Alla scoperta della Trento Romana – Di Luciana Grillo

La dottoressa Bassi ha esposto ai soci del Rotary in maniera estremamente chiara e rigorosa la disposizione dell’antica Tridentum che riposa sotto la città

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L’architetto Enrico Pedri, appassionato di Storia e attualmente Presidente del Rotary Club Valsugana, ha offerto ai soci del club e agli ospiti una serata molto interessante durante la quale la dottoressa Cristina Bassi, funzionaria archeologa presso la Soprintendenza per i Beni Librari, Archivistici e Archeologici della Provincia Autonoma di Trento, ha illustrato la Trento romana, i vari interventi di ricerca nell’area dell’antica Tridentum e anche le ultime scoperte che hanno allargato il perimetro al quale di solito si faceva riferimento.
 
Dunque, non più e non solo attività di ricerca nell’area della Chiesa di Santa Maria Maggiore, di via Santa Margherita, della piazza Leonardo da Vinci, dove una volta c’era il porto fluviale, della villa Maestranzi e dell’Istituto Sacro Cuore, di via Tommaso Gar e di via Prepositura, dove si trovavano ambienti per produzioni artigianali…
 
Tra via San Pietro e via Santa Maria Maddalena, c’erano l’anfiteatro e siti cimiteriali, da est arrivava l’acqua del Fersina attraverso un acquedotto sotterraneo, in piazza Dante sorgevano edifici di cui si sa davvero poco, mentre sappiamo con certezza che da Porta Veronensis si arrivava a Verona lungo una strada ai lati della quale si trovavano aree cimiteriali, come attestano le sepolture rinvenute in via Dordi, via Calepina e via Verdi. Magazzini con ampi portici si trovavano nei pressi della Facoltà di Sociologia e forse anche non lontano dal Liceo Prati e da piazza delle Erbe.
 
Nell’area occupata dall’Istituto delle Suore Canossiane arrivava la via Valsugana, di cui rimangono tracce in via Grazioli e in via Pilati; altri reperti, compromessi da fenomeni alluvionali, sono in via Travai e sotto il cortile delle scuole Crispi.
Nell’area di via Esterle, già colpita in passato da eventi alluvionali, alla profondità di otto metri dai piani attuali sono stati trovati un tratto di una strada in direzione est-ovest – via glareata – e un’area cimiteriale ricca di monumenti funebri risalenti al IV secolo dopo Cristo.
 
L’esposizione estremamente chiara e rigorosa della dottoressa Bassi è stata ascoltata in un religioso silenzio, mentre sullo schermo scorrevano le foto dei siti.
Tutti abbiamo pensato che forse Trento non era – come per molto tempo si è detto – una piccola città di passaggio che metteva in comunicazione il nord con il sud, ma invece era ampia e ricca di opifici e ville, come testimoniano i bellissimi mosaici della Villa di Orfeo, da non molto riaperti al pubblico, dopo un lungo restauro.
 
Numerose domande sono state rivolte alla dottoressa Bassi su reperti, località, tempi…Un applauso convinto ha concluso la bella serata.
Immaginare che il «Giro al Sas» sia una passeggiata che sovrasta, nascondendo ma anche proteggendo, l’antica Tridentum, evoca storie lontane e nello stesso tempo invita a pensare ai prossimi anni quando, condizioni economiche permettendo, tutto quanto è sotto i nostri piedi tornerà alla luce.

Luciana Grillo
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