Azienda sanitaria universitaria, il punto con i professionisti
Oggi pomeriggio l’incontro per tracciare un bilancio del 2024 e condividere le strategie future in vista del passaggio all'azienda sanitaria integrata
Fare il punto su ciò che è stato fatto nel 2024 e su quanto si farà per porre le basi per la sanità del futuro.
Questo il focus dell'incontro rivolto alle figure apicali dell’azienda sanitaria, che si è svolto oggi pomeriggio al centro studi Erickson e che ha visto la partecipazione di numerosi professionisti, anche collegati da remoto.
Un pomeriggio all’insegna della condivisione delle linee strategiche e degli obiettivi che la Giunta provinciale ha assegnato all’Apss, un'occasione per condividere il percorso e discutere le azioni operative previste per il prossimo anno per traghettare l’Azienda provinciale per i servizi sanitari verso la nuova Azienda sanitaria universitaria del Trentino.
Nel corso dell’incontro hanno preso la parola l’assessore alla salute Mario Tonina, il dirigente generale del Dipartimento salute e politiche sociali Antonio D’Urso, il rettore dell’Università di Trento Flavio Deflorian. Per Apss si sono alternati il direttore generale Antonio Ferro, il direttore sanitario Giuliano Mariotti, il direttore delle risorse umane Luciano Bocchi, la direttrice del servizio ospedaliero provinciale Emanuela Zandonà, il direttore delle professioni sanitarie Simone Cecchetto, la direttrice della specialistica ambulatoriale Elisabetta Mon e il direttore del controllo di gestione Simone Bilato.
È un’azienda sanitaria al femminile dove i neo assunti sono numericamente vicini ai dipendenti over60 quella che risulta dalla fotografia sulle risorse umane.
Un’azienda che ha recuperato le attività ante periodo Covid grazie al lavoro di tutti i professionisti e anche all’intensificazione delle attività di reclutamento.
Un’azienda dove le sfide future includono il passaggio all'Azienda sanitaria universitaria integrata del Trentino (Asuit), la riorganizzazione dell'assistenza territoriale, l'implementazione del DM77 e dei progetti PNRR per l'aggiornamento delle infrastrutture sanitarie e digitali.
«Apss è pronta ad affrontare le sfide future tra cui la costituzione dell'Azienda sanitaria universitaria integrata del Trentino – ha sottolineato Antonio Ferro nel suo intervento – attraverso il completamento del percorso della Scuola di medicina, la definizione dei percorsi didattici e l'avvio delle scuole di specialità.
«Queste scuole, con le loro caratteristiche uniche, saranno un polo di attrazione per studenti e professionisti da tutta Italia.
«Negli ultimi anni abbiamo lavorato intensamente su diverse aree: l'area ospedaliera, dove abbiamo consolidato la nostra eccellenza e l'area della prevenzione, in cui il recente rapporto del Nuovo sistema di garanzia del Ministero della salute ci posiziona ai primi posti a livello nazionale e, l'area distrettuale, che ha visto un miglioramento rispetto agli anni precedenti, ma su cui continueremo a investire nel 2025-26.»
«Un altro punto che mi preme sottolineare – ha proseguito Ferro – è l'attenzione al personale.
Abbiamo registrato un aumento del trend dell'organico, con una stima di 350 professionisti in più rispetto al 2019.
Inoltre, stiamo attuando una campagna di attrattività che punta sulle opportunità di sviluppo professionale, sulla formazione continua, su cui la nostra azienda sanitaria investe molto, ma anche su conciliazione tra lavoro e famiglia e qualità della vita in Trentino, e, non ultimo, sulla possibilità di retribuzioni più competitive rispetto ad altri contesti italiani, campagna che, assieme alla Scuola di medicina, auspichiamo possa dare frutti nel portare nella nostra provincia nuove risorse professionali.»
Il dirigente generale del Dipartimento salute, Antonio D’Urso, ha messo in rilevo l’importanza del lavoro di squadra per portare avanti le «grandi scommesse che attendono Apss nell’immediato futuro: Asuit, Nuovo ospedale del Trentino e la gestione dei fondi europei e nazionali (Pnrr e Pnc) per il rinnovo delle infrastrutture e delle tecnologie».
