Ad Ala, 80 anni fa, l'assassinio di don Mercante e Dallasega
Dallasega, arruolato con i tedeschi, si era rifiutato di uccidere don Mercante perché era un sacerdote. Fu fucilato anche lui
Il 27 aprile di 80 anni fa una compagnia di soldati tedeschi, in fuga dall'Italia, fucilò ad Ala, in San Martino, don Domenico Mercante, parroco di Giazza, loro prigioniero, e Leonhard Dellasega, soldato della val di Non inquadrato con l'esercito tedesco, loro commilitone, che si era rifiutato di fucilare un sacerdote.
In loro ricordo, domenica 27 aprile si terrà una cerimonia, con uno spettacolo teatrale musicale nella chiesa di San Giovanni, organizzato con la collaborazione dell'Associazione Memores, il Gruppo Alpini «M. Sartori» di Ala e con la partecipazione della Banda di Sona (VR). Verranno ricordate anche le vittime civili e militari di Ala e Avio.
Don Domenico Mercante fu preso come ostaggio dai soldati tedeschi nel paese di Giazza.
Dopo aver scavalcato Passo Pertica, il prete venne costretto a percorrere la valle di Ronchi fino a Muravalle e quindi ad Ala, dove la colonna nazista arrivò nel tardo pomeriggio.
Il drappello si fermò nel rione di San Martino, al bivio di Ceré, dove si predispose per l'esecuzione dell'ostaggio.
Al momento della fucilazione, il soldato Leonhard Dallasega si rifiutò di far fuoco.
«Ja, ich bin Katholik und habe frau und vier Kinìder, aber lieber sterbe ich, als auf einen Priester zu schielißen.»
(Sì, sono cattolico e ho moglie e quattro figli, ma piuttosto muoio io che sparare a un prete.)
Fu assassinato insieme al sacerdote, entrambi abbandonati in una buca provocata da una bomba d'aereo.