Massoneria e Massofobia a Trento – Di Enrico Oliari
Cecchi Paone: «In Italia c’è la paura del massone, altrove lo mettono nel curriculum»
Il prossimo 12 ottobre si parlerà al Grand Hotel Trento di Massofobia, una conferenza organizzata dal collegio regionale della Massoneria che vedrà come ospiti il Gran Maestro Stefano Bisi, capo del Grande Oriente d’Italia, Alessandro Cecchi Paone e il professor Claudio Bonvecchio, ordinario di Filofosia e Scienze Sociali, intervistati dal giornalista Raffaele Crocco.
Un tema, quello della «paura dei massoni», che trova riscontro nel contratto di governo 5 Stelle-Lega, ma anche nella proposta di legge che vede primo firmatario il senatore pentastellato Elio Lannutti, la quale vorrebbe impedire ad un massone ad esempio di fare il capo dei pompieri.
Alessandro Cecchi Paone è notoriamente giornalista scientifico e scrittore nonché docente universitario a Napoli e a Como. Lo abbiamo intervistato.
Da sempre la Massoneria deve scontare inimicizie per ragioni storiche e culturali: non le sembra tuttavia esagerato affermare che esista una «paura dei massoni»?
«È vero in Italia e sotto i regimi dittatoriali e repressivi, perché in realtà nei paesi del mondo avanzato, penso ad esempio alle monarchie nordeuropee, la Massoneria è riferimento di tutti coloro che hanno a cuore i valori della libertà, della fratellanza e dell’uguaglianza.
«Lì è fucina delle classi dirigenti che, appunto, hanno questo tipo di impostazione, e lì non c’è la paura del massone.»
Non mi pare tuttavia che dalle nostre parti si urli «al massone». Ritiene che riflessi di quanto sta avvenendo in ambito nazionale possano verificarsi anche in Trentino?
«In Trentino c’è da un lato una visione positiva come protagonista del Risorgimento e dell’Irredentismo per la difesa dei popoli e delle lingue. Dall’altro in tempo di pace il Trentino rappresenta una terra positiva.
«La Massoneria è arrivata in Trentino da varie direzioni, già con gli austriaci, per cui non vi sono problemi come invece avviene altrove.»
Dopo lo scandalo P2 e le inchieste di Rosy Bindi sui rapporti con ’Ndrangheta e Cosa Nostra l’immagine della Massoneria risulta indebolita. Ha ancora senso la presenza della Massoneria in Italia?
«Sì, assolutamente. Quella costituzionale, che presta giuramento sulla Costituzione. Purtroppo noi in Italia roviniamo tutto, vedi gli scandali della Chiesa che hanno rovinato il messaggio evangelico. Così anche la Massoneria, ma è un problema tutto italiano che anche da fuori ci contestano.
«Tuttavia con la ristrutturazione del Goi [Grande Oriente d’Italia – NdR] e i 15 anni di maestranza di Gusavo Raffi c’è stato un nuovo inizio.»
Ritiene che esista uno stato massonico nello Stato o che i massoni puntino a infiltrarsi nel potere per secondi fini?
«Questo fa parte della Massofobia, della teoria del complotto. I complottisti che hanno visioni assolutistiche colpiscono le minoranze, in primis i massoni e gli ebrei.
«Altrove, come spiegavo sopra, la Massoneria è il marchio di garanzia di una scuola che forma le classi dirigenti.
«Per cui se ci sono devianze, ed avvengono nei paesi dove c’è poca trasparenza, sono da imputare a singoli massoni e non all’istituzione: sono gente che serve i propri interessi e ciò e contrario alla Massoneria stessa.»
Massoneria tuttavia è sinonimo di segretezza…
«Il segreto va chiarito in chiave storica: era di protezione per prevenire le persecuzioni, era colpita in Italia come la Carboneria dall’alleanza trono-altare.
«È quindi da leggersi in un contesto storico, nulla a che fare con chissà quali fini… Nel resto del mondo l’appartenenza massonica viene messa nei curricula, i pompieri americani hanno il permesso di metterlo sui distintivi.»
Ma allora perché vi sono partiti come i 5 Stelle che vogliono colpire la Massoneria?
«Siamo difronte a un grosso equivoco, forse voluto. I 5 Stelle si rifanno alla Piattaforma Rousseau, e Jean Jacques Rousseau era proprio massone.
«Di Battista dice di avere un padre orgogliosamente fascista e quindi non mi stupisco se nell’ambiente famigliare… Non posso credere che i 5 Stelle non sappiano che Rousseau era un massone.»
L’incontro di Trento viene organizzato ad una settimana dalle elezioni provinciali. Casuale?
«Non sono un organizzatore, ma non dubito della casualità della cosa.»
Enrico Oliari