«Alberi e vita», esposizione di Teresa Delaiti – Di Daniela Larentis
La mostra della pittrice trentina in corso alla Biblioteca civica «Tartarotti» di Rovereto sarà visitabile fino al 2 marzo 2025 – L’intervista

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È in corso a Rovereto la mostra Alberi e vita, dedicata alle opere di Teresa Delaiti, ospitata nella Sala multimediale della Biblioteca civica «Tartarotti», in Corso Bettini 43.
L’esposizione, inaugurata il 7 febbraio con presentazione critica di Nicoletta Tamanini e visitabile fino al 2 marzo 2025, offre ai visitatori l’opportunità di immergersi in un universo di colori e visioni attraverso il linguaggio pittorico dell’artista.
L’ingresso è libero.
La pittrice roveretana ha saputo trasformare il proprio linguaggio artistico nel corso degli anni, passando da una pittura figurativa a un’espressione in cui il colore è il protagonista assoluto.
Come ha sottolineato Nicoletta Tamanini nella sua presentazione, il percorso artistico di Delaiti si distingue per una «straordinaria visionarietà» e una «raffinata tecnica pittorica» che le permettono di creare immagini in cui il dato reale viene «rielaborato, trasfigurato e sublimato».
L’artista lavora con oli dai toni brillanti, prediligendo accostamenti netti di colori primari come il rosso, il giallo e il blu, senza ricorrere a disegni preparatori.
Il risultato è una narrazione astratta che si snoda in «puzzle visivi», costruiti attraverso composizioni geometriche verticali e orizzontali, capaci di evocare emozioni intense e vitali.
«Un caleidoscopio dai mille colori», sottolinea Tamanini, che stimola l’osservatore e lo conduce in un viaggio sinestetico, dove il colore sembra trasformarsi in suono, creando una sorta di «sinfonia visiva».
L’arte, per chi la crea e per chi la osserva, è un linguaggio universale capace di trasmettere emozioni, raccontare storie e dare voce a stati d’animo profondi.
Attraverso il colore, la luce e la forma, questa artista ci invita a entrare nel suo mondo, fatto di armonia, energia e positività.
La sua evoluzione dal figurativo all’astratto non è solo un cambiamento stilistico, ma il riflesso di un percorso interiore che continua a rinnovarsi opera dopo opera.
I suoi dipinti non sono solo immagini, ma emozioni fissate sulla tela, capaci di dialogare con lo spettatore e di lasciare un segno nel cuore di chi li osserva.
Alcune brevi note biografiche.
Nata a Rovereto nel 1953, Teresa Delaiti vive e lavora a Pomarolo, dove ha sede il suo atelier artistico.
La sua formazione inizia alla Scuola d’arte De Soni e Martini, nella sua città natale, dove ha avuto l’opportunità di apprendere dai preziosi insegnamenti di Umberto Savoia.
Artista dalla passione instancabile, dedica ogni giorno molte ore alla pittura, affinando costantemente il suo talento innato.
Predilige l’uso dei colori a olio, che applica su diversi materiali, con una particolare preferenza per la tela.
Fa parte di molte associazioni artistiche tra cui ricordiamo l’UCAI, Unione Artisti Cattolici Italiani, Sezione di Trento, il Gruppo «Amanti dell’Arte» di Nomi e l’Associazione ADARTE di Trento.
Dal 1990 l’artista ha partecipato a mostre personali e collettive raccogliendo sempre positivi apprezzamenti da parte del pubblico e della critica. Tra le mostre recenti a cui ha partecipato ricordiamo la Biennale di Cremona (2024), la Triennale di Venezia (2024), Flying Art in Messico (2024), la mostra personale a Borgo Valsugana presso lo Spazio Klien (2024), «Arte e Natura, incontri Trentino e Sicilia» a Cefalù con il Gruppo ADARTE (2024), la partecipazione al Premio Nazionale ADA di Venezia (2024) e la mostra presso la Galeria De Marchi di Bologna (2025).
