Autonomia 2: dialogo tra giovani, istituzioni e cultura ladina

A Sèn Jan, in Val di Fassa, seconda tappa di #Come, il progetto itinerante di «Conosciamo Autonomia»

Dal ruolo delle nuove generazioni alla specificità dei gruppi linguistici, dalla tutela delle minoranze - non solo linguistiche - alle nuove potenzialità dell’Autonomia.
Sono solo alcuni dei temi affrontati oggi, presso l’Aula Magna della Scola Ladina de Fascia, a Sèn Jan in Val di Fassa, durante la seconda tappa di #Come, iniziativa che porta il Consiglio Provinciale direttamente nelle scuole, promossa nell’ambito di «Conosciamo Autonomia», ampio programma formativo del Consiglio della Provincia autonoma di Trento declinato in incontri, dibattiti, laboratori, scoperta e visita di luoghi.
Sotto la lente l’Autonomia e le minoranze linguistiche, non solo ladine, ma anche cimbre e mochene. Tra i partecipanti all’incontro c’erano anche Matteo Nicolussi Castellan, membro dell’Autorità per le minoranze linguistiche e Federico Corradini, sorastant della Scola ladina de Fascia.
 
«L’Autonomia del Trentino è come un grande albero con ampie radici – ha detto Mariachiara Franzoia, vicepresidente del Consiglio Provinciale, rivolgendosi all’ampia platea di studenti - . Più le radici sono profonde, più riusciremo a valorizzarci e diventare forti. Più riusciremo a diventare forti, più saremo in grado di trascinare anche gli altri in progetti positivi e che guardano il futuro». Franzoia ha sottolineato il ruolo del Consiglio Provinciale «il parlamento del Trentino, dove si fanno le leggi e si applicano i principi del nostro autogoverno», i consiglieri provinciali «che hanno il compito di legiferare con impegno e responsabilità».
 
In platea gli studenti del don Milani di Rovereto e la Scola Ladina de Fascia. Ragazze e ragazzi hanno preso parte prima all’incontro formativo e poi a un tavolo-laboratorio dove si sono confrontati tra loro su tradizioni, lingua, artigianato, musica e sull'associazionismo del popolo ladino con la partecipazione folkloristica del «Grop de la mescres Cianacei e Gries». Ad intervenire in Aula Magna anche la consigliera provinciale Stefania Segnana.
«Il nostro Statuto - ha ricordato - dedica particolare attenzione alle minoranze. La nostra Autonomia arriva e discende proprio dalla loro tutela». Segnana ha invitato gli studenti alla responsabilità partecipativa che passa anche attraverso l’esercizio del diritto di voto.
 
Il segretario generale del Consiglio provinciale, Giuseppe Sartori, si è soffermato sul ruolo che dovranno avere le nuove generazioni. «Che cosa significa Autonomia oggi per chi è arrivato all'ottava generazione? Che cosa vuol dire essere trentino per chi non è trentino dalla nascita?» ha chiesto. «Oggi non possiamo solo guardare indietro, ma dobbiamo proiettarci al futuro. Tra i successi dell’Autonomia c’è sicuramente la tutela delle minoranze che deve continuare ad essere intesa e rappresentata. Siamo un territorio virtuoso e di laboratorio».
 
Di confini e minoranze hanno parlato Paolo Carta, direttore della facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Trento e i ricercatori dell'Università, Vincenzo Desantis e Elia Aureli.
«In Trentino – ha detto Carta – la dimensione del confine non è un limite e lo vediamo andando a ripercorrere la storia dell’Autonomia partita da interazioni di identità e culture diverse». «I confini – ha aggiunto Desantis - non sono intesi come muri che schermano un’area isolata ma come perimetri di un ecosistema».
 
A chiudere l’incontro Giuseppe Detomas. Il procurador del Comun General de Fascia si è soffermato sulla tutela dei gruppi linguistici con particolare riferimento alla realtà ladina della Val di Fassa. «La questione delle minoranze linguistiche è portata avanti dal Comun General de Fascia. – ha detto Detomas - Siamo fieri di avere questa autonomia dentro l’Autonomia. Mi rivolgo a voi ragazzi: sarete la classe dirigente di domani. Autonomia non è difesa di privilegio, ma strumento per dare risposte migliori alla nostra comunità. Siate testimoni e impegnatevi a tutela di tutte le minoranze, anche quelle ai margini».