La Presidente Chiara Avanzo alla 30ma Seduta di Strasburgo

I drammatici attentati di Bruxelles al centro del Congresso dei Poteri locali e regionali del Consiglio d'Europa

Il Congresso è composto da 324 membri titolari e 324 supplenti, tutti titolari di cariche pubbliche elettive, che rappresentano oltre 200.000 enti locali e regionali dei 47 Stati membri del Consiglio d'Europa.

Quanto accaduto a Bruxelles ha condizionato i lavori del Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d'Europa, al quale ha partecipato la Presidente Chiara Avanzo.
«In queste drammatiche ore – ha commentato la Presidente Avanzo – tutti i rappresentanti delle 47 nazioni europee hanno concentrato la propria attenzione su quanto accaduto a Bruxelles, un atto che vuole minare le basi della cultura europea.
«Tutti gli interventi hanno voluto sottolineato l'importanza di creare politiche che favoriscano l'integrazione, che superino i confini e che permettano di evitare quelle sacche di emarginazione in cui può trovare terreno fertile il fondamentalismo.»
 
All'inizio della seduta, il Presidente Jean-Claude Frécon ha voluto ricordare le vittime.
«In questo momento – ha detto – va espressa l'unanime condanna per questi atti terroristici.»
Ha quindi parlato dell'immobilismo dell'Europa, reclamando il ruolo delle autonomie locali in questa fase.
«I Governi nazionali devono coinvolgere e rafforzare le collettività territoriali, per trovare soluzioni adeguate ai problemi che ci troviamo a dover affrontare.
«Sono i poteri locali e regionali il primo interlocutore con la comunità e per questo è importante che siano dati alle autonomie locali gli strumenti per poter creare le necessarie condizioni di sicurezza per tutti i cittadini, sicurezza che passa prima di tutti per il dialogo e la promozione dei principi contenuti della Carta dei Diritti Europei.»
 
Quello del ruolo delle regioni e dei poteri locali europei in questa fase è stato dunque il tema discusso in questa giornata, con particolare rilievo alla questione dell'integrazione.
Il Congresso dei Poteri Locali e Regionali del Consiglio d'Europa è l'organo in seno al Consiglio d'Europa incaricato di vigilare sulla democrazia territoriale e sul rafforzamento dell'autonomia locale e regionale nel nostro continente.
 
All'ordine del giorno previsto per questa prima giornata, il tema dei profughi, con particolare attenzione alla questione umanitaria, alle difficoltà di gestire l'afflusso dei rifugiati e sulle implicazioni sociali e politiche legate al movimento migratorio in atto.
 
«La questione dei rifugiati è un tema che riguarda tutta Europa e non possiamo pensare di gestirlo solo a livello locale, – commenta la Presidente Avanzo. – Quanto accade in queste ora dimostra la necessità di superare l'immobilismo europeo e di creare politiche comuni che partano dal basso.
«Chiudere i confini non è la soluzione e il dibattito in corso in queste ore a Strasburgo è finalizzato ad individuare politiche comuni che possano regolamentare l'accoglienza a livello europeo.
«Si tratta di un tema che coinvolge tutte le nazioni del nostro continente e il confronto con gli altri rappresentati delle Regioni europee sta evidenziando le difficoltà di questo momento.
«L'auspicio è che da questo dibattito possa emergere una linea di indirizzo comune per affrontare un tema che richiede una politica unitaria a ogni livello.»
 
A parlare della situazione dei profughi dei propri paesi sono intervenuti tre invitati: Thorsten Klute, segretario di stato e ministro del lavoro della Westphalia, in Germania; Mustafa Dündar, Sindaco di Osmangazi, la città turca che al momento accoglie circa il 12% dei profughi siriani e Gabriele Klug, sindaco e responsabile del dipartimento degli Affati Sociali,integrazione e sviluppo del dipartimento di Cologna, in Germania.
Il problema più importante rilevato da tutti e tre i relatori è stato quello delle politiche dell'integrazione.
«Oggi, alla luce di quello che è accaduto, sembra difficile parlare di integrazione, ma questo quello che dobbiamo fare se volgiamo sconfiggere il terrorismo.
«Solo dal rispetto reciproco e dalla comprensione può nascere la pace.
«Quando parliamo di rifugiati, al di là di qualsiasi considerazione politica, non dobbiamo mai dimenticare l'aspetto più importante: non stiamo parlando di numeri su una carta, ma di persone, famiglie, donne e bambini, che stanno cercando di avere un futuro senza guerra.
«Ci vogliono regole certe, ma non deve mai venire meno l'aspetto umanitario.»