Arco, smantellata dai Carabinieri una rete di prostituzione

Dei mascalzoni stranieri avevano portato sulla cattiva strada 15 ragazze fra i 22 e i 31 anni, facendole lavorare in Trentino, Bergamo, Padova, Mantova, Verona e Brescia

Nelle prime ore di questa mattina, i Carabinieri della Stazione di Arco, in collaborazione con personale del NOR e delle Stazioni dipendenti dalla Compagnia di Riva del Garda, su delega della Procura della Repubblica di Rovereto, hanno dato esecuzione a una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dall’ufficio GIP del Tribunale di Rovereto nei confronti di due stranieri, in Italia senza fissa dimora, accusati del reato di sfruttamento della prostituzione.
Deferiti in stato di libertà, per lo stesso reato, anche altri sette stranieri appartenenti al medesimo gruppo.
 
Le indagini, particolarmente complesse e articolate, sono state svolte dai Carabinieri della Stazione di Arco su delega e con il coordinamento della Procura della Repubblica di Rovereto, diretta dal Procuratore Orietta Canova e hanno consentito di individuare un sodalizio composto da 9 soggetti stranieri, di età compresa fra i 26 e i 38 anni, dedito alla gestione di una fiorente attività di sfruttamento della prostituzione.
L’attività di indagine ha consentito di stabilire che il gruppo, con base operativa nell’Alto Garda, nel periodo dal febbraio 2024 alla data odierna, dopo aver reclutato all’estero 15 ragazze fra i 22 e i 31 anni, le aveva condotte in Italia, avviandole all’attività di prostituzione in dieci strutture ricettive delle provincie di Trento, Bergamo, Padova, Mantova, Verona e Brescia.
 
È stato denunciato in stato di libertà per favoreggiamento della prostituzione anche il gestore di un residence della provincia di Trento.
Inoltre, sono stati deferiti anche i gestori di altre 9 strutture ricettive che hanno omesso di comunicare la presenza degli utilizzatori delle medesime all’Autorità di PS.
Gli appartenenti al gruppo, giornalmente, pubblicavano online vari annunci, offrendosi anche di accompagnare le ragazze presso le abitazioni dei clienti che ne facevano richiesta e si dimostravano disponibili a pagare un supplemento.
 
Gli accertamenti hanno consentito di dimostrare che il giro d’affari prodotto poteva raggiungere anche i 300.000 euro al mese i quali venivano poi ripartiti fra i 9 stranieri appartenenti al gruppo e subito reinvestiti all’estero in appartamenti di pregio, auto di grossa cilindrata e monili in oro.
Le ragazze viceversa ricevevano abiti griffati, gioielli, cene in ristoranti di lusso e ingressi in centri estetici.
 
L’attività di esecuzione delle misure e dei decreti di perquisizione, nella quale sono stati impiegati 25 Carabinieri, ha portato al sequestro di apparati informatici e denaro provento dell’attività illecita.
Le due persone arrestate in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere, al termine delle formalità di rito, sono state trasferite presso le Case Circondariali di Trento e Padova.