Indonesia, 26 dicembre 2004: L’inferno viene dal mare

Un terremoto sottomarino scatenava sulle coste dell'Oceano Indiano il più devastante tsunami che si ricordi: morirono 230.000 persone.

Due anni fa, il giorno di Santo Stefano 2004, si scatenava al largo di Sumatra l'ondata tsunami più disastrosa che si ricordi. I morti furono 230.000, dei quali nella sola Indonesia 130.000. Gli italiano morti furono ben 40. Le gigantesche ondate provocate da un terremoto sottomarino di magnitudo di poco inferiore ai 9 gradi della scala Richter si abbatterono un po' su tutte le coste dell'Oceano Indiano, dalla Thailandia alla Somalia (dove arrivarono 5 ore dopo).
Seguì la mobilitazione dell'intera comunità mondiale che, secondo le stime riportate dal database dell'ONU, mise a disposizione qualcosa come 6,7 miliardi di dollari. La metà di questi non sono ancora stati messi a disposizione, per la semplice ragione che il piano di ricostruzione prevede cinque anni di lavoro.
Per la stessa ragione la Croce Rossa, che ha ricevuto da tutto il mondo più di 2,2 miliardi di dollari, custodisce nei propri depositi bancari ancora 1,3 miliardi. La Croce Rossa ha promesso di costruire 50mila case permanenti in Indonesia, Sri Lanka e Maldive e al momento già 8mila risultano completate. La sezione britannica dell'organizzazione ha stretto contratti per costruire oltre 2mila abitazioni.
Fu la prima volta che venne usato il messaggio SMS per raccogliere fondi da destinare alle popolazioni disastrate. Veniva chiesto un euro ad invio. La semplicità d'impiego e la piccola dimensione del contributo ottennero un successo senza precedenti.
Anche la Protezione Civile italiana si segnalò per la propria efficienza e generosità. Si calcola che la nostra Protezione Civile abbia aiutato in questi due anni qualcosa come 6 milioni di persone.