Come coniugare solidarietà e moda – Di Luciana Grillo
L’Associazione Mafalda DonneTrento e Hibiscus hanno fatto un bel lavoro
L’hibiscus è il fiore simbolo di Haiti, l’isola caraibica che immediatamente evoca in noi palme, spiagge e mare cristallino.
Nel 2010 un catastrofico terremoto la ridusse in polvere: davanti a una casa sbriciolata, una bambina di tredici anni – affetta da una malattia rara – fu salvata e insieme alla mamma e al fratellino fu portata in Italia.
La CRI, come sempre in prima linea quando c’è bisogno di aiuto, la fece sbarcare a Roma e il Comitato di Trento, con Mariarosa Antonelli, vicepresidente di Mafalda, la prese in consegna, con la sua e altre famiglie.
A Trento tutti questi sventurati terremotati trovarono casa, accoglienza e protezione.
La bambina di allora si chiama Kathiana Saincy, ha studiato in città, parla un ottimo italiano e qualche volte si esprime in trentino. Ha conseguito il diploma presso il Liceo linguistico – oggi parla cinque lingue – ha coltivato la sua passione per la moda frequentando scuole e atelier, ha partecipato a sfilate come modella e ha creato una sua collezione, Hibiscus, che ha potuto presentare proprio a Trento, grazie alla generosa disponibilità delle socie dell’Associazione Mafalda Donne Trento, alcune delle quali rivestono incarichi significativi all’interno del Comitato di Trento della CRI.
Un ampio salone del Grand Hotel Trento ha accolto circa 140 persone, ricevute dalla Presidente di Mafalda, Ilda Salerno Iannuzzi, delegata all’Inclusione Sociale C.R.I. - gruppo di Trento.
È stato Enzo Passaro a condurre la serata: dopo il saluto rituale e come sempre conciso della Presidente Ilda, ha dato prima la parola ad Eleonora Pisoni, Presidente Comitato C.R.I. di Trento, poi a Sergio Bonadio, Presidente Comitato C.R.I. del Trentino: entrambi hanno ricordato che l’attività della CRI non si limita alle ambulanze, ma si sviluppa dovunque ci sia bisogno di sostegno, in qualsiasi luogo si verifichino calamità, con uno sguardo attento ai fragili e agli ultimi.
È stata la volta, subito dopo, delle Assessore Franzoia, in rappresentanza della P.A.T., e Baggia, in rappresentanza dell’amministrazione comunale: hanno ringraziato la C.R.I. per l’impegno disinteressato e costante e l’Associazione Mafalda Donne Trento che è sempre presente quando le circostanze richiedono aiuto e sostegno.
Infine, è arrivata Kathiana, giovane e brillante, un po’ emozionata: Passaro le ha rivolto alcune domande, lei ha risposto con spontaneità, ha raccontato che aghi e fili erano sempre presenti nella sua casa, perché la mamma confezionava abiti da uomo; ha ricordato il dramma del terremoto, la casa che non c’era più, «sembrava che la terra volesse diventare cielo…», il papà e il fratellino sotto le macerie…
La C.R.I. l’ha portata in Italia, perché è affetta da una malattia rara, l’anemia falciforme, e qui ha potuto curarsi e riprendere a vivere. Mentre rispondeva, guardava Mariarosa Antonelli con occhi colmi di gratitudine.
Prima che ci si commovesse, siamo passati alla sfilata: qualche capo della sua prima collezione del 2019, poi le ultime creazioni, che hanno i colori delicati dell’hibiscus e la leggerezza della gioventù, indossate da dieci modelle.
La creatrice degli orecchini è stata chiamata da Kathiana accanto a sé e ringraziata per la capacità di realizzare concretamente ciò che lei aveva solo immaginato.
È stato bello vedere queste giovani donne solidali e coraggiose, pronte a mettersi in gioco insieme per portare a compimento i loro sogni e i loro progetti.
Una musica frizzante ha accompagnato la sfilata e la cena.
Alla fine, sembrava che nessuno volesse andar via, scendere dalla nuvola con i piedi a terra.
Ancora una volta Mafalda ha colto nel segno.
Cosa ci riserverà la prossima volta?
Luciana Grillo