Il Trentino raccontato da Guido Laino – Di Daniela Larentis

La guida turistica accompagna il lettore in uno straordinario viaggio che tocca tanto i luoghi noti quanto quelli meno celebrati del nostro territorio – L’intervista

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In un’interessante guida turistica sul Trentino fresca di stampa (Morellini Editore, giugno 2021), recentemente presentata a Trento, Guido Laino accompagna il lettore attraverso un intrigante viaggio che tocca tanto i luoghi più rinomati, quanto quelli meno celebrati ma altrettanto sorprendenti.
L’autore punta l’attenzione su diversi aspetti legati alla natura e alla cultura del territorio: il Trentino ha molto da offrire, città storiche intrise di bellezze architettoniche e artistiche, chiese, palazzi di pregio, musei, a partire da Trento che ne è capoluogo; castelli medievali e fortificazioni austriache, panorami alpini mozzafiato, laghi incantevoli e meravigliose montagne, ricche proposte turistiche sia invernali che estive, specialità enogastronomiche e molto altro.
 
Quello che Laino fa in maniera efficacissima è indirizzare lo sguardo, invitando alla scoperta di luoghi autentici, talvolta meno conosciuti ma sempre straordinari, rispondendo alla necessità del turista contemporaneo di vivere lo spazio in modi differenti, scegliendo modalità di rapporto con l’ambiente diversi.
Il Trentino ha un nutrito patrimonio culturale e artistico, è una terra che parla di ere geologiche lontanissime, ricca di biodiversità, i suoi luoghi sono imbevuti di storia e hanno dato i natali a numerose personalità storiche e artistiche, pensiamo a Fortunato Depero, nonché a illustri intellettuali del calibro di Antonio Rosmini.
È un territorio in cui convivono minoranze linguistiche, dove le tradizioni sono importanti e ben radicate.

Alcune note biografiche prima di passare all’intervista.
Guido Laino ha studiato letteratura fino al dottorato di ricerca (in contemporanea nordamericana), poi si è dedicato a tempo pieno al lavoro culturale e artistico, cominciato nei primi anni 2000, diventando nel 2008libero professionista in questo ambito.
È attivo in molti e diversi campi e discipline, dalla scrittura al teatro, dal cinema alla divulgazione; si occupa di processi culturali condivisi e di progettazione e scrittura collettiva di eventi e spettacoli.
Nel corso degli anni ha collaborato in territorio trentino con numerosi enti, istituzioni, musei e associazioni.
Curiosi si saperne di più, gli abbiamo rivolto alcune domande.
 
Come è nata l’idea di una guida sul Trentino?
«La casa editrice Morellini di Milano, che nell’ambito dell’editoria per il turismo è fra le più importanti d’Italia, mi ha proposto di scriverla per la collana Insider, in cui le guide sono scritte da autori attivi sui territori raccontati. Proprio questo mi ha convinto che potesse essere un’impresa per me accessibile: essere interpellato come figura del panorama culturale trentino e non come esperto di turismo mi ha fatto pensare che sarei stato in grado di rispondere in maniera adeguata alle aspettative della casa editrice.»
 
Come è strutturata e a che pubblici si rivolge?
«Si tratta di una guida che vuole innanzitutto essere un supporto per chi parte alla scoperta del Trentino, qualsiasi sia la sua provenienza (quindi anche per i residenti in provincia). È dunque piuttosto agile e piacevole da consultare e cerca di dare una panoramica ampia sul territorio, che abbiamo suddiviso in zone.
«Si parte da Trento, che per ragioni geografiche, storiche e culturali abbiamo ritenuto di porre in un capitolo a sé e, per così dire, in posizione centrale, come riferimento principale. Abbiamo poi messo insieme i diversi territori secondo un riferimento geografico, indicando come punti cardinali Bolzano per il nord, Verona per il sud e Bassano e Brescia per est e ovest, soprattutto per agevolare l’orientamento di chi provenga da fuori provincia e magari sia di passaggio.»
 
Qual è il suo punto di forza?
«Difficile da dire, da parte dell’autore… Credo che siano vari. Principalmente la curiosità che ne ha animato la scrittura e che spero si riveli contagiosa per il lettore. Poi la cura dei particolari, dei dettagli: pur dovendo necessariamente essere sintetico, ho cercato di accompagnare lo sguardo del lettore anche su quelle piccole cose e su quegli aspetti marginali che rendono preziosi i luoghi che visitiamo.
«E infine la dimensione del racconto, con i tanti piccoli approfondimenti, quasi sempre scritti in forma narrativa, su aneddoti e storie legate alle diverse zone trattate: per intenderci, fra le pagine che parlano dei castelli della Rotaliana ho inserito la leggenda del basilisco di Castel San Gottardo, così come fra le pagine su Riva del Garda ho raccontato di quando Kafka via ha soggiornato a inizio Novecento.»
 
