Cartoline di Bruno Lucchi: l'Abbraccio Invisibile

Sono il racconto di un legame che si rinnova a ogni battito, un’eco di amori antichi e futuri, un frammento di infinito scolpito nella materia viva della natura

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In un tempo in cui il contatto fisico era un lusso proibito, quando i baci e gli abbracci venivano negati e i giorni sembravano svuotarsi di calore, l’amore continuava a cercare vie per esprimersi. In quell’epoca di distanze imposte, ho trovato ispirazione per il mio lavoro di scultore: plasmare l’argilla per unire in un’unica forma le coppie, trasformando il gesto fugace del bacio in un abbraccio eterno, capace di superare ogni barriera.
 
Sono convinto che l’arte, soprattutto in tempi difficili, sia un linguaggio che va oltre le parole: è un invito a sentire, a ricordare, a non dimenticare che l’amore, anche se muto, continua a parlare. Ed è proprio in questo spirito che desidero condividere con voi una favola breve di Davide Saliva che mi ha profondamente ispirato, una storia che ci ricorda come l’amore, pur ferito, possa trovare conforto anche nelle situazioni più imprevedibili:
 
L'INVITO DELLA FOLLIA

Tanto tempo fa, la Follia decise di invitare tutti i sentimenti per un'insolita riunione conviviale.
Raccoltisi tutti attorno a un caffè, per animare l'incontro, la Follia propose:
«Si gioca a nascondino?»
«Nascondino? Che cos'è?» – Domandò la Curiosità.
«Nascondino è un gioco! – Rispose la Follia – Io conto fino a cento e voi vi nascondete. Quando avrò terminato di contare, comincerò a cercarvi e il primo che troverò sarà il prossimo a contare.»
Accettarono tutti! Ad eccezione della Paura e della Pigrizia, che rimasero a guardare in disparte.
 
«1... 2... 3...» – La Follia cominciò a contare.
La Fretta si nascose per prima, dove le capito.
La Timidezza, esitante come sempre, si nascose in un gruppo d'alberi.
La Gioia corse festosamente per il giardino, noncurante di un vero e proprio nascondiglio.
La Tristezza cominciò a piangere perché non trovava un angolo adatto per occultarsi.
L'Invidia, ovviamente, si unì all'Orgoglio... e si nascose accanto a lui, dietro un sasso.
 
La Follia proseguiva la conta mentre i suoi amici si nascondevano, ma la Disperazione era sconfortata, vedendo che si era già a novantanove...
«Cento! – Gridò la Follia. – Adesso verrò a cercarvi!»

La prima ad essere trovata fu la Curiosità, poiché... non aveva potuto impedirsi di uscire per vedere chi sarebbe stato il primo ad essere scoperto.
Guardando da una parte, la Follia vide l'Insicurezza, sopra un recinto, che non sapeva da quale lato avrebbe potuto nascondersi meglio.
E così, di seguito, furono scoperte la Gioia, la Tristezza, la Timidezza e, via via, tutti gli altri.

Quando tutti finalmente si radunarono, la Curiosità domandò: 
«Dov'è l'Amore?»
Nessuno l'aveva visto...
Il gioco non poteva considerarsi concluso e così la Follia cominciò a cercarlo.
Provò in cima a una montagna, lungo il fiume, sotto le rocce, ma dell'Amore nessuna traccia.
Setacciando ogni luogo, la Follia si accorse di un rosaio, prese un pezzo di legno e cominciò a frugare tra i rami spinosi, quando ad un tratto... sentì un lamento...
Era l'Amore, che soffriva terribilmente perché una spina gli aveva appena perforato un occhio.
La Follia non sapeva che cosa fare.
Si scusò per aver organizzato un gioco così stupido.
Implorò l'Amore per ottenere il suo perdono e, commossa dagli esiti di quel danno irreversibile, arrivò al punto di promettergli che lo avrebbe assistito per sempre.
L'Amore, rincuorato, accettò la promessa e quelle scuse così sincere.
Così, da allora, l'Amore è cieco e la Follia lo accompagna sempre.
 
«Da sempre, la coppia è uno dei soggetti prediletti nelle mie opere; ho lavorato instancabilmente per celebrare la bellezza intrinseca dei legami umani, credendo – spesso in modo inconsapevole – nell'infinita forza dell'amore.
«In tempi in cui i contatti e i gesti di affetto sono stati negati, ho sentito l'urgenza di dare forma a quell'amore che, nonostante la distanza e il dolore, continua a cercarsi e a consolarsi.»
 
Nel mio atelier, l'argilla diventa la lingua in cui si trasformano quei gesti: mentre il disegno è un atto immediato e fugace, il plasmare l'argilla è un processo meditativo e lungo, che dura settimane, con attese necessarie tra l'asciugatura e la cottura ad alta temperatura.
È in questo tempo sospeso che la materia si trasforma in volume, la superficie prende vita e il dialogo tra la luce e l'ombra inizia a raccontare una storia di resilienza e speranza.
 
Le mie opere di coppie, fuse in un’unica forma, celebrano quegli abbracci e quei baci che il mondo ha dovuto rinunciare, trasformandoli in simboli eterni di un amore che resiste e si rinnova, nonostante tutto.
 
Bruno Lucchi


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Avvolti in un bozzolo di materia e luce, due corpi si stringono l’uno all’altro, intrecciati in un abbraccio che è riparo e promessa.
I segni orizzontali li avvolgono come fasce, custodi di un’intimità profonda, come se il tempo stesso li avesse protetti, avvolgendoli in strati di memoria e silenzio.
Ma la tensione non è chiusura: dalla solida terra, la scultura si innalza, la parte alta si libera, il volto si tende verso l’alto, proiettato oltre il peso del mondo.
È il momento della trasformazione, come crisalidi che si preparano al volo.
La coppia non è ferma, è in divenire.
Il loro amore è ancorato alla materia, ma il desiderio li spinge verso il cielo, dove la luce li accarezza e li rende quasi impalpabili, pronti a sciogliersi nell’aria.


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Due corpi intrecciati in un abbraccio sospeso, come rami che si cercano nel vento.
La materia si fa carezza, il tempo si ferma nel gesto di un bacio sfiorato, quasi sussurrato.
Sono radici e respiro, equilibrio perfetto tra il peso della terra e il desiderio di librarsi nell’aria.
I segni orizzontali che percorrono la pelle sono tracce di memoria, onde che lambiscono la riva di un lago, corteccia che custodisce il battito segreto della foresta.
La luce scivola su di loro, accarezza i volti e li lascia emergere appena, come se fossero scolpiti non solo nella terracotta, ma anche nel tempo stesso.
Non sono solo due figure: sono il racconto di un legame che si rinnova a ogni battito, un’eco di amori antichi e futuri, un frammento di infinito scolpito nella materia viva della natura.


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