«Il passaggio all’Asuit – ha evidenziato D’Urso – è nodale e rappresenta una straordinaria opportunità di fare innovazione anche sui modelli organizzativi; un percorso stimolante che stiano affrontando con un alleato prezioso, l’università».
D’Urso ha quindi illustrato a grandi linee i passaggi normativi che porteranno all’Azienda sanitaria universitaria integrata del Trentino, a partire dal disegno di legge che andrà a modificare la legge provinciale sulla tutela della salute (n. 16 del 2010), al Protocollo di intesa tra Provincia e Università che definirà il perimetro e le regole fondamentali della futura Asuit, fino all’Atto aziendale che disegnerà la struttura della futura Azienda universitaria integrata, con la definizione dei Dipartimenti e delle Unità operative.
«All’Università di Trento spetta l’elaborazione del piano di reclutamento del personale che, con decine di concorsi già in fase di programmazione nell’arco dei prossimi tre anni, inciderà molto sull’organizzazione sanitaria e ospedaliera» – ha commentato il rettore Flavio Deflorian presente oggi all’incontro.
Così come sono stati cruciali fin qui l’ascolto e il raccordo con le esigenze di Apss, ora sentiamo che è necessaria da parte nostra anche una maggiore trasparenza su cosa vogliamo fare e, nello specifico, su quali saranno le aree cliniche in cui sarà prevista una presenza accademica.
L’incontro di oggi con la comunità sanitaria è l’occasione per ribadire la volontà di un dialogo basato su fiducia e rispetto dei ruoli.
L’obiettivo è quello di arrivare in breve tempo a un’autonomia nella gestione delle professioni sanitarie e infermieristiche rispetto all’Università di Verona, che ci ha ben supportato fin qui.
Il disegno di legge per la costituzione della nuova Azienda integrata, che è in fase avanzata di elaborazione, recepisce gli obblighi previsti dalla normativa e i punti che riteniamo utili per lo sviluppo del nostro progetto.
È un tassello importante per continuare a costruire insieme il nostro piano di sviluppo».
Infine da parte del rettore Deflorian una rassicurazione al personale di Apss sui criteri adottati nel piano di sviluppo del personale:
«Come Università non possiamo prescindere dal puntare, anche nei reclutamenti, all’eccellenza scientifica.
«È un punto, questo, su cui non faremo sconti. Ma siamo anche consapevoli che in questo ambito, il rigore e la preparazione scientifica non sono sufficienti a garantire un sanitario eccellente. Serve anche una solida capacità clinica.
«Coniugare queste due diverse esigenze complementari in un unico piano di sviluppo è la nostra sfida e il nostro impegno.»
«Grazie per questo importante momento di condivisione. Il dialogo e il confronto costruttivo – ha evidenziato l’assessore Tonina – sono la base per poter affrontare le tematiche di questa giornata di programmazione delle attività future. – È necessario per me ascoltare dalla viva voce di chi lavora sul campo quali sono le criticità, per poter assumere poi la responsabilità di atti politici che possano dare risposte concrete.»
La valorizzazione del personale rimane sempre una questione chiave per l’assessore, che si deve tradurre in un riconoscimento professionale ed economico: da qui le importanti risorse riservate al personale sanitario nel bilancio.
Altri temi cruciali su cui è necessario un impegno condiviso sono il tema dell’appropriatezza delle prestazioni, sia in termini di prescrizione, sia di richiesta dei cittadini, per andare ad alleggerire le liste d’attesa e i pronto soccorso, grazie anche alla collaborazione fondamentale della medicina di famiglia.
«Altro tema su cui non è possibile rimanere indifferenti – ha evidenziato l’assessore – è quello della prevenzione, che abbiamo inserito come Giunta nella strategia provinciale e su cui è necessario investire attraverso una pianificazione trasversale che ci permetta di raccogliere risultati a medio lungo termine.
«Il futuro della sanità trentina si giocherà anche sul Nuovo polo ospedaliero e la Scuola di Medicina. Infine, da parte dell’assessore, un richiamo alla «necessità di porre fine agli atti di violenza contro i sanitari, garantendo attraverso misure concrete e protocolli condivisi ambienti di lavoro sicuri a tutti i nostri operatori.»