Crippa sotto l'ora nella mezza maratona di Barcellona
Yeman Crippa debutta in questo 2025 a Barcellona chiudendo in 59:52 per il quarto posto finale, record mondiale per Kiplimo
Di nuovo sotto l’ora Yeman Crippa che chiude in 59:52 nella mezza maratona di Barcellona, al quarto posto sul traguardo e oltre il fatidico muro per la seconda volta in carriera dopo il primato italiano di 59:26 stabilito tre anni fa.
Un crono ottenuto con una prova di carattere nonostante qualche problema di stomaco nella gara di esordio stagionale per il campione europeo in carica, doppio oro lo scorso giugno a Roma con il trionfo individuale e a squadre.
Nella città catalana fa scalpore il record mondiale dell’ugandese Jacob Kiplimo, autore di un clamoroso 56:42 per riprendersi il limite che gli era stato sottratto di un secondo dall’etiope Yomif Kejelcha con 57:30 a Valencia il 27 ottobre.
È il primo uomo di sempre a correre in meno di 57 minuti sui 21,097 chilometri, in testa fin dall’inizio e senza lepri, con un progresso sul precedente record di ben 48 secondi realizzando di passaggio anche il miglior tempo alltime nei 15 km con 39:47.
Il bicampione del mondo di cross, già iridato della mezza nel 2020, infligge un distacco di due minuti abbondanti a un big come il tre volte oro mondiale della specialità Geoffrey Kamworor (Kenya) che arriva in 58:44, terzo l’altro keniano Samwel Mailu (59:40).
«Le aspettative erano alte – commenta Yeman Crippa – perché puntavo al record italiano con la possibilità di attaccare il primato europeo, 59:13 dello svizzero Julien Wanders, ma la giornata per me si è rivelata più difficile del previsto per i dolori addominali che mi hanno accompagnato fin dai primi passi.
«Intorno al settimo chilometro le sensazioni non erano quelle che volevo, stavo correndo da solo e ho anche pensato di fermarmi, però visto il crono parziale al decimo mi sono detto di stringere i denti.
«Ho avuto la forza di continuare, poco dopo metà gara mi ha raggiunto il keniano Benard Kibet Murkomen [quinto in 1h00:01 – NdR] e l’ho staccato nel finale per andare in caccia del podio, poi all’arrivo ho dato di stomaco.
«C’è un po’ di rammarico, devo lavorare su queste situazioni e imparare a gestirle, ma un tempo sotto i 60 minuti in queste condizioni non è scontato.»