Dellai: «Il successo tivù dell’Alto Adige è successo di tutti noi»
Ma Bolzano ha scelto più in fretta, senza l'aiuto di una Trentino Film Commission
«Non posso che essere felice del
successo della fiction televisiva ambientata in Alto Adige, perché
se tanti telespettatori si appassionano agli scenari alpini, ma
anche a quei valori che il personaggio interpretato da Terence Hill
sa rendere molto bene, a guadagnarci siamo un po' tutti noi,
popolo della montagna.»
Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai,
commenta cosí l'articolo pubblicato oggi da un quotidiano locale
sulla «genesi» del serial «A un passo dal cielo» trasmessa la
domenica sera su Rai Uno.
«E' vero - conferma Dellai - che avevo incontrato i rappresentanti
della Lux Film e che c'era stato un interessamento da
parte nostra, ma all'epoca non eravamo strutturati con una nostra
Film Commission che, come è stato comunicato, è entrata nella sua
fase operativa proprio questa settimana con l'approvazione, da
parte della Giunta, delle direttive che consentiranno la gestione
del fondo appositamente costituito.»
«Questa delibera - aggiunge il presidente della Provincia -
conferma una precisa volontà dell'esecutivo di percorrere anche la
strada delle produzioni cinematografiche, non solo in chiave
puramente promozionale, ma anche per valorizzare una filiera che
conta già alcuni poli di eccellenza e svariate professionalità. A
questa filiera l'ente pubblico cerca ora di dare un più preciso
contesto normativo, oltre che un punto di riferimento logistico ed
organizzativo la cui sede è stata individuata a Format, il centro
audiovisivi della Provincia, dove è ospitata appunto la Trentino
Film Commission.»
«Posso anche affermare che se su questo tema ci sono stati in
passato indugi, da quando la Giunta ha deciso di inserire nella
finanziaria un fondo specifico per il settore cinematografico si
sono accelerate al massimo le procedure ed in quattro mesi,
completati i necessari passaggi, tra cui l'esame della quarta
commissione legislativa che ringrazio per i miglioramenti apportati
al testo, si è definita la dotazione strumentale di questa nuova
importante iniziativa.»
«Non nascondo nemmeno il fatto che ci siamo interrogati
sull'opportunità o meno di dedicare risorse pubbliche in attività
che a prima vista potrebbero apparire effimere: forse non tutti
sono d'accordo nell'utilità di spendere soldi per fare film o
documentari e questo ragionamento vale ancora di più se pensiamo
alle tante emergenze che la crisi economica ha aggravato.»
«Eppure è dimostrato che gli investimenti in operazioni di questo
tipo possono avere incredibili ritorni oltre che in termini di
pubblicità diretta, anche per l'indotto garantito al territorio,
posto che «dietro il set» si muovono decine di professionisti e con
loro una gamma di necessitá che vanno dal trasporto alla
ristorazione, dal pernottamento ai lavori richiesti dalla
logistica, senza contare ovviamente la possibilità di impiego per
chi ha scelto per mestiere lo spettacolo, la fotografia, le riprese
video.»
Dunque nei confronti di Bolzano nessuna gelosia.
«Sarebbe come se qualcuno sospettasse il disappunto di Durnwalder
per il nostro accordo col Bayern di Monaco o per lo straordinario
successo del Festival dell'Economia: sono solo fantasie - conclude
Dellai - ma vorrei comunque tranquillizzare i lettori del giornale.
Noi non abbiamo perso nessun treno. La Trentino Film Commission è
già al lavoro per progetti altrettanto interessanti cui ora siamo
pronti a dare il nostro convinto sostegno.»
Nessuna gelosia, anzi. Dellai ha ragione a essere felice del
successo del vicino, che poi è anche il nostro, dato che porta
avanti in sostanza le stesse montagne.
Però resta il fatto che abbiamo perso un'opportunità. Bolzano ha
scelto più velocemente e senza il supporto di una Trentino Film
Commission.