In Ucraina escalation di scontri tra separatisti e Kiev
Si rischia di ricosrtruire il clima di Guerra Fredda tra Mondo Occidentale e Orientale
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Nelle ultime settimane si è assistito ad una significativa escalation degli scontri tra milizie ribelli e Forze Armate ucraine.
Giovedì 22 gennaio, l'Esercito di Kiev ha abbandonato l'aeroporto di Donetsk, capitale dell'omonima autoproclamata Repubblica Popolare, sostenuta dalla Russia, in seguito all'offensiva condotta dalle milizie ribelli.
Inoltre sabato 24 è stata bombardata Mariupol, città del sud-est dell'Ucraina. L'attacco, condotto dai ribelli con l'ausilio di sistemi lanciamissili multipli di tipo GRAD e URAGAN, ha causato almeno 29 morti e 93 feriti (tutti civili) nella periferia est della città.
Si tratta degli scontri più violenti dallo scorso settembre, quando furono siglati gli accordi di Minsk sul cessate il fuoco. Da allora la linea del fronte era restata sostanzialmente stabile: da Luhansk a Donetsk fino alla costa, a poca distanza da Mariupol.
Mariupol, la maggiore città dell'Oblast di Donetsk ancora sotto controllo di Kiev, riveste un'importanza strategica grazie al porto e alle numerose industrie chimiche e siderurgiche.
Aveva resistito all'ultima offensiva dei separatisti, a fine agosto. La perdita di Mariupol da parte di Kiev potrebbe aprire la strada a un'avanzata ribelle verso la Crimea, resasi indipendente a marzo scorso, garantendo ipoteticamente alla penisola un corridoio terrestre di rifornimento.
La nuova escalation potrebbe far cadere l'ipotesi di nuovi negoziati tra governo ed insorti. Inoltre, la portata dei nuovi attacchi, che rende possibile l'ipotesi di un crescente ed esteso coinvolgimento di reparti russi in Ucraina, rischiano di raffreddare ulteriormente i rapporti fra Bruxelles, Washington e Mosca, ai minimi storici dai tempi della Guerra Fredda.
Ce.S.I.