Breganze festeggia il Torcolato – Di Giuseppe Casagrande

Domenica 19 gennaio nella località vicentina si rinnova il rito della spremitura delle uve del famoso vino passito ribattezzato da Veronelli «vinsanto da meditazione»

Franca Miotti, donna del vino, la reginetta del Torcolato di Breganze.

Un nettare divino, uno straordinario vinsanto da meditazione che non ha nulla da invidiare ai blasonati Sauternes francesi. Con queste parole Luigi Veronelli, padre indiscusso della critica enogastronomica italiana, ribattezzò il Torcolato dopo averlo assaggiato nella Cantina di Fausto Maculan. Era il 1976.
Domenica prossima 19 gennaio Breganze, la località vicentina adagiata alle falde dell'Altopiano di Asiago, festeggerà in pompa magna il vino simbolo che l'ha resa famosa in Italia e nel mondo con la spremitura delle uve da cui nasce: il Vespaiolo. Un rito che si ripete da 30 anni.

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La spremitura in piazza con un antico torchio dei grappoli appassiti di uva Vespaiola.

 
 Il rito della spremitura dell'uva da cui nasce: la dolcissima Vespaiola 

Il rito della spremitura in piazza dell’uva appassita da cui nasce, la Vespaiola, chiamata così poichè amata dalle vespe per la sua dolcezza, tornerà a Breganze per l'edizione numero 30 della «Prima del Torcolato». Trent'anni di storia, trent’anni di tradizione da gustare ad ogni sorso. La nuova produzione del Torcolato di Breganze quest’anno avrà il sapore delle annate speciali. Un anniversario che celebrerà i primi trent’anni del riconoscimento della denominazione Torcolato Doc Breganze dal Ministero e contemporaneamente la manifestazione che ha saputo radicarsi nella cultura vitivinicola veneta.
 
Nella Pedemontana Vicentina la storia del territorio e delle sue profonde radici contadine si intreccia con quella del Torcolato. Un legame che risale al 1890, anno in cui il nome Torcolato comparve per la prima volta per identificare il famoso vino passito diventato poi simbolo della Doc Breganze. Questa tradizione, lunga oltre un secolo, trovò trent’anni fa una nuova espressione con il rito della prima spremitura pubblica: dopo quattro mesi di appassimento nei fruttai delle cantine, i grappoli di uva Vespaiola vengono torchiati in piazza per il tradizionale brindisi con il primo mosto della nuova annata.

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Innocente Dalla Valle (Cà Biasi) al torchio. Sullo sfondo Fausto Maculan.

 
 L'orgoglio del presidente del Consorzio Giuseppe Vittorio Santacatterina 

«Festeggiare la trentesima edizione è motivo di grande orgoglio per tutto il Consorzio e per le cantine associate» ha dichiarato Giuseppe Vittorio Santacatterina, presidente del Consorzio per la Tutela dei vini Doc Breganze.
«Il Torcolato DOC Breganze ha saputo affrontare a testa alta la crisi che ha colpito i vini dolci in Italia negli ultimi anni - ha aggiunto - riuscendo a mantenere una domanda stabile sul mercato. La sua unicità, espressione del territorio in cui nasce, è la forza di questo vino dolce passito ottenuto dai migliori grappoli di uva Vespaiola, il vitigno autoctono di Breganze. La sfida per i prossimi cinque anni sarà quella di portare il nome del Torcolato ancora più in alto, sia in Italia che all’estero, un obiettivo che potremo raggiungere solo con il lavoro di squadra delle cantine DOC Breganze, comunicando il valore unico del nostro territorio.»

4-alcuni-componenti-della-magnifica-fraglia-del-torcolato-di-breganze.jpgAlcuni componenti della Magnifica Fraglia del Torcolato di Breganze.

 
 La sfilata della Magnifica Fraglia del Torcolato e l'investitura del fumettista Bigarella 

Il programma della trentesima edizione della «Prima del Torcolato» inizierà alle ore 9 con l’apertura in piazza della Mostra Mercato dei prodotti tipici e dello stand Torcolato a cura della Pro Loco Breganze, dove sarà possibile degustare il Torcolato dei produttori del Consorzio per la Tutela dei Vini Doc Breganze e assaggiare «La Pèca del Salbaneo», il dolce artigianale con tre ingredienti d’eccezione: il Torcolato Doc Breganze, la Ciliegia di Marostica Igp e l’olio extravergine d’oliva della Cooperativa Pedemontana del Grappa.
Dalle 13.30 alle 16 ritornerà l’appuntamento con il «Brindisi in Campanile», le visite guidate alla Torre Diedo, uno dei campanili più alti del Veneto, con la caratteristica degustazione ad alta quota del Torcolato, a cura dell’Associazione Arci-Ciacola e del Gruppo Campanari di Breganze.
 
