Cosa leggere dopo le vacanze natalizie? – Di Luciana Grillo

«L’agenda della giardiniera 2025», a cura di Nicoletta Campanella – «Sulla mia terra», Francesca Mannocchi

In genere, chi è abituato a servirsi di un’agenda cartacea, la compra nei primi giorni di dicembre, per trovare quella che per dimensioni e contenuti risponde alle proprie esigenze.
C’è però un’agenda speciale che vorrei segnalare all’attenzione di chi ama la natura, le piante, i fiori… e anche se l’anno è già iniziato questa Agenda risulta utile, oltre che bella per immagini e descrizioni.
Si tratta dell’Agenda della giardiniera, un prezioso vademecum che ci accompagna di mese in mese, rammentando i giorni da ricordare, offrendo, all’inizio, delle pagine dedicate a ciascun mese e una scheda davvero preziosa sulla «rosa del mese», mentre alla fine uno spazio bianco desinato agli «appunti per il giardino».
 
C’è ancora un altro particolare importante da sottolineare, e sono le pagine dedicate ai quattro elementi – terra, fuoco, acqua, aria – da quattro grandi giardiniere, Martha Sprecht Corsi, Pascale d’Afflitto, Rosa Muoio e Benedetta Piccolomini.
Martha racconta la storia di sua madre Flaminia che a Fiesole realizzò «Paradiso», «un luogo dominato dal sole, protetto dai venti, irrorato dal verde della collina di Fiesole», a Firenze fondò il Garden Club, mettendosi al servizio della comunità e incoraggiando alla pratica del giardinaggio per abbellire asili, scuole e carceri con i fiori.
 
Ancora in Toscana incontriamo Pascale, di origine francese, arrivata per amore nel Chianti dove ha dato vita all’orto giardino di Castel Ruggero.
In questi anni, in cui le stagioni sono per così dire anarchiche, Pascale ha capito che «siamo noi che dobbiamo adattarci».
Rosa Muoio, Direttrice tecnica del Real Orto Botanico di Napoli, ha risposto «alle nuove sfide di una realtà ambientale profondamente mutata», mentre il Real Orto, «da roccaforte di dominio assoluto dei botanici» si è trasformato in un polo culturale che propone interessanti attività divulgative, restando comunque sempre un museo vivente, attento «a sensibilizzare i cittadini a un uso più responsabile dell’acqua».
 
In Friuli ci ritroviamo nel labirinto del castello di Cordovado di cui è artefice Benedetta Piccolomini, spinta dal suo amore per le rose. Attentamente osserva «l’aggressione dei bruchi e del caldo e del sole», ma considera le piante come persone ammalate che reagiscono alla malattia perché hanno voglia di guarire e vivere e, a proposito di malattie e guarigioni, per Benedetta «il labirinto di rose può essere anche definito un giardino terapeutico».
L’Agenda è completata da splendide foto, da articoli sulle orchidee e sui monti Euganei e da schede molto precise sulle rose, accompagnate dal detto rosa cape, spinam cave (cogli la rosa, evita la spina).
 
Complimenti a Nicoletta Campanella che ha costruito un’Agenda sfogliando la quale sembra di sentire il profumo delle rose!
 
«L’agenda della giardiniera 2025», di Nicoletta Campanella, edizioni Nicla 2024, € 17,10

 
Per i ragazzi, forse informati superficialmente sulla storia di israeliani e palestinesi, la giornalista Francesca Mannocchi ha scritto un libro interessante, vero e drammatico, che prende spunto dal massacro del 7 ottobre 2023, organizzato da Hamas – movimento di resistenza islamica, nato nel 1987, al tempo della prima intifada – ai danni degli israeliani che hanno immediatamente risposto con la stessa inaudita violenza bombardando la striscia di Gaza, «una piccola area che ospita più di due milioni di palestinesi».
 
Mannocchi racconta e spiega, con l’aiuto di schede e cartine geografiche, non soltanto l’accaduto, ma va indietro nel tempo, cercando di risalire all’origine del conflitto, partendo dalla nascita ufficiale del Sionismo che risale al 1897.
Racconta poi di Ben Gurion, della prima guerra mondiale e dei rapporti sia con l’impero ottomano che con quello britannico, delle leggi razziali e dell’Olocausto, della fondazione dello Stato di Israele e della guerra dei Sei giorni (1967), della formazione del Likud che nel 1977 vince le elezioni nazionali.
Benjamin Netanyahu, leader di questo partito, è oggi al governo ed è contestato da molti, sia nel suo Paese che nel resto del mondo.
 