Da ricordare inoltre che nel dicembre 2024 presso le antiche sale di Palazzo Vecchio a Firenze le è stato consegnata la medaglia di bronzo al XLI Premio Firenze per l’opera «Le Betulle».
Abbiamo avuto occasione di rivolgerle alcune domande.
La mostra «Alberi e vita» sta suscitando grande interesse tra i visitatori. Qual è il messaggio principale che desidera trasmettere attraverso le sue opere?
«Il mio è un messaggio positivo: amare gli alberi, perché sono loro a donarci la vita, e amare la natura, che ci sostiene e ci nutre.
«È un invito a vivere con gioia, ad abbracciare la bellezza del mondo che ci circonda.
«Attraverso i miei dipinti voglio trasmettere pace, armonia e colore, elementi essenziali per il benessere interiore.»
Nel corso del tempo ha attraversato un’evoluzione stilistica significativa, passando dal figurativo all’astrazione. Come è avvenuta questa trasformazione?
«Ogni mia opera nasce sempre da un soggetto: una fotografia, un ricordo, un momento vissuto che mi ha colpito. Da lì inizio a dipingere seguendo le mie emozioni.
«Dipingo da oltre 45 anni; per vent’anni mi sono dedicata al figurativo, ma con il tempo ho sentito l’esigenza di trasformare ciò che vedevo, di andare oltre la semplice rappresentazione, sintetizzando le forme e lasciando che fosse il colore a esprimere gli stati d’animo.
«Dipingere è per me un’evoluzione continua, una ricerca costante che si nutre delle mie esperienze e del mio sentire.»
Il colore è un elemento centrale nel suo linguaggio artistico. Come sceglie le cromie per le sue opere e che ruolo hanno le emozioni in questo processo creativo?
«Il colore per me è istinto, nasce da dentro. Predomina il giallo, simbolo di luce ed energia, ma amo anche altre tonalità.
«Inizio ogni opera con un disegno a contorni blu – non uso mai il nero – e poi lascio che le cromie emergano spontaneamente: il giallo, l’arancio, il rosso, il viola, anche se quest’ultimo lo utilizzo con più parsimonia. Le emozioni sono fondamentali: dipingere è il mio modo di esprimermi, di liberare ciò che sento.
«È una necessità vitale, un momento di totale immersione in una dimensione spirituale. Seguo l’istinto, ma è un istinto che si fonda su anni di studio e di pratica, la padronanza delle tecniche mi permette di esprimermi in libertà.
«Il mio studio, luminoso e accogliente, è il luogo dove ogni giorno mi dedico alla pittura, che per me è vita.
«Attraverso i colori voglio trasmettere un messaggio di positività, e sapere che chi osserva le mie opere può sentirsi ispirato o sollevato mi dona una grande gioia.»
L’arte è spesso un ponte tra l’esperienza personale e il mondo esterno. Quanto del suo vissuto personale entra nelle sue tele?
«Moltissimo. Ogni emozione, ogni accadimento della mia vita si riflette nelle mie opere. Anche le esperienze negative, una volta elaborate, trovano spazio nei miei dipinti trasformandosi in qualcosa di positivo.
«Nulla è premeditato: inizio con un semplice schizzo del soggetto e poi mi lascio guidare dall’istinto, senza seguire un progetto rigido. È un processo spontaneo, che nasce dal profondo e prende forma attraverso il colore e la composizione.»
Progetti futuri/sogni nel cassetto?
«La mia prossima mostra si terrà a Torre Mirana, nella Sala Thun, dal 21 al 30 marzo 2025.
«Inoltre, a metà settembre aprirò il mio studio al pubblico per alcuni giorni, come faccio ormai da molti anni, in occasione della festa dello Zampognaro a Pomarolo.
«Sarà un’occasione per mostrare le mie opere più recenti e condividere il mio percorso con chi ama l’arte.
«Sono in programma anche altre mostre, sia collettive che personali, ma per il momento preferisco non svelare troppo.»
Daniela Larentis – [email protected]