Su quali aspetti ha voluto indirizzare l’attenzione?
«Ho cercato di invitare il visitatore che legga la mia guida a non soffermarsi sull’immagine turistica più abusata del Trentino, a non lasciarsi sedurre dalle rotte già tracciate che spesso ne semplificano la natura.
«Questo non vuol dire che nella guida manchino i piatti forti dell’offerta turistica del Trentino, ma la mia esortazione è di spingere il proprio sguardo e i propri passi anche oltre, andando alla scoperta di quegli angoli che nella propria semplicità possono rivelarsi sorprendenti e straordinariamente suggestivi.
«Insomma, mi piacerebbe che per colpa della mia guida, si andasse a cercare anche quel Trentino minore che vale davvero la pena di visitare.»
 
Quali sono state le maggiori difficoltà incontrate?
«Sicuramente selezionare i contenuti, perché per quanto ampia (parliamo di un volume di oltre 340 pagine), la mia guida non poteva includere tutto quello che ci avrei voluto inserire.
«E poi porsi nei panni del lettore/visitatore, cercando di immaginare tutto l’ampio raggio di esigenze che possono avere persone di età, provenienze e interessi differenti.
«Ma credo di essermela cavata bene, perché mi pare che in questo libro ce ne sia un po’ per tutti i gusti.»
 
La sociologia osserva con spirito critico il turismo di massa. La posizione critica di alcuni sociologi è soprattutto nei confronti delle trasformazioni che subiscono i luoghi e le popolazioni che vi abitano. Avendo appena scritto una guida turistica, qual è il suo pensiero a riguardo?
«Naturalmente si tratta di una questione piuttosto complessa che, pur avendola avuta presente durante l’intero processo di scrittura, non ho potuto trattare approfonditamente nel testo.
«Certamente in Trentino il sogno di un arricchimento senza freni procurato da un turismo di massa considerato illusoriamente in crescita illimitata ha provocato errori anche gravi, alcuni dei quali sono finiti, in maniera quasi aneddotica, nella guida.
«Tuttavia credo che il Trentino, nonostante la massiccia promozione turistica del territorio e gli ingenti investimenti, abbia ancora, quasi miracolosamente, degli angoli pressoché intatti, che bisogna essere bravi a trovare.
«Mi piacerebbe che la mia guida incoraggiasse e aiutasse non dico l’individuazione, ma almeno la ricerca di questi angoli.»
 
Il Trentino offre un tipo di esperienza turistica a 360° che sinteticamente potremmo definire di scoperta e di avventura. Quali sono i fattori di attrazione che lei ha inserito nella guida ritenendoli particolarmente significativi?
«In questo senso nell’introduzione, seppure in modo un po’ schematico, ho tracciato tre linee generali che, più o meno, ricorrono in tutte le aree del Trentino: la prima è l’esperienza meravigliosa della natura, nell’incredibile varietà e ricchezza offerte da questo territorio; la seconda è legata alle fortificazioni, vista l’abbondanza di castelli e di forti austroungarici, sia visitabili e musealizzati, sia abbandonati, i cui ruderi sono spesso estremamente affascinanti; la terza è invece quella della scoperta del patrimonio architettonico e artistico, e direi anche culturale, che ha delle specificità che lo rendono particolarmente interessante.»
 
Dove si può acquistare il volume?
«Credo che buona parte delle librerie di Trento e provincia ne abbiano delle copie o comunque possano ordinarne. Altrimenti si può comprare via internet, direttamente dal sito di Morellini o in tutte le librerie online.»
 
A cosa sta lavorando/progetti editoriali futuri?
«Questa è una domanda a cui mi è sempre difficile rispondere, perché io lavoro costantemente su parecchi fronti in parallelo.
«Se dovessi scegliere due progetti a cui tengo particolarmente e che mi sembrano anche in linea con quanto detto finora, direi il film Una città di carta, che stiamo ultimando e rappresenta una riflessione che nasce dall’eccezionale epopea dei venditori di stampe del Tesino nel mondo, e poi lo sviluppo dell’app di realtà aumentata Le case parlanti, che sarà pronta nella tarda primavera del prossimo anno e permetterà di scoprire la storia di un certo numero di edifici della città di Trento in modo davvero sorprendente e innovativo.»

Daniela Larentis - [email protected]