Dialoghi tra Luciano e Claudio Passamani, a cura di Cinzia Tait

La mostra di scultura e pittura «Strani Mondi» resterà aperta dino al 10 gennaio

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Si è aperta il 27 dicembre 2024 e si concluderà il 10 gennaio 2025, presso la sala Orizzonte degli Eventi, di Rovereto, Via Portici, la esposizione «Strani Mondi» di scultura e pittura - Dialoghi tra Luciano e Claudio Passamani.
Evento di fulgida e diafana bellezza, sospeso tra passato e presente, saturo di emozione e di parole non dette. Un dialogo silenzioso tra padre e figlio. Perché Luciano è il padre di Claudio Passamani, venuto a mancare prematuramente, prima che le sue opere potessero esplodere alla fruizione pubblica.
Una spinta irrefrenabile la loro, quella di Luciano e Claudio, ad esprimere il linguaggio dell’anima attraverso opere che attraversano il tempo e lo spazio e dialogano tra loro e si ricongiungono in questo spazio espositivo.

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Un percorso artistico quello di Luciano, il padre, che ha sottratto il tempo alla fatica quotidiana, per esprimere il proprio mondo, le proprie tensioni, la propria visione, il proprio sentire, e che oggi è possibile apprezzare grazie al tributo di Claudio, figlio talentuoso, devoto, ammirato e riconoscente, che a sua volta ha raccolto il testimone, «riproducendo» le stesse dinamiche del padre.
Perché anche Claudio ruba il tempo al lavoro quotidiano, per esprimere attraverso la materia, sublimandola, il proprio mondo interiore. Padre e figlio sono uniti in un percorso ideale, fatto di corrispondenze, in un afflato comune che attinge all’invisibile.
In sede di inaugurazione, l’esposizione si è aperta sulla toccante presentazione, intima e colta, del fratello di Claudio, Massimo, che citando Baudelaire, Bacone e Campo, ha trovato parole inusuali, sature di bellezza e pathos, per celebrare la magia dell’evento.
 
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Ad accogliere il visitatore, una grande figura femminile in bronzo, quasi una vestale, appartenente ad una Collezione privata, opera magnificiente di Claudio Passamani, a rappresentare la figlia, colta in un atteggiamento raccolto ed assorto.
Scultura potente e delicata insieme: il capo reclinato, la muscolatura sapientemente modellata, la naturalezza nella posa, l’equilibrio nei volumi, tradiscono un’attitudine innata di Claudio Passamani a scolpire, tramandata nelle generazioni, una capacità scultorea che scorre nelle vene, intatta, vergine, a ricreare attraverso la materia malia ed estasi.
 
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Un’opera ammaliante e inaspettata: lui, Claudio Passamani, che danza tra i materiali e spazia prevalentemente nell’informale, sa esprimersi sapientemente anche nel figurativo, come il padre, e come il nonno, travalicando i luoghi comuni e cogliendo l’essenza dell’essere, e si conferma scultore a pieno titolo.
E poi una carrellata di opere, in un percorso che si affronta con rispetto, quasi sacrale, quasi a non voler violare un’intimità di affetti e passioni, di corrispondenze e dialoghi interiori.
Domina la sala l’opera monumentale e lieve insieme Strani Mondi, che nasce dal genio creativo di Claudio, e che vede padre e figlio idealmente presenti a dialogare insieme ed ad interrogarsi sulle sorti del mondo: in basso una figura femminile in bronzo, assorta, opera del padre Luciano, che osserva in uno scenario senza tempo, quasi immobile, icastico, il sistema solare, con i pianeti sospesi su steli metallici, sfere di colore in un orizzonte atemporale.
 
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Sullo sfondo, a parete, un trittico, in resina translucida, dai colori potenti, il blu profondo, il verde intenso, il rosso fuoco, tutti declinati in gradazioni ammalianti.
A creare risonanza emotiva, a parlare di profondità del pensiero e del sentire, di abissi e vette dell’anima. E poi volti scolpiti, figure, un mappamondo in bronzo del padre Luciano, con due figure congiunte a rappresentare idealmente la forza dei legami e della cooperazione, e ancora opere materiche a muro, e opere in resina.
Padre e figlio entrambi sempre presenti, in una danza di rimandi, assonanze e corrispondenze.

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A trasmettere la propria poetica e la propria visione del mondo, dell’esistere, dei valori, dell’essere.
In questi tempi bui, in cui sembra che sia l’oscurità e il disordine a prevalere, è l’artista che può illuminare le coscienze, creare ponti tra visibile ed invisibile, riportare la luce, dare corpo al candore incredulo sulla vastità dell’essere, andare oltre la matericità, oltre i luoghi comuni, aprire all’ignoto e al trascendente, in un dialogo immanente che coinvolge la coscienza di ciascuno, e consente di riappropriarsi del significato profondo dell’esistere.

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