I nostri amici a quattro zampe/ 9 – Di Fabrizio Tucciarone
Igiene dentale per il cane e il gatto, è veramente importante? Assolutamente sì!
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Il mantenimento di una buona igiene orale è fondamentale nel cane e nel gatto, proprio come nelle persone.
Carie, tartaro, gengiviti, alitosi non sono solo un problema umano, anche i cani soffrono di problemi dentali e gengivali.
Anche per i nostri amici a quattro zampe l’igiene dentale è una tappa fondamentale nell’ottica di un benessere completo.
La dentizione di cani e gatti
Nella cavità orale di cani e gatti sono presenti diversi organi, di cui i più importanti sono la lingua, i denti e alcune ghiandole salivari.
Nella specie canina i denti sono in tutto 28 nei cuccioli e 42 negli adulti: gli incisivi sono 12, i canini 4, mentre premolari e molari sono complessivamente 26.
Nella specie felina i denti sono in tutto 26 nei gattini e 30 negli adulti: gli incisivi sono 12, i canini 4, mentre premolari e molari sono complessivamente 14.
I denti hanno diverse funzioni: servono all’animale non solo per difendersi e per mangiare, ma anche per giocare, trasportare e utilizzare gli oggetti.
Gli incisivi, in particolare, servono per afferrare il cibo e le prede, i canini per mordere, i premolari e i molari per lacerare, tagliare e masticare.
Incidenza delle patologie dentarie in cani e gatti
Le ultime statistiche emerse in proposito hanno messo in luce come almeno due cani e gatti su tre, tra quelli che hanno superato i tre anni di vita, presentino affezioni a carico della dentatura.
Il problema più diffuso è senza dubbio la cosiddetta parodontopatia o malattia paradontale, cioè il coinvolgimento delle gengive e delle altre strutture di supporto del dente, che può successivamente condurre , se non trattato, alla caduta dello stesso, ancorché sano.
Placca e tartaro
Come del resto avviene per noi umani, anche in cani e gatti la deposizione della “placca” è il punto di partenza del processo che conduce alla malattia paradontale.
La placca non è altro che una patina, formata essenzialmente da batteri, che si stratifica sulle superfici dentarie e sul bordo gengivale.
Nella prima fase del processo patologico che porta alla parodontopatia, i batteri responsabili della placca sopragengivale irritano la gengiva, causando una gengivite marginale reversibile, caratterizzata soprattutto dall’alitosi, cioè dal cattivo odore emanato dalla bocca degli animali.
In mancanza di una adeguata igiene orale; questo stato infiammatorio iniziale può aggravarsi, fino a trasformarsi in una gengivite generalizzata: le gengive possono apparire gonfie, arrossate e – se stimolate – sanguinano.
Se non viene rimossa, la placca può andare incontro a mineralizzazione (specie a seguito della precipitazione dei sali contenuti nella saliva) e creare i presupposti per la formazione del tartaro (altresì detto odontolitiasi), una crosta più o meno spessa – di colore giallo-brunastro – che ricopre in maniera estesa i denti (soprattutto nel punto di confine con il colletto gengivale), la cui superficie ruvida è ideale per l’ulteriore ritenzione di placca, microrganismi, sali minerali e depositi di tipo alimentare.
Il tartaro si rende più o meno evidente in funzione della predisposizione di ogni singolo individuo e della sua età: mediamente, entro i quattro-sei anni non è difficile rinvenirlo sulla dentatura dei nostri amici a quattro zampe, anche in relazione alla composizione della loro saliva e al tipo di alimentazione che viene loro somministrata.
Problemi causati dal tartaro
Il tartaro può comportare in cani e gatti una serie di problemi. Se non si interviene l’evoluzione di una simile condizione progredisce inevitabilmente, lungo il corso di mesi e anni, pur se in maniera piuttosto variabile e più o meno grave a seconda dei casi, portando di norma a una periodontite irreversibile.
La flora batterica che si accumula a livello gengivale e che contribuisce a sua volta ad alimentare la stratificazione del tartaro si modifica, privilegiando la diffusione di microrganismi più distruttivi per i tessuti coinvolti e, di conseguenza, compaiono sintomi decisamente più marcati.
In primo luogo, le persone che vivono con cani e gatti avvertono un alito sempre più sgradevole che, proveniente dalla bocca dell’animale, determina da un lato oggettivi problemi di convivenza e induce dall’altro le stesse a rivolgersi al medico veterinario per un controllo.
Secondariamente, il tartaro provoca disturbi a livello locale: l’infiammazione è imponente e diffusa (si notano infatti gonfiore, arrossamento e dolore), le gengive si ritirano (scoprendo in maniera più o meno evidente le radici dentarie e creando il presupposto per infezioni sottogengivali e ascessi), i denti diventano instabili e possono facilmente cadere, i tessuti circostanti vengono coinvolti fino ad arrivare, nelle situazioni molto gravi, ad infezioni ossee.
Il disagio ed il dolore avvertiti sono lampanti e si rendono evidenti attraverso la diminuita ingestione di cibo e la masticazione difficoltosa; non di rado l’animale perde saliva dalla bocca e tiene la lingua leggermente sporgente.
Non bisogna trascurare, infine, una delle conseguenze più subdole del tartaro: la proliferazione batterica, infatti, può esitare nella diffusione dell’infezione, mediante la circolazione sanguigna, ad altri distretti dell’organismo, che possono venire così coinvolti da processi patologici che non vanno assolutamente sottovalutati.
La rimozione del tartaro
La cosiddetta pulizia della bocca, meglio detta «detartrasi», viene eseguita dal medico veterinario con un’apparecchiatura a ultrasuoni del tutto simile a quella utilizzata dai dentisti e deve essere effettuata in anestesia generale.
Il ricorso alla sedazione (o, in certi casi, alla vera e propria narcosi) è necessario per mantenere il cane o il gatto immobili e per evitare loro il fastidio provocato dall’acqua erogata dall’apparecchio e dall’emissione acustica degli ultrasuoni, captata dalle loro orecchie in maniera nettamente amplificata.
La pulizia della bocca così effettuata consente la rimozione rapida e completa del tartaro e della placca.
Al termine dell’operazione, il medico veterinario ha altresì la possibilità di controllare in maniera accurata tutto il cavo orale, per evidenziare problemi di altra natura, e di effettuare eventualmente anche la lucidatura della dentatura.
Per aiutare cani e gatti a mantenere sani denti e gengive, è importante dedicare loro un po’ di tempo tutti i giorni, al fine di mettere in atto una corretta igiene orale.
Questo discorso ha ovviamente una valenza ancora maggiore se applicato con regolarità negli animali giovani e in quelli appena sottoposti alla pulizia della bocca.
Una corretta igiene orale, dunque, si compone di più punti: l’impiego dello spazzolino, l’utilizzo di paste enzimatiche specifiche, la dispensazione di prodotti che favoriscono negli animali una sana ginnastica masticatoria e la somministrazione di una dieta adeguata.
Dott. Fabrizio Tucciarone
(Veterinario di TrentoVet)