura della Repubblica di Trento – destinato a svilupparsi attraverso nuove opportunità in futuro e la cui realizzazione vedrà la collaborazione tra la Provincia e i soggetti firmatari del DES, mentre la gestione sarà a cura di Enti del terzo settore coinvolti in un apposito procedimento di co-progettazione.
Alla firma dell'Accordo oggi sono intervenuti il presidente della Provincia Maurizio Fugatti e l'assessore alla salute e politiche sociali Mario Tonina, il presidente del Consiglio provinciale Claudio Soini, il sindaco di Trento Franco Ianeselli, i procuratori della Repubblica di Trento Sandro Raimondi e di Rovereto Orietta Canova, il commissario del Governo Giuseppe Petronzi, il provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria Rosella Santoro, la direttrice della Casa circondariale Anna Rita Nuzzaci, il garante dei detenuti Giovanni Maria Pavarin, la presidente del Tribunale di sorveglianza Trento Lorenza Omarchi.
Fra i presenti anche la vicepresidente della Provincia Francesca Gerosa, il direttore generale Raffaele De Col, la dirigente del Servizio provinciale politiche sociali Federica Sartori e il dirigente dell'Umst affari generali della presidenza e segreteria della Giunta Nicola Foradori.
A dare il benvenuto in Sala Depero è stato il presidente del Consiglio provinciale Soini che ha parlato di «un passo avanti nei servizi rivolte alle persone che si trovano in esecuzione penale» e del «lavoro come chiave del reinserimento sociale».
«È motivo di orgoglio – ha quindi proseguito il presidente Fugatti – vedere riuniti attorno a questo tavolo tutti gli attori principali della nostra comunità, in un percorso innovativo a livello nazionale.
«Un percorso che punta al reinserimento sociale e lavorativo, al sostegno delle persone in esecuzione penale che vogliono rientrare nel mondo del lavoro.
«Anche su questo fronte, il Trentino, con la sua speciale autonomia, vuole essere un modello.»
Il procuratore Raimondi ha spiegato come «il reinserimento rappresenti la chiave per non delinquere più», auspicando che il progetto consenta di «lanciare un ponte fra carcere e cittadinanza».
Un plauso al progetto è arrivato anche dal sindaco Ianeselli, mentre il procuratore Canova e il presidente del Tribunale di sorveglianza Omarchi hanno posto l’accento sul lavoro in sinergia dei tanti soggetti coinvolti, quindi il provveditore Santoro ha spiegato l’importanza del «percorso di rieducazione».
La direttrice della Casa circondariale Nuzzaci ha ringraziato il Trentino, un territorio accogliente, dove una persona su cinque è impegnata nel volontariato, mentre il garante dei detenuti Pavarin ha elogiato la Provincia di Trento per la capacità di mettere a terra il progetto.
In conclusione l’assessore Tonina ha parlato di un percorso di «inclusione reale» e di una «collaborazione fra pubblico e privato che nasce dal basso e coinvolge le comunità, un esempio concreto di inclusione aperto alla cittadinanza, con l’obiettivo anche di sensibilizzare la società civile, che si può riassumere in una grande rete di opportunità», infine il commissario del Governo Petronzi, sottolineando come al centro ci debbano essere le persone, ha parlato di «un momento di riscatto e di reinserimento».
L'Accordo per la realizzazione del Distretto Economia Solidale
L'Accordo volontario si propone di favorire il reinserimento sociale e lavorativo delle persone in esecuzione penale; gli obiettivi principali includono il rafforzamento della responsabilità territoriale, la creazione di nuove opportunità lavorative per i detenuti e i soggetti in semilibertà, la promozione di percorsi formativi professionalizzanti e il sostegno all’inclusione sociale dei minorenni sottoposti a provvedimenti giudiziari.
Elemento centrale dell’Accordo è il Distretto dell’Economia Solidale (DES), articolato in tre categorie di soggetti:
- Promotori, che ne curano la programmazione e la diffusione;
- Gestori, responsabili della realizzazione degli interventi e della formazione dei beneficiari;
- Sostenitori, che mettono a disposizione risorse, spazi e competenze per lo sviluppo delle attività.
Il coordinamento del Distretto è affidato alla Provincia autonoma di Trento, tramite una Cabina di Regia composta da rappresentanti istituzionali e partner del progetto.
Gli impegni dei soggetti sostenitori prevedono, tra le altre azioni, l’informazione alle imprese su incentivi per l’assunzione di persone in esecuzione penale, la promozione di iniziative culturali e sociali per l’inclusione e il supporto al progetto di ristorazione esterno al carcere «Spini Pizza». Organizzazioni di categoria, fondazioni e associazioni di volontariato contribuiscono con risorse e azioni specifiche per favorire il successo del progetto.
I soggetti gestori sono Enti del terzo settore accreditati in ambito socio-assistenziale individuati tramite apposite procedure di evidenza pubblica.
