Bollicine italiane da record – Di Giuseppe Casagrande
Tra Natale e Capodanno, in Italia e nel mondo, saranno stappate 355 milioni di bottiglie «tricolori». La parte del leone spetta al Prosecco. Boom dei cocktail e dello Spritz
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Sarà un Capodanno da record per le bollicine italiane che si apprestano a superare la fatidica quota di un miliardo di bottiglie prodotte e commercializzate nel 2024.
Di queste 355 milioni (+7%) saranno stappate tra Natale e Capodanno, in Italia e nel mondo.
Un record, rileva l’Osservatorio del Vino Unione Italiana Vini-Uiv e Ismea nel tradizionale report di fine anno, che dimostra la forza di una tipologia refrattaria a crisi economiche, conflitti e a difficoltà ormai strutturali del settore vitivinicolo.
Vola il nostro export, in sensibile calo il mercato dello Champagne
Tra Natale e Capodanno, secondo l’analisi, i consumi di sparkling tricolori si concentreranno soprattutto all’estero con 251 milioni di bottiglie stappate (+9% sul 2023) e 104 milioni in Italia (+2%). In sensibile calo invece il mercato dello Champagne, che chiuderà a -8% (5,1 milioni).
Il consuntivo 2024 (1,015 miliardi di bottiglie, +8%) rileva la forte controtendenza della tipologia spumanti non solo rispetto ai vini fermi, ma anche ai consumi di altre bevande alcoliche, dalla birra agli spiriti, fatta eccezione per il segmento cocktail, che, anzi, rappresenta una leva di crescita sempre più strategica anche per le bollicine made in Italy.
Il «boom» dello Spritz con 2,8 miliardi di cocktail a base di Prosecco
La tendenza legata allo «Spritz», in accelerazione in tutte le aree chiave della domanda a partire dagli Stti Uniti, secondo le stime dell’Osservatorio si è tradotta in 2,8 miliardi di cocktail a base di spumante italiano (in particolare Prosecco e altri Charmat), per un totale di circa 340 milioni di bottiglie dedicate al mix.
Un fattore determinante per l’export di quest’anno, che si profila in una crescita stimata del 9%, complice in particolare l’ennesimo exploit del Prosecco e la crescita in doppia cifra degli altri metodo Charmat, spiega l’Osservatorio del Vino Uiv-Ismea.
La famiglia Malfer, casa spumanistica Revì, con sede ad Aldeno.
Bene gli spumanti a denominazione di origine controllata (Doc) e garantita (Docg)
Sempre secondo l'Osservatorio del Vino, a dominare il mercato sono comunque gli spumanti a denominazione di origine controllata (Doc) e garantita (Docg), che rappresentano circa l’80% dell’imbottigliato. E se fino a 20 anni fa «la linea del Po», sottolinea ancora l’Osservatorio, non veniva quasi mai oltrepassata, oggi ormai si produce spumante in tutta Italia, con 70 denominazioni a origine controllata e 17 a origine controllata e garantita. Un «boom».
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Giuseppe Casagrande - [email protected]
Lucia Letrari presenta il Brut Rosé Riserva.