A partire dalle 14.15 si entrerà nel vivo della manifestazione, con la folcloristica sfilata della Magnifica Fraglia del Torcolato di Breganze, seguita dal saluto delle autorità e dall’investitura dei nuovi Confratelli e dell’Ambasciatore del Torcolato nel mondo per l’anno 2025.
Il titolo sarà quest’anno conferito a Ivan Bigarella, noto fumettista e illustratore vicentino approdato in Disney come copertinista per Topolino e Paperinik. L'investitura sarà suggellata dal brindisi collettivo con il primo mosto di Torcolato della vendemmia 2024 ottenuto dalla spremitura nel caratteristico torchio allestito in piazza.

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Le uve attorcigliate ad uno spago e appese alle travi dei solai per l'appasssimento.

 
 Il «Fruttaio Tour» con visita guidata alle cantine di otto produttori di Torcolato 

Quello di domenica sarà un anniversario nel segno della tradizione, ma anche dell’arte teatrale e della musica. Per l’occasione, quest'anno il programma è stato arricchito con una parentesi teatrale dal titolo «Parole intorcolà» di Diego Dalla Via e un momento musicale che vedrà protagonista il celebre Violino Torcolato, che dal 2004 il liutaio Fabio Dalla Costa produce nella sua storica bottega a Breganze.
Infine, dalle 16.30 alle 20 tornerà il «Fruttaio Tour» con le visite guidate gratuite nelle otto cantine aderenti all’iniziativa: Cantina Beato Bartolomeo Da Breganze, Col Dovigo, IoMazzuccato, Le Colline Di Vitacchio Gianpietro, Maculan, Miotti Firmino, Transit Farm, Vitacchio Massimo.
La trentesima edizione della «Prima del Torcolato» è organizzata dalla Pro Loco di Breganze, in collaborazione con il Comune di Breganze, il Consorzio per la Tutela dei vini Doc Breganze e la Magnifica Fraglia del Torcolato, con il prezioso supporto della BCC Veneta.

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Fausto Maculan tra i grappoli di uva Vespaiola in appassimento.

 
 Breganze, nel 1969 il riconoscimento della denominazione d'origine controllata 

Il Consorzio per la Tutela dei vini Doc Breganze, nato nel 1982 da cinque produttori, associa oggi 17 soci vinificatori. La zona di pertinenza è quella della Pedemontana Vicentina, da sempre terra di grande tradizione viticola, che dal 1969 si fregia della Denominazione di Origine Controllata Breganze, la prima del Vicentino.
Essa comprende i rilievi collinari e l’immediata pianura compresi tra le vallate dei fiumi Astico e Brenta. Di quest’area Breganze è quasi il centro geografico, mentre gli altri capisaldi sono a ovest Thiene a est Bassano del Grappa.
Dal punto di vista enologico, la Doc Breganze raggruppa quindici tipologie di vini: Bianco, Tai, Vespaiolo, Vespaiolo Spumante, Pinot Grigio, Pinot Bianco, Chardonnay, Sauvignon, Rosso, Merlot, Cabernet, Cabernet Sauvignon, Pinot Nero, Marzemino e Torcolato. Quest’ultimo è sicuramente il più famoso e rappresentativo della Doc, denominazione conquistata in sede monisteriale 30 anni fa, nel 1995.

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Torcolato, quelle uve attorcigliate ad uno spago e appese alle travi dei fruttai

Il Torcolato di Breganze è un vino dolce, che si ottiene dai grappoli dell’uva Vespaiola, vitigno autoctono di Breganze, vendemmiati perfettamente maturi, selezionati e messi ad appassire in ambienti arieggiati (i fruttai e i granai delle vecchie case contadine). Qui vengono lasciati fino al gennaio successivo quando, raggiunta un’elevata dolcezza, vengono torchiati.
Dopo una lenta fermentazione, il vino riposa in piccole botti anche per più di due anni o almeno fino al 31 dicembre dell’anno successivo alla vendemmia prima di essere imbottigliato e immesso sul mercato.
 
Torcolato deriva dal latino «torculum». Le uve per essere appassite vengono attorcigliate ad uno spago, con il filo si fa un anello e si attorciglia l'uva girando lo spago tra un grappolo e l'altro. Questo forma una fila verticale di grappoli chiamati in dialetto locale «rosoli».
Ogni rosolo viene appeso alle travi delle soffitte nei locali ventilati delle case coloniche.
Molti produttori utilizzano ancora questo sistema per mettere l'uva Vespaiola ad appassire, anche se per il 90% oggi vengono usate cassette di plastica forate sui cinque lati per una migliore circolazione dell'aria. Questo permette di maneggiare meno il grappolo, evitando rotture involontarie degli acini, e facilita il controllo dello stato di appassimento e preservazione dell'uva.
 
Durante la fase dell'appassimento si sviluppa la «Botrytis Cinerea», la famosa muffa nobile che favorisce la concentrazione degli zuccheri e contribuisce all'esaltazione dei profumi e degli aromi che ritroveremo nel calice di questo vino dolce, ma non stucchevole. Un vinsanto da meditazione amato da Veronelli.
 
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Giuseppe Casagrande - [email protected]