Al riguardo è stato recentemente approvato dalla Giunta provinciale un Avviso di co-progettazione per la gestione dei servizi «Per il reinserimento sociale e lavorativo delle persone in esecuzione penale», di durata triennale, con un valore complessivo di 3 milioni.
La co-progettazione è articolata in un Progetto di massima con 2 Aree di intervento interconnesse: l'Area «RistorAZIONE», che prevede la realizzazione del progetto Spinipizza, e «Dentro&Fuori Carcere» che include i laboratori interni per l'acquisizione dei pre-requisiti lavorativi e iniziative per favorire il reinserimento (sportelli, servizi di abitare accompagnato ecc...).
Il finanziamento del progetto deriva da fondi provinciali integrati con altri fondi extraprovinciali, tra cui quelli della Cassa delle Ammende e quelli che potranno derivare dalla partecipazione ad altri Avvisi ministeriali.
Il logo
Il logo individuato per il Distretto richiama la dimensione di una casa, chiusa su tutti i lati, ma con un’apertura verso l’esterno fatta da due tessere colorate. Tre gli elementi che si sono voluti mettere in evidenza:
- Appartenenza, ovvero la casa: si tratta della comunità territoriale che compone il Distretto e si impegna nel comune obiettivo del reinserimento sociale e lavorativo delle persone in esecuzione penale.
- Autonomia, ovvero l'apertura: riferito al percorso di inserimento sociale e lavorativo dei destinatari, tramite l’acquisizione di nuove competenze e autonomie, anche in contesti esterni alla Casa circondariale.
- Apertura al territorio, ovvero le due tessere colorate: sono le iniziative e i percorsi aperti alla cittadinanza e al territorio, veicolo di inclusione sociale; in particolare le due tessere sono i progetti e le iniziative del Distretto, tra cui i laboratori e le attività interne alla Casa Circondariale, i percorsi di supporto nel territorio e il Punto di ristorazione esterno che si intende realizzare.
Spini Pizza
L’iniziativa, promossa da un gruppo di lavoro composto dalla Procura della Repubblica di Trento in collaborazione con Comune, Amministrazione penitenziaria, Tribunale di sorveglianza, Ordine degli Avvocati di Trento e Rovereto e Camera penale, vede la Provincia autonoma di Trento come coordinatore operativo. Il progetto prevede la realizzazione di una struttura in legno di circa 300 metri quadrati.
L'attività di ristorazione sarà situata vicino alla Casa circondariale di Trento e sono al via i lavori per la realizzazione e per la gestione dell'attività.
Curerà la realizzazione della struttura la Provincia, tramite il SOVA - Servizio sostegno occupazionale e valorizzazione ambientale, promuovendo anche il coinvolgimento sottoscrittori del DES nel suo allestimento.
Per quanto riguarda la gestione dello spazio e dell'attività di ristorazione è stato avviato un procedimento di co-progettazione rivolto agli Enti del Terzo settore che prevede un finanziamento triennale dell'attività.
Oltre al punto di ristorazione esterno il progetto comprende anche un laboratorio di cucina interno alla Casa Circondariale, per coinvolgere un numero maggiore di persone e valorizzare le esperienze di formazione attive tramite i percorsi curati dall'Istituto alberghiero di Levico Terme.
All'interno della Casa Circondariale è inoltre presente un progetto in campo agricolo, che potrà fornire all'attività di ristorazione i prodotti coltivati.
L’obiettivo è quello di offrire ai detenuti un'opportunità concreta di riscatto e reinserimento, trasformando un’esperienza di formazione in una prospettiva di futuro.
Soggetti firmatari
Provincia, Procura della Repubblica, Garante dei diritti dei detenuti, Difensore Civico, Commissariato del Governo, Provveditorato regionale dell’Amministrazione penitenziaria, Casa Circondariale di Spini di Gardolo, Ufficio interdistrettuale Esecuzione Penale Esterna, Centro per la Giustizia minorile, Tribunale di Sorveglianza e Tribunale per i Minorenni di Trento, Comune di Trento, Camera Penale di Trento, Ordini degli Avvocati di Trento e di Rovereto, Consorzio Con.Solida, Federazione trentina della cooperazione, Confindustria Trento, Coldiretti, CIA Agricoltori italiani trentini, Associazione Artigiani e piccole imprese del Trentino, Confcommercio e Confesercenti del Trentino, ASAT - Associazione Albergatori e Imprese turistiche della Provincia di Trento, Fondazione Caritro, Fondazione Crosina Sartori, Gruppi Lions Trentino, Soroptimist Club Trento, Gruppi Rotary Club Trento e Gi.Pro - Giovani e professioni.
Nuove adesioni
Si specifica infine che l’Accordo è aperto all’adesione di nuovi soggetti promotori e sostenitori, previa verifica della coerenza delle loro attività con le finalità del Distretto.