Dichiarata «decaduta» la governatrice della Sardegna Todde

Da un controllo delle spese elettorali, il Collegio di garanzia ha trovato forti divergenze tra dichiarazioni e conteggi

Il collegio di garanzia elettorale costituito presso la Corte d’appello di Cagliari ha dichiarato decaduta dalla carica di consigliere regionale Alessandra Todde, che perderebbe quindi anche la poltrona da presidente della Regione
Il Collegio ha controllato i documenti ricevuti sulle spese effettuate da ciascun consigliere: le fatture, i contributi, gli importi ricevuti e spesi per la campagna elettorale.
Nel caso di Todde si tratterebbe di una cifra di poco superiore a 90mila euro, ma secondo fonti qualificate, ci sarebbe stato un errore materiale, per cui alcuni documenti sarebbero stati inviati più volte e, di conseguenza, con le somme delle rendicontazioni moltiplicate.
Il collegio elettorale della Corte d'appello ha emesso un'ingiunzione per inadempimenti nelle spese elettorali.
A rischio quindi l'esito del voto dello scorso febbraio 2024. La parola ora all'Assemblea sarda.
 
Va da sé che la Todde ha rilasciato una dichiarazione ufficiale per esprimere la propria volontà a non dimettersi.
«La notifica della Corte d’appello è un atto amministrativo che impugnerò nelle sedi opportune, – ha dichiarato. – Ho piena fiducia nella magistratura e non essendo un provvedimento definitivo continuerò serenamente a fare il mio lavoro nell’interesse del popolo sardo.»
Resta il fatto che la decisione del Collegio ha messo sotto shock non solo la Regione Sarda, ma anche l’intero campo largo.
Alessandra Todde aveva conquistato la guida della Sardegna raccogliendo 331.109 preferenze, appena 3mila in più del rivale Paolo Truzzu, espressione di Fratelli d’Italia.
Quella di Todde era stata la prima importante vittoria dell’alleanza tra il Pd di Schlein e il Movimento cinque stelle.
Ora, comunque vadano le cose, la faccenda proietta una brutta luce sull’Amministrazione della Regione Sarda di centrosinistra