«Cam-caminì, cam-caminì, spazzacamìn» – Di Nadia Clementi
Ne parliamo con Massimo Casertano, una vita sui tetti delle case, come i personaggi più amati da Mary Poppins
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Con l’arrivo del freddo tornano ad essere ampiamente utilizzati stufe e caminetti a legna. La combustione della legna negli impianti domestici è sicuramente conveniente dal punto di vista economico ed è tradizionalmente diffusa nel territorio provinciale anche se comporta l’emissione in atmosfera di quantità rilevanti di sostanze inquinanti dannose per la salute umana.
Per ridurre al minimo i rischi è necessario controllare l’emissione dei fumi e pulire la canna fumaria per evitare il rischio di incendio e di intossicazione da fumo.
Lo specialista nella manutenzione dell’impianto fumario è lo spazzacamino.
Il personaggio tanto cantato da Mary Poppins è improvvisamente diventato indispensabile, come un tempo.
Quest’anno, a causa del caro bollette, gli spazzacamini hanno praticamente raddoppiato il lavoro rispetto all’anno scorso e sono introvabili, tanto che per un loro intervento è necessario attendere qualche mese.
L’aumento di richieste è stato registrato anche nella nostra Regione, lo abbiamo chiesto a Massimo Casertano che svolge questo lavoro dal 1996, è il secondo spazzacamino più conosciuto in Trentino.
Massimo Casertano.
Massimo ha 57 anni, vive a Ischia di Pergine, è un uomo di media statura, socievole, con dei bellissimi occhi azzurri che brillano assieme al suo sorriso nel viso sporco di fuliggine.
Nelle belle giornate di autunno e primavera trascorre le giornate sui tetti delle case, pulisce i camini con l’ausilio di strumenti tradizionali raschia le pareti interne della canna fumaria dalla fuliggine.
Per la pulizia usa un ferro ricurvo o il «riccio», (la squareta) calato con una corda e poi ripassa con il «brischetin» (lo scopino).
Un tempo per pulire le canne fumarie bisognava intrufolarsi all'interno, ma oggi ci spiega Massimo si usano macchine moderne in grado di scattare anche foto e girare piccoli video che permettono di ispezionare più accuratamente la canna fumaria.
Oggi la pulizia viene eseguita dall’alto verso il basso e dopo circa un’ora il camino è già pulito.
Massimo ha iniziato la sua attività di spazzacamino cominciando a lavorare come pittore in un impresa edile locale.
Dopo qualche anno, insoddisfatto della sua vita, decide di trasferirsi in Alto Adige e per caso inizia a intraprendere il mestiere dello spazzacamino.
Dopo due anni di praticantato, decide di rientrare in Trentino e comincia a sviluppare questa sua nuova attività, dapprima suonando i campanelli delle case di Lavis per poi passare nelle vallate, di paese in paese.
Con il tempo è riuscito a farsi una clientela fissa che oggi gli permette di guadagnare bene e di avere molto tempo libero per viaggiare.
Il suo lavoro consiste principalmente nel recarsi in casa del cliente, sigillare la stufa o il caminetto da pulire con carta e nastro adesivo in modo da impedire il diffondersi della fuliggine.
Poi sale sul tetto, ispeziona il camino con una video-camera ed inizia la pulizia usando vari strumenti a seconda del tipo dell’intervento da eseguire, che possono essere il raschiamento con un flessibile, con il peso o con i ricchi, se poi c’è del catrame procede con la fresatura.
In pratica, a seconda del tipo di rivestimento del camino usa gli arnesi più adeguati alla pulizia della canna fumaria.
Talvolta si imbatte in qualche nido di api o calabroni ma gli animali peggiori sono i piccioni – ci racconta Massimo - che non sempre sono facili da scacciare. Altre volte invece si trovano nidi di uccellini che trovano riparo sotto il tetto del camino.
Lavorare su tetti per Massimo è come un po’ vivere tra le nuvole dove tutto è più silenzioso e il paesaggio appare agli occhi come in una cartolina.
A termine della pulizia del camino, la fuliggine viene rimossa dalla stufa e smaltita nei rifiuti biodegradabili.
Nel contempo, lo spazzacamino consiglia al cliente le cinque regole d’oro per riscaldarsi con stufe e caminetti in maniera sicura e rispettosa dell’ambiente:
• utilizzare un apparecchio efficiente e moderno, se possibile a pellet;
• non bruciare giornali, rifiuti o altri materiali diversi dalla legna vergine;
• bruciare solo legna asciutta e stagionata o pellet certificato;
• accendere il fuoco dall’alto con accendi-fuoco o pezzi di legna più piccoli;
• effettuare la manutenzione e la pulizia periodica del camino o stufa.
Quest’anno a causa dell’aumento del gas, Massimo, ha avuto un incremento di chiamate rispetto agli anni passati, ma grazie alla bella stagione è riuscito a soddisfare molti clienti anche il suo consiglio è quello di pianificare la pulizia a primavera o in estate per evitare di imbattersi nelle condizioni meteo sfavorevoli che ne impediscono la salita sul tetto.
Massimo ci racconta che è molto soddisfatto del suo lavoro ne rispecchia il suo carattere, di uomo umile, socievole rispettoso dell’ambiente. Un lavoro che gli permette di essere accolto nelle case, di conoscere gente nuova per ascoltare e condividere momenti di vita che vanno ben oltre il denaro.
«Una cosa molto importante per essere un bravo spazzacamino – afferma Massimo – è quello di essere onesti con i clienti. Poi non bisogna soffrire di vertigini perché il più delle volte si lavora su costruzioni molto alte, soprattutto per le canne fumarie nelle città.»
Lo spazzacamino è un lavoro dominato in prevalenza da uomini, così come la carpenteria in generale, ha una notevole responsabilità circa l’efficienza e la sicurezza dell’impianto che gli viene affidato, tanto che a questa figura è stata associata una apposita normativa, che disciplina le competenze e le responsabilità a cui deve sottoporsi il professionista.
La prestazione di uno spazzacamino può costare tra i 50 e i 100 euro e la legna da riscaldamento ha già subito un rincaro del 20% su base annuale, comunque molto più contenuto rispetto all’aumento del carbone, del gas e dell’elettricità.
Nell’immaginario collettivo lo spazzacamino è quasi sempre visto come un personaggio fiabesco perché rievoca ricordi di un passato lontano, la vecchietta vicino al camino, la pentola con la polenta, la casetta in montagna con le caprette.
Oggi il vecchio «spazzafurnel» di una volta è una figura qualificata e tecnica e fino a qualche tempo fa era un lavoro a rischio, ora non solo è tornato in auge, ma è anche semplice mettersi in contatto con un esperto.
E se in passato bisognava attendere che fosse lo stesso spazzacamini a bussare alle porte per mettersi al servizio, oggi invece la ricerca può essere fatta anche via web.
Affidarsi a un esperto tra l’altro è importante anche perché le incombenze di questa figura sono cresciute col passare degli anni (vedi).
Spazzacamino è letteralmente un lavoro sporco, nel senso che facile arrivare a casa la sera completamente carichi di fuliggine e polvere, ma ha i suoi inaspettati vantaggi come quello di godere di panorami mozzafiato che si stagliano dai tetti e la poesia con cui viene accolto dai bambini che lo scambiano per l’amico di Mary Poppins aggiunge orgoglio a soddisfazione.
Nadia Clementi - [email protected]
Massimo Casertano - [email protected]