Con una grande chiarezza espositiva, l’autrice descrive la barriera difensiva e la Road Map for Peace, l’embargo – cioè un blocco che isola il territorio e impedisce sia i contatti con l’esterno che l’ingresso di aiuti – la partecipazione della Palestina alle assemblee dell’ONU come osservatore, il riconoscimento di Gerusalemme da parte del Presidente degli Stati Uniti Trump come capitale di Israele nel 2017 e così via.
Nel secondo capitolo leggiamo le storie di palestinesi che convivono con le prepotenze dei coloni israeliani sulle colline a sud di Hebron e che, dopo il 7 ottobre, sono stati costretti a lasciare case e greggi, tende e povere baracche. I bambini non possono più andare a scuola e sono afflitti dagli incubi notturni, temendo sempre le aggressioni dei coloni…
 
«Questi sono i ricordi di Jinan…non potrò mai dimenticare la precisione con cui questa ragazzina di tredici anni si alza in piedi e ripete i gesti, i passi, le parole… mima i coloni che hanno sfondato la finestra, il suo rifugiarsi nelle braccia della madre.»
Qui un padre racconta: «I nostri figli stanno crescendo con i coloni in strada pronti a spararci contro, con padri dietro le sbarre di un chekpoint che non possono correre da loro a raccoglierli da terra, padri a cui i coloni sputano addosso. E nessun padre dovrebbe provare cosa significhi essere umiliato di fronte al proprio figlio».
 
Un ragazzo di diciannove anni, palestinese, torna a casa dalla prigione, dalla «detenzione amministrativa», una forma di detenzione durante la quale l’arrestato non sa perché sia stato arrestato… Mannocchi è lì, con il padre emozionato e con il figlio finalmente vicino.
Mannocchi si occupa anche degli israeliani, di un ragazzo che farà l’obiettore di coscienza (in un paese in cui l’arruolamento è la norma e i bambini sono educati alla guerra fin dalle scuole elementari) e non andrà a combattere, che ha tanti amici palestinesi e che «non avrebbe capito cosa significa davvero l’occupazione dei territori palestinesi se non l’avesse vista attraverso i loro occhi».
 
Di pagina in pagina entriamo in questo mondo così diverso dal nostro – assuefatto alla pace – con Mannocchi ci introduciamo nel campo profughi di Jenin dove vivono più di 14.000 rifugiati, sentiamo parlare di Arna Mer , dei laboratori creativi che organizzava per i bambini, dello Stone Theatre – distrutto e ricostruito con il nuovo nome di Freedom Theatre.
Daniella Weiss è una signora anziana, israeliana, che aiuta i coloni a realizzare i nuovi insediamenti, avendo capito per esperienza diretta che comunque questi insediamenti sono illegali per la giustizia internazionale, autorizzati solo dal governo israeliano.
Perciò spiega alle giovani coppie che devono «essere pronte alla vita degli avamposti, le comunità che illegalmente si stabiliscono su un terreno, occupandolo prima con tende e container» che successivamente diventeranno alloggi definitivi.
 
Erella Dunayevsky è un’altra attivista israeliana che vive in un kibbutz e che da anni riunisce bambini israeliani e palestinesi: gli uni imparano la lingua degli altri e in questa ottica di condivisione Erella visita famiglie palestinesi, porta loro ciò di cui hanno bisogno e accompagna la nostra autrice nelle grotte, dove vivono alcuni nuclei familiari di palestinesi i cui alloggi sono stati distrutti.
 
Un capitolo descrive la valle del Giordano, anzi le due valli, da una parte abitano i palestinesi che non hanno acqua, dall’altra gli israeliani, circondati da piante rigogliose, le cui case sono dotate di belle piscine… anche qui ci sono generosi attivisti, che rischiano l’arresto da parte dei soldati, che non si arrendono; un altro capitolo ritorna sulla Cisgiordania dove i coloni imperversano, mettono il territorio a ferro e a fuoco, uccidono chi si difende senza armi… e la violenza cresce senza controllo, di giorno in giorno.
Sono convinta che una lettura come questa possa dire molto ai nostri adolescenti alle prese con tik tok e smartphone, perché racconta le storie di loro coetanei, nati dalla parte sbagliata.

Francesca Mannocchi, «Sulla mia terra», DeAgostini edizioni, pagine 288, € 14,90.

Luciana Grillo
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