Storie di donne, letteratura di genere/ 375 – Di Luciana Grillo
Marinella Gagliardi Santi, «Ma chi ce lo fa fare di andar per mare?!» – In barca a vela da Genova alle Egadi si trovano evasione, divertimento, emozioni… e molto di più
Titolo: Chi ce lo fa fare di andar per mare?!
Autrice: Marinella Gagliardi Santi
Illustratore: Davide Besana
Editore: Il Frangente 2020
Pagine: 168, illustrato, Brossura
Prezzo di copertina: € 19
Marinella Gagliardi Santi è una scrittrice assai versatile, si muove agilmente sul mare, racconta complicate storie che avvengono nell’antica Roma, fa sorridere con le sue allegre messe funebri e tinge la sua prosa con un po’ di giallo nel romanzo «Burrasca per tre».
La passione per la navigazione a vela ha adesso il sopravvento, e dunque nel suo ultimissimo lavoro ci fa viaggiare sulla sua barca insieme con il marito nel Mediterraneo occidentale, toccando la Corsica, le isole Egadi, Trapani e le vicine Scopello e San Vito Lo Capo, Ustica, Ischia e poi Capraia, prima di approdare alle Cinque terre e di tornare a casa, stanchi ma felici, pronti a programmare il prossimo viaggio.
Marinella racconta con naturalezza le difficoltà che incontrano, ma anche la gioia di pescare magnifici tonni e gli spettacoli incredibili che la natura offre ai naviganti, come accade lungo le coste della Corsica, quando c’è calma piatta e «lo scenario è di quelli che ti si imprimono nella mente per sempre. In questo momento la Corsica è solo un mio giocattolo personale, bello, affascinante ed esaltante. È la natura che me lo regala. E io non posso che ringraziarla».
Quando però alla calma piatta, che consente ai naviganti anche di leggere o riposare, si sostituisce il vento, le cose cambiano… «nell’insieme la situazione è inquietante. Il mare è cresciuto così rapidamente da non crederci».
Si procede, a volte Marinella non ne può più «di questa furia di vento e delle ondate…la situazione è così critica che mi toglie la voglia di parlare», eppure il fascino dell’avventura per mare è indescrivibile, quando si vede la terra, quando si scorgono le luci di un castello, quando si incrociano altre imbarcazioni, quando il pesce che ha abboccato impegna Rinaldo in un estenuante combattimento.
A Ustica, Marinella non smette di scattare foto e al marito che le chiede di interrompere questa attività, risponde: «Hai ragione, allora dobbiamo affrettarci. Aspetta, però, un’ultima foto, guarda che bel contrasto di colori, davvero sorprendente. Il nero della lava e il verde intenso dei pini…adesso capisco perché la chiamano Perla Nera».
Al racconto delle avventure, Marinella aggiunge il ricordo di racconti già scritti e ci fa leggere quello in cui ricorda che, a loro che navigavano a nord di Siracusa, giunse la notizia di sei giovani migranti morti a pochi metri dalla riva: «Non ho saputo i dettagli di quella disgrazia, mi è bastato pensare che erano passati, poco prima di morire, proprio dietro alla nostra poppa… Erano ragazzi giovani, tra loro c’era anche un bambino… E noi, persi nel tranquillo rollio della nostra barca, dietro la quale era passata una condanna già sentenziata, ci siamo sentiti inutili, impotenti…»
Attualità, racconto, avventure e giovani vite perdute nel mare, tutto si fonde e si confonde, l’autrice si rende conto che «quando si va in giro in barca non si è mai certi di niente!».
Naturalmente, quando attraccano, Rinaldo e Marinella se ne vanno alla ricerca di luoghi belli da vedere o di qualcosa da comprare, e anche in questi casi, le avventure sono dietro l’angolo: il buio che scende improvviso o le scarpe di Rinaldo che lo abbandonano e lo costringono a camminare su pietre e rovi con i calzini!
Il sorriso lievemente ironico di Marinella ci segue, e noi sorridiamo con lei quando, dopo l’ennesima avventura, confessa: «Mi sono resa conto di aver realizzato un primato: dopo autostop, busstop, e barcastop, oggi ho fermato due battelli in un colpo solo in mezzo al mare! Un bel record!»
Di pagina in pagina, seguendo il viaggio di Rinaldo e Marinella, le lettrici e i lettori sono accompagnati dai disegni di Davide Besana, freschi, luminosi e trasparenti.
Luciana Grillo - [email protected]
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