Lettere al Giornale – Lorenzo Rizzoli, Trento
L'importanza dell'«esserci» per un candidato leader alle elezioni
Buonasera direttore.
Qualche tempo fa scrissi in merito a come dovrebbe essere, a mio avviso, il perfetto candidato per le elezioni politiche, siano esse politiche nazionali, amministrative provinciali o comunali.
Il profilo giusto mirava alla buona competenza (non al 100% su ogni settore o tema, non esistono «tuttologi» e se ci fossero, meglio dubitare), sulla buona capacità di dialogo, di ascolto e sull'essere la giusta espressione di un gruppo di forze politiche a suo sostegno.
Quest'ultimo è un aspetto molto importante in quanto sono le forze politiche di una coalizione che devono «tirare i voti» al proprio candidato (premier, presidente provincia, sindaco).
C'è poi un’altra caratteristica, da un lato meno importante ma che, se assente, può rendere difficile ogni sfida (non la chiamo battaglia, in quanto le elezioni non sono una battaglia tra nemici, bensì una sfida basata su proposte politico-amministrative): essere presenti, essere visibili sul territorio, essere «vivi» su stampa e social.
Nel 2023 la gente da molta importanza a questo aspetto, soprattutto alla presenza sui social network. E, ricordiamolo, è la gente che va a votare.
Con ciò, però, non dico che la gente deve vedere ogni singolo passo di un candidato (a pochi interessa dove si trascorrono le vacanze o cosa si fa nel fine settimana), ma almeno deve vederlo vivo, deve sapere le sue idee, deve, in qualche modo, condividerle.
Questo aspetto riguarda anche le singole forze politiche.
Ripeto, l'essere vivi e presenti significa condividere, di continuo, il proprio programma elettorale, le proprie idee, la propria vision. Non significa pubblicare slogan su ogni tema.
Se tale caratteristica, però, mancasse, il rischio sarebbe che il candidato e le forze politiche facciano una brutta figura all'appuntamento elettorale, in quanto prevarrebbe la politica dello slogan privo di contenuti seri, ma visibile sulla stampa e su tutti i social.
Giusto o sbagliato, condivisibile o meno, è l'uomo che si deve adattare al 2023 e non viceversa!
Candidato e forze politiche desiderose di vittoria all'appuntamento elettorale devono «mettersi in riga» in tal senso se vogliono ambire ad un successo elettorale.
Se, invece, non venisse condiviso il modus operandi del 2023 occorrerà, a mio avviso, farsi qualche domanda, sia in merito all'adeguatezza del candidato, sia in merito all'adeguatezza della forza politica ad un appuntamento elettorale nell'anno 2023.
Lorenzo Rizzoli - Trento