Innovazione per una nuova economia basata sulla seta

Il 5 maggio l’ultimo appuntamento col ciclo di approfondimento del Protocollo «Le Vie della Seta», in cui si parlerà di seta come investimento per il futuro

Seneca e Plinio ne parlano con disprezzo, un bene considerato troppo costoso, sinonimo di lusso e al contempo di lussuria, così prezioso che il popolo cinese, che ne aveva iniziato la produzione e che ben ne conosceva il valore, puniva con la morte chiunque provasse a esportare i bozzoli o a raccontare il metodo di produzione.
Un mistero che affascinava i popoli occidentali e che finalmente Venezia riuscì a far proprio, grazie alla rotta aperta dai sui commercianti, Marco Polo per primo, e poi alla coltivazione che a partire dal XV secolo divenne una fonte di ricchezza per i territori dominati dalla Serenissima.
Così anche a Rovereto e in Vallagarina iniziò una produzione industriale che per oltre due secoli ha permesso il fiorire di un territorio, che si impreziosì di Palazzi e opere d’arte che ancora oggi ci raccontano quel passato. Ma oggi la seta è qualcosa di più: a lungo dimenticata, la sua produzione torna ad essere fondamentale in una nuova ottica.
 
Non più solo tessuto destinato a eleganti abiti, ma motore economico e culturale, in una chiave di recupero del patrimonio storico che ad essa si lega, ma anche di innovazione. Resistente come l’acciaio, biocompatibile e sostenibile, la seta è divenuta, grazie alla ricerca nel campo medico, un materiale prezioso per la realizzazione di protesi e la riparazione di tessuti danneggiati del corpo umano. Uno sviluppo che certamente i detrattori come Seneca e Plinio mai avrebbero potuto immaginare, ma che oggi rappresenta una straordinaria occasione di sviluppo.

E proprio in Vallagarina, grazie al rinnovato protocollo «Le Vie della Seta», che unisce i Comuni di Rovereto, Villa Lagarina, Ala, la Comunità di Valle e la Provincia di Trento, sta fiorendo un Distretto culturale ed economico che mette al centro il prezioso tessuto: cultura, turismo, innovazione che portano a progetti concreti, come SetAp, che ha visto la trasformazione dell’Orto San Marco di Rovereto in un orto sperimentale, dove viene coltivato il gelso e allevato il baco da seta e dove si svolgono sia attività di tipo formativo, sia una vera e propria attività economica.
 
Nel protocollo anche borse di studio per la ricerca: se ne parlerà domani, 5 maggio, nella Sala Conferenze della Fondazione Caritro, con Antonella Motta, professore ordinario del Dipartimento di Ingegneria industriale e responsabile del centro Biotech dell’Università di Trento, che affronterà il tema della svolta della Via della Seta verso le biotecnologie. Angelica Panico, Senior Scientist della ditta Caresilk, introdurrà l’applicazione delle proteine della seta in ambito biomedicale, mentre di Seta come materiale del futuro parlerà Silvio Mandelli, titolare della ditta Cosetex.
L’appuntamento dunque alle 18 in Piazza Rosmini a Rovereto, per capire quali straordinarie opportunità per il domani può offrire un prodotto che l’uomo coltiva da almeno 5.000 anni.