Una pagina di storia: Corea del Nord e del Sud verso la pace
Entro il 2018 firmeranno il trattato di pace: lo si aspettava dall’armistizio del 1953
Abbiamo l’impressione che non sia stato dato il giusto peso all’avvenimento storico cui abbiamo assistito oggi, l’accordo per una pace definitiva tra la Corea del Nord e la Corea del Sud.
Gli stessi giornali italiani non hanno messo la notizia in testa di prima pagina, come se fosse un atto di ordinaria amministrazione internazionale.
Eppure ha lo stesso valore che ebbe la caduta del Muro di Berlino, perché segna la fine della Guerra Fredda, della quale è stata indubbiamente la fase più acuta.
La guerra scoppiò nel 1950 a causa dell'invasione della Corea del Sud, strettamente alleata degli Stati Uniti, da parte dell'esercito della Corea del Nord comunista.
L'invasione determinò una rapida risposta dell'ONU: su mandato del Consiglio di sicurezza, gli Stati Uniti, affiancati da altri 17 Paesi, intervennero militarmente nella penisola per impedire una rapida vittoria delle forze comuniste.
Dopo grandi difficoltà iniziali, le forze statunitensi, comandate dal generale Douglas MacArthur, respinsero l'invasione e proseguirono l'avanzata fino ad invadere gran parte della Corea del Nord.
A questo punto però intervenne nel conflitto anche la Cina comunista, mentre l'Unione Sovietica inviò segretamente moderni reparti di aerei che contribuirono a contrastare l'aviazione nemica.
Le truppe statunitensi, colte di sorpresa, vennero costrette a ripiegare in Corea del Sud, perdendo tutto il territorio conquistato.
La guerra quindi si arrestò sulla linea del 38º parallelo dove continuò con battaglie di posizione e sanguinose perdite per altri due anni fino al precario Armistizio di Panmunjeom che stabilizzò la situazione e confermò la divisione della Corea.
Durante il conflitto coreano, la Guerra fredda aveva raggiunto uno dei suoi momenti più critici e produsse anche gravi contrasti politici all'interno della dirigenza statunitense che culminarono nella destituzione, da parte del presidente Harry Truman, del generale MacArthur a causa delle idee eccessivamente bellicose del militare e dei suoi propositi di utilizzare bombe atomiche nel territorio cinese.
Il numero delle vittime causate dal conflitto è stimato in 2.800.000 tra morti, feriti e dispersi, metà dei quali civili.
I rapporti tra le due Coree sono sempre rimasti tesi e più di una volta si è rischiato il riaccendere delle attività militari.
Ultimamente abbiamo assistito alla corsa agli armamenti nucleari della Corea del Nord, che è arrivata a minacciare gli Stati Uniti di distruzione, come se non avesse idea con chi aveva a che fare.
Poi, improvvisamente la svolta. Ovviamente la si fa risalire alle Olimpiadi Invernali di PyeongChang dello scorso febbraio, quando all’ultimo momento il dittatore nordcoreano Kim Jong-un decise di iscrivere la squadra nordcoreana di hockey femminile. Il Comitato Olimpico fece un’eccezione – i termini erano scaduti – e ammise la Corea, che fu ufficialmente rappresentata nelle cerimonie dalla sorella Kim Yo-jong.
In quell’occasione il leader sudcoreano Moon Jae le aveva consegnato un messaggio con l’invito a visitare Pyongyang.
Circa un mese dopo, Kim Jong-un si recò in Cina – storico alleato della Corea del Nord – nel corso della cui visita non si sa che cosa si siano detti i due leader. Tutto fa pensare però che il presidente cinese Xi Jinping abbia convinto Kim Jong-un a compiere una vistosa inversione di rotta su tutti i fronti. Certo la convenienza c’era tutta, dato che le sanzioni decise dall’ONU stavano mettendo in ginocchio la Corea del Nord e in serio imbarazzo la Cina.
Fatto sta che pochi mesi dopo le ultime minacce atomiche contro gli Stati Uniti, la Corea del Nord ha annunciato al mondo di aver concluso gli esperimenti nucleari e di avviare il paese al disarmo.
Un invito è stato annunciato anche al presidente americano Donald Trump, il quale – dopo le prime perplessità – ha dimostrato un certo interesse a questa nuova fase.
La scena cui abbiamo assistito oggi dei due presidenti che si sono stretti la mano, che hanno piantato l’albero della pace e annunciato al monto di voler giungere alla pace entro l’anno è dunque una pagina di storia cui abbiamo assistito emozionati